Il parere
giovedì 15 Giugno, 2023
di Redazione
La Lega Antivivisezione torna all’attacco in Provincia di Trento, puntando il dito sui rischi connessi alle «attività di foraggiamento svolte dai cacciatori» nei boschi. «I documenti da noi acquisiti – spiegano – contribuiscono infatti a delineare con maggiore precisione il concreto contributo che la provincia di Trento fornisce per la creazione di nuovi orsi confidenti. Infatti, sono ben 137 i siti di foraggiamento autorizzati nelle aree normalmente frequentate dagli orsi, 137 strutture suddivise in tre tipologie: mangiatoie; mangiatoie con deposito e casse per alimento concentrato, tutte accomunate dal fatto di fornire cibo in gran quantità a cervi e caprioli a tutto beneficio dei cacciatori che potranno poi ucciderne in maggior numero».
Un altro dettaglio che porterebbe quindi gli orsi ad avvicinarsi e prendere nuove abitudini meno «naturali», aumentando così la loro confidenza con l’essere umano e riducendo di conseguenza la diffidenza. Il fenomeno è noto per i cassonetti dei rifiuti, ma qualsiasi struttura artificiale che possa mettere a disposizione del cibo contribuisce ad aumentare le possibilità di un incontro con l’orso. «Dalla lettura della documentazione in nostro possesso – affermano -, emerge che nel 2017 la riserva di caccia di Rabbi aveva richiesto l’autorizzazione ad aggiungere altri tre punti di foraggiamento proprio nell’area di presenza dell’orso MJ5, coinvolto il 5 marzo scorso in un incidente con una persona in val Di Rabbi».
Dettagli questi che si aggiungono alle contestazioni degli animalisti verso le decisioni e soprattutto delle intenzioni della politica sulla gestione dei Grandi carnivori in Trentino. «Più informazioni raccogliamo, più si conferma l’incuria della Provincia di Trento – afferma Massimo Vitturi, responsabile Lav, Animali Selvatici – del tutto incapace di organizzare un piano per prevenire gli incidenti con gli orsi, si prodiga invece per favorirli».
Quella delle strutture di foraggiamento per gli animalisti è un altro elemento che pesa sulle responsabilità degli amministratori, definendolo un vero e proprio «scandalo» per le conseguenze che possono avere. «Chiediamo l’immediato smantellamento di tutti gli impianti di foraggiamento presenti in provincia di Trento per favorire la sicurezza di cittadini e orsi» concludono.