Grandi Carnivori
mercoledì 22 Maggio, 2024
di Tommaso Di Giannantonio
Si è parlato tanto, negli ultimi anni, dei cassonetti anti-orso. Le associazioni animaliste e ambientaliste hanno sempre accusato la Provincia di non fare abbastanza per prevenire i comportamenti confidenti dei plantigradi: se trovano agevolmente il cibo, infatti, è più facile che si avvicinino ai centri urbani. Ora c’è un piano. Nella seduta di venerdì scorso la giunta ha approvato il «Piano provinciale per la messa in sicurezza dei sistemi di raccolta rifiuti urbani dalle incursioni dei grandi carnivori». È prevista l’installazione di 700 sistemi tra bidoni e isole ecologiche anti-orso entro il 2028. In totale sono stati stanziati 4 milioni di euro.
Fase 1: 1,5 milioni di euro
Il piano «cassonetti» – predisposto dall’Agenzia per la depurazione (Adep) sulla scia del Quinto aggiornamento al Piano provinciale di gestione dei rifiuti – prevede due fasi, ciascuna delle quali corrispondente a un preciso livello di priorità. Le zone ricadenti in priorità 1 sono, di fatto, tutti i territori del Trentino occidentale, in destra orografica del fiume Adige, ad esclusione dei grandi centri abitati. Ossia l’area del Trentino popolata dagli orsi, «corrispondente a situazioni di particolare urgenza operativa su cui è opportuno intervenire anche con modalità emergenziali». Ecco la road map: «I programmi di adeguamento ricadenti nelle aree di priorità 1 — si legge nella delibera approvata dalla giunta provinciale — dovranno essere adottati entro un anno dall’approvazione del presente documento e implementati
entro il 2026».
Il piano individua due sistemi di sicurezza: il guscio anti-orso, dal costo di 3mila euro ciascuno, che consiste in un’attrezzatura concepita per la protezione dai grandi carnivori dei cassonetti per rifiuti organici con una volumetria di 240 litri; e la campana semiinterrata o interrata, cioè un contenitore con cassero esterno e uno interno con una volumetria di 5 metri cubi per la varie frazioni di rifiuti e da 3 metri cubi per l’organico. Un’isola ecologica con 5 campane può costare fino a 52mila euro. Nella fase 1, com’era stato preannunciato dall’assessora provinciale Giulia Zanotelli nella seduta fuori porta in Val di Non (il T del 13 aprile), è prevista l’installazione di 176 gusci e 19 isole ecologiche con campane. Per quanto riguarda i gusci, 100 in Val di Sole (300mila euro), 12 nell’Alto Garda e Ledro (36mila euro), 4 nelle Giudicarie (12mila euro), 30 nella Vallagarina (90mila euro) e altri 30 nel territorio di Trento-Monte Bondone (90mila euro). La spesa per i gusci ammonta a 528mila euro. Altri 988mila euro sono stati stanziati per le isole: 1 in Val di Non (52mila euro), 10 nell’altopiano della Paganella (520mila euro) e 8 in Valle dei Laghi (416mila euro). Complessivamente la fase 1 richiederà un esborso di 1,5 milioni di euro.
Fase 2: 2,5 milioni di euro
Passiamo ora alla fase 2, prevista per le «situazioni di minore urgenza, alle quali si può far fronte con strumenti ordinari».
In questo caso «i programmi — recita la delibera — dovranno essere comunque adottati e implementati entro il 2028 sulla base delle esperienze maturate nelle aree di priorità 1».
Entrando nel dettaglio, il piano prevede l’installazione di 483 gusci, così distribuiti: 115 in Val di Sole (345mila euro), 17 nell’Alto Garda e Ledro (51mila euro), 5 in Valle dei Laghi (15mila euro), 16 nelle Giudicarie (48mila euro), 120 in Vallagarina (360mila euro) e 210 nel territorio Trento-Monte Bondone (630mila euro).
Il costo totale si attesta a 1 milione e 449mila euro. Invece per quanto riguarda le isole ecologiche, saranno installati 21 sistemi di sicurezza: 10 nell’altopiano della Paganella (520mila euro) e 11 in Valle dei Laghi (572mila euro). La spesa complessiva della fase 2 sarà di 2,5 milioni di euro.
L’erogazione dei contributi
Queste risorse saranno messe a disposizione di Comuni e Comunità di valle. «La procedura di erogazione dei contributi per la fase in priorità A, alle Comunità di Valle o ai Comuni che ne facciano richiesta, dovrà prevedere la presentazione ad Adep di apposita domanda, corredata di elaborati tecnico-economici descrittivi delle attrezzature, dei materiali, dei costi e dei tempi di realizzazione — si spiega — la domanda andrà inoltrata entro 90 giorni dall’approvazione del Piano, in modo da consentire la rapida realizzazione delle opere di protezione dei sistemi di raccolta dei rifiuti; all’istruttoria dell’iter di erogazione dei contributi provvederà la stessa Adep, assegnando le somme nella misura del 100% della spesa ammissibile, secondo l’ordine di ricevimento delle relative domande e fino a capienza del fondo determinato dalla giunta provinciale in 1,5 milioni di euro per le opere elencate in priorità A per l’anno 2024; nel caso in cui entro il termine stabilito, pervengano domande di contributo per un totale superiore al budget così definito, le stesse saranno
valutate nella fase in priorità B, secondo procedure ordinarie di stanziamento dei fondi».