la storia

mercoledì 26 Luglio, 2023

Grecia, due trentini fra le fiamme di Rodi: «Salviamo i daini nei boschi»

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Il racconto delle guide Elisa e Juri: «Il turismo è pronto a ripartire»

«La politica e i media si preoccupano del turismo ma il vero disastro qui è ambientale». Elisa Emmanuelli vive e lavora a Rodi da oltre 15 anni e parla di quello che è il reale danno causato dagli incendi dell’ultima settimana alla parte centro-meridionale dell’isola. Assieme al marito Juri Viesi, con cui condivide anche le origini trentine, hanno fondato nel 2018 Hiking Rhodes, la prima agenzia di passeggiate ed escursioni a Rodi. In questi giorni sono in prima linea nei lavori di aiuto nei confronti non solo degli abitanti, bensì anche dei moltissimi animali che soffrono a causa delle devastazioni. Gli incendi, complici un forte vento che sfiora i 50 chilometri orari e le temperature sopra i 40 gradi, non si sono tuttora completamente placati. Oltre ad avvolgere gli hotel della zona costiera a sud, le fiamme hanno divorato 45mila ettari di bosco. La furia del fuoco è partita già martedì 18 luglio dall’entroterra, presso la città di Apollona e si è poi allungata verso sud fino a raggiungere la costa e città quali Kiotar, dove sono situati molti hotel di lusso che ospitano fino a 1500 ospiti, obbligando all’evacuazione abitanti e turisti. Sabato le fiamme sono arrivate in prossimità di Lardos, dove Elisa e Juri vivono insieme alle due figlie di 5 e 8 anni, che sono rientrate in Italia con il padre di Juri domenica. «Il paese non è stato toccato per miracolo – racconta Elisa – le fiamme sono state fermate a 500 metri da casa e a 50 metri dalla struttura gestita da mio marito (il Lardos Bay Hotel situato sulla cosa est al centro-sud dell’isola, ndr)». Anche in questo caso la coppia ha avuto fortuna: «L’hotel non ha subito danni – spiega Juri – abbiamo problemi con le forniture a causa dei pali dell’elettricità (in legno, ndr) che sono andati bruciati. Ci sono 400 operai, venuti da Atene, che stanno lavorando per ripristinare la linea già entro sera (ieri, ndr)». Parte integrante del tessuto sociale ormai da molti anni, i due operatori turistici trentini si adoperano per aiutare chi ne ha più bisogno: «A 5 chilometri si trova un monastero, dove ci fermiamo spesso a mangiare durante le escursioni, o ad acquistare creme e saponette prodotte dalle suore – racconta Elisa – Le stanze dove vivono sono andate parzialmente distrutte». Il personale del Lardos Bay, chiuso temporaneamente fino al via libera delle autorità, è stato mandato da Juri in soccorso al monastero, per procurare il materiale necessario alla ricostruzione.
Una richiesta d’aiuto ancora più urgente giunge dalla fauna e dalla flora. Fra i tesori da salvare, ad esempio, ci sono una rara specie della pianta Peonia e il daino «dama dama», animale simbolo dell’isola, abitata da circa 8.000 esemplari protetti. «Il maschio e la femmina di daino dama dama si trovano sulle colonne al porto di Rodi. Un tempo, durante il periodo italiano, al posto della femmina di daino c’era la lupa capitolina», racconta la guida. Elisa, accompagnata da altre 5 volontarie, si reca in questi giorni nei boschi per portare la frutta e la verdura dell’hotel agli animali che non trovano di ché cibarsi.
La passione per l’escursionismo e le conoscenze sulla gestione ambientale apprese nella terra di provenienza si rivelano, in questo senso, particolarmente utili. Elisa parla infatti di forti carenze, da parte degli abitanti greci, nella conoscenza del territorio, proprio perché «ai greci non interessa camminare». Mancherebbero, inoltre, una gestione corretta delle immondizie e misure di prevenzione atte ad evitare questo tipo di disastri ambientali: «Quando vado a camminare trovo vetri, occhiali, materiali che in zone aride possono potenzialmente provocare incendi. E poi non incontro poi mai guardie forestali. Gli osservatòri e le casette sono state da tempo abbandonate».
La cordata di aiuti si estende fino al Trentino, da dove sono partite molte telefonate, in particolare dalle Sat di Pergine, Brentonico, Mori, Ledrenze e SuSat Trento. Non stupisce, se si pensa che oltre 1000 trentini hanno avuto il piacere di visitare una delle perle del Mar Egeo, ospitati nell’hotel di Lardos. Un supporto che si rileverà prezioso «quando si tratterà di rimboscare». Ma l’impegno dei due operatori turistici non finisce qui: «Oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo aperto un fondo di donazioni sulla nostra pagina. E ne sono arrivate già di molto generose». È una lunga e duratura storia d’amore, quella fra il Trentino e Rodi. Neli anni ‘30 del secolo scorso, ad esempio, gli abitanti della Val di Fiemme fondarono il villaggio Eleussa (al tempo chiamato Campochiaro). Sullo stato di questo villaggio i trentini continuano ad informarsi ancora oggi.
Se la natura accuserà ancora a lungo il colpo inferto dalle fiamme, il turismo, ne è certa la coppia, si riprenderà molto presto. «Ho parlato con molti gestori degli hotel della zona più colpita – dice Juri – Presto le strutture saranno rimesse in sesto e potranno ripartire già fra 10-15 giorni. Per quanto ci riguarda stiamo solo aspettando il via libera da parte delle autorità, una volta che l’emergenza sarà considerata superata. Speriamo già per questo fine settimana». Si pensa, dunque, già al domani e a portare al termine la stagione iniziata. Fra i molti percorsi di escursione offerti da Hiking Rhodes ce ne sono diversi che percorrono le scogliere e che continueranno a garantire emozioni a chi seguirà l’istinto d’esplorazione alla scoperta di Rodi.