grandi carnivori
sabato 24 Febbraio, 2024
Grandi carnivori, il Tar: «Sugli orsi decida la Corte europea». Fugatti: «Si aspetta troppo, vanno uccisi»
di Benedetta Centin
Ieri l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2024. Il giudice Rocco: «Sui due lupi da abbattere nessun ripensamento»

Sono poco meno di 200 i ricorsi approdati al Tar di Trento nel 2023, decisi in media in meno di tre mesi. Dall’annosa battaglia (che si sta esaurendo) sul Not nuovo ospedale, ai contenziosi sollevati già dal 2022 su Bypass, ancora quelli sulle sale gioco d’azzardo e sulle bocciature a scuola ritenute ingiuste. Ma i giudici del tribunale amministrativo regionale — arrivato al traguardo dei 40 anni — si sono trovati a pronunciarsi anche sui ricorsi degli animalisti. In merito a orsi e lupi. Un gran lavoro. In particolare «il contenzioso relativo all’orso è stato quello che ha avuto maggiore eco mediatica — ha spiegato il presidente Fulvio Rocco alla conferenza stampa per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024 — ma ora per noi la situazione è in stallo: il problema tocca la politica, visto che noi ci occupiamo dei singoli orsi, non della situazione, della gestione degli orsi nella sua globalità. E tocca al giudice europeo per quanto riguarda l’applicazione della direttiva habitat». La decisione è infatti rimandata ai giudici, non italiani.
Orsi e Corte europea
«Per quanto ci riguarda — ha continuato Rocco, prossimo alla pensione — abbiamo sbloccato la situazione rinviando la soluzione alla Corte di giustizia europea, perché siamo convinti che il problema non riguarda tanto la legislazione nazionale. Il problema di fondo è l’articolo 12 della direttiva Habitat, dove si spiegano gli interventi possibili per la gestione ma si prevede un’equipollenza tra la captivazione e abbattimento». Un rinvio, quello alla Corte di giustizia europea, che, ha voluto precisare Rocco, non è stato affatto un modo per «lavarsi le mani» sulla questione così discussa anche oltre il Trentino, ma un «ricorso al giudice naturale».
La replica del governatore Maurizio Fugatti non si è fatta attendere: «Se aspettiamo l’Europa sugli orsi si rischia di aspettare troppo, noi proseguiamo per la nostra strada. Riteniamo che la linea che abbiamo delineato sia corretta. La pubblica amministrazione non può fare un passo indietro rispetto alla tutela delle persone e della sicurezza pubblica: gli orsi pericolosi vanno abbattuti e bisogna trovare un percorso anche sui lupi».
«Salvo la malga, non i lupi»
E di lupi ha parlato anche Rocco, facendo sapere che non ha avuto ripensamenti sulla decisione di ucciderli: «Le domande cautelari presentate al Tar sull’abbattimento di due esemplari sui Monti Lessini sono state respinte per un bilanciamento degli interessi coinvolti. Non siamo ancora arrivati a sentenza da parte del Consiglio di Stato, ma il provvedimento che ho scritto lo rifarei» le parole del giudice. «Quando si tratta di ottemperare interessi diversi, come la sopravvivenza delle malghe e dei lupi (proteggendo due biodiversità configgenti), il mio giudizio è stato quello di privilegiare la continuità dell’attività di malga per la specificità e la biodiversità apportata, un’attività che tra l’altro rischia di sparire, e questo a fronte di 14 animali predati nella zona in due settimane e del numero di lupi presenti, 33 esemplari», ha concluso.
La sentenza
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Conferma della pena per gli altri tre e cioè Fabrizio Oss, ex presidente della Panarotta srl, Renzo Gaiga, allora responsabile per la sicurezza delle piste da sci, e Gianfranco Mittempergher, tecnico dello stesso servizio provinciale