Il caso
martedì 19 Settembre, 2023
di Redazione
Il grifone del Tesino, il massiccio animale mezzo aquila (in omaggio alla provincia di Trento) e mezzo leone (simbolo del vicinissimo Veneto) realizzato con il legname e le radici di risulta della tempesta Vaia, sta creando interferenze ai rilevamenti geofisici della postazione che l’Ingv, l’istituto nazionale di geofisica, compie proprio qui, al confine sud-orientale tra Trentino e Veneto. Lo dicono i ricercatori dell’Istituto, da Roma, perché il centro di rilevamento tesino è impresenziato, controllato a distanza. L’osservatorio geomagnetico di Castello Tesino è stato fondato nel 1964 e funziona in modo automatico. La tecnologia è basata su magnetometri vettoriali fluxgate orientati lungo il meridiano magnetico e magnetometri scalari Overhauser. «Le lamiere delle auto, ma anche i metalli usati per tenere insieme l’opera creano interferenze con i rilevamenti dei nostri impianti» spiegano dall’Ingv. I dati raccolti servono a capire la condizione del campo magnetico terrestre (analoghi osservatori ci sono in Abruzzo, in Molise e a Lampedusa) e quindi studiare il vento solare e i flussi di particelle. Da Roma fanno sapere che le perplessità erano già state espresse prima dell’avvio dei lavori per l’opera, firmata da Marco Martalar, autore anche dell’incenerito drago Vaia e della Lupa di Vetriolo. «Ma avevamo anche trovato la quadra – evidenzia la sindaca di Castello, Graziella Menato – e ci siamo confrontati, rassicurando sul fatto che camion e auto qui sarebbero arrivati nei mesi di cantiere e nelle primissime settimane di visita. I visitatori vengono a piedi. Gli occhi del grifone sono due ciotoline di metallo e ci sono due staffe di ferro nell’opera. Ne parliamo con i consiglieri comunali oggi, per capire come agire».
Il discorso
di Redazione
Toccato il record di spesa in armamenti. Violenza giovanile: «abuso di alcol e droga alimentati dai social.» Emergenza climatica: «Alluvioni non più fatti straordinari»