La fisarmonica verde

giovedì 27 Luglio, 2023

Grazie a chi ci ha sostenuto e a chi non lo ha fatto: ho provato i sentimenti di mio padre

di

Il viaggio di Andrea Satta dal lager di Lengenfeld a Roma tra adesioni e mancate accoglienze

Dal campo di concentramento tedesco di Lengenfeld a Roma in bicicletta in venti tappe attraverso Germania, Austria e Italia sulle orme del padre Gavino e nel ricordo dei 650.000 soldati italiani deportati dopo l’8 settembre 1943. È il viaggio di Andrea Satta, cantante del gruppo musicale dei Têtes de Bois, insieme al figlio Lao e ai suoi musicisti, per ricordare l’epopea degli internati militari italiani (Imi). Il T quotidiano segue giorno per giorno il viaggio attraverso un diario scritto da Satta.

 

Vorrei ringraziare tutti coloro che ci ospiteranno in cambio del nostro spettacolo La Fisarmonica Verde, rendendo così possibile questo viaggio. È il nostro piccolo mazzo di fiori. Intanto il meraviglioso sindaco di Lengenfeld con cui abbiamo trascorso fino a poche ore fa una serata che vale una vita. Grazie ai suoi collaboratori. Grazie a Beate che con amore e fiducia ha cucito tutto e a Jenny che ha condotto le intenzioni verso il porto dell’amicizia semplicemente traducendo le parole in emozioni.
Non dimenticheremo.
Vorrei ringraziare però anche quelli (pochi) che non ci accoglieranno che hanno deciso che se ne può fare a meno, che non hanno mostrato passione, interesse o addirittura ci hanno tenuto a distanza. È normale, non poteva che accadere. Era nel conto. A loro dobbiamo il regalo di sentimenti preziosi. Per me, per noi, la loro distanza è un male al cuore, ma è anche una straordinaria opportunità. Sia pur nel lusso occidentale post tutto, grazie alla loro indifferenza possiamo provare il disagio di essere inopportuni, la sensazione di essere di troppo, di essere evitabili accessori, il senso del fastidio che esclude e che è la base della discriminazione, madre di tutte le tragedie. Grazie per averci fatto percepire qualcosa che assomiglia alla solitudine del ritorno, all’inadeguatezza di riconoscersi in un ruolo, gli stessi sentimenti che ha provato mio padre, tornando a casa a cavalcioni dei respingenti di un treno merci appollaiato lì per giorni, come un sacco di patate, sempre in bilico nel diritto di rappresentare qualunque cosa nel mondo, quello stesso sentimento di tutti gli Imi, le migliaia di anonimi ragazzi italiani di ritorno a casa, alla fine di quella stagione degli orrori. Un margine epocale per riflettere a fondo.
Il regalo di questo sentimento rende il nostro viaggio più sincero. Quindi soprattutto a voi che non ci avete visti e previsti, dobbiamo molto e magari un giorno vi piacerà accoglierci e sentirci raccontare. Domani vi dirò della commovente serata a Vipiteno accolti dall’Arci, da Giordano Silvestri, da Claudio Capizzo e dal parroco che ci ha ospitato in canonica. Vi dirò degli interventi post spettacolo di Toni Jop, di Grazia Barbiero, di Jakob De Chirico, di Roberto Ceccarelli e del direttore de «il T» Simone Casalini, volti e incontri temi, belle persone, frontiere, da Alexander Langer ad Arno Kompatcher e altri imperdibili momenti di verità.
Oggi si arriva a Bolzano, speriamo di non prendere tutta l’acqua della salita del Brennero. Appuntamento alle 17 al Muro del Lager di Bolzano. Un po’ più di 80 chilometri. Non siamo stanchi, siamo felici.
* Cantante dei Têtes de Bois