La storia
giovedì 9 Novembre, 2023
di Ottilia Morandelli
Daniele Pacher, classe 1996, ha fatto di una passione il suo mestiere fondando nel 2021 a Tezze di Grigno, frazione dell’omonimo comune, l’azienda agricola «El Pizo».
Si tratta di una giovane realtà specializzata nella produzione di varietà di cereali antichi (mais, frumento, grano saraceno, orzo e segale), patate e altri ortaggi.
«Ho provato a seminare quasi per scherzo i primi 5000 metri quadrati di grani antichi nel 2019, con mio stupore la qualità era ottima e sono riuscito a fare il mio primo raccolto». Pacher ha rilevato l’azienda dello zio che ancora lo aiuta nel suo lavoro. «Mi appoggio a dei mulini locali per la macinatura, entro fine anno ho in programma di aprire il mio mulino a pietra, così da essere indipendente.
Dalla produzione del cereale alla sua trasformazione in farina, è tutta una filiera che mi interessa». Daniele vende, oltre alle farine, anche prodotti lavorati come pasta e gallette di mais. «Vedo che funzionano molto i prodotti trasformati, c’è una bella risposta da parte degli acquirenti, magari un giorno avremo anche noi il nostro laboratorio» spiega. Quello che conta per Daniele è l’etica che mette nel lavoro, e la ricerca del miglior prodotto attraverso la salubrità del suolo che coltiva.
«Si cerca di non pesare troppo sul terreno per avere un terra e un prodotto di qualità, per questo motivo non abbiamo solo la monocoltura classica, il mais, tanto presente qui in Valsugana. Piantiamo diverse colture, cerchiamo di far respirare la terra cambiando le zone dove coltiviamo» continua Pacher. Daniele è il primo in Valsugana a investire nei grani antichi.
Da apripista ha dovuto sostenere grandi investimenti per dotarsi delle attrezzature necessarie per questo tipo di agricoltura. Strumenti che, come racconta, finiscono spesso per essere utilizzati poche volte l’anno. «Il mondo cerealicolo in Valsugana non è molto sviluppato, sarebbe bello potersi aiutare condividendo i macchinari che ho acquistato.
Questo potrebbe portare altri agricoltori a cimentarsi in questo settore».
Un impiego della terra non intensivo, rispettoso della natura e dei suoi tempi, il faticoso lavoro di Daniele Pacher mostra come ci possa essere un altro modo per coltivare e per relazionarsi all’ambiente.