Sanità

mercoledì 28 Agosto, 2024

Guardia medica di Fassa: quattro medici «in fuga»

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Nei giorni di Ferragosto e sabato scorso quattro turni sono rimasti scoperti: due medici si sono dimessi per il troppo lavoro (70 pazienti al giorno), uno si è trasferito e uno non è stato sostituito

Ferragosto – quasi – senza guardia medica in Val di Fassa. È accaduto, nella postazione di Pozza, nelle giornate del 13 agosto (dalle ore 20 alle ore 8), 14 agosto (dalle ore 10 alle ore 20) e 15 agosto (dalle ore 20 alle ore 8) e pure del 24 agosto (dalle ore 20 alle ore 8), in seguito a quattro turni di guardia saltati nelle giornate di massimo afflusso turistico estivo per la valle ladina, con l’invito agli utenti a contattare la sede di Predazzo o andarci di persona. Un disservizio causato dal fatto che, nell’ultimo periodo, quattro medici che coprivano i turni se ne sono andati, uno per l’assunzione di un altro incarico, uno per scadenza di contratto (non rinnovato) e due per dimissioni per il protrarsi di un sovraccarico di lavoro segnalato da tempo: è capitato più volte che il medico di guardia si sia ritrovato, da solo, a gestire oltre cinquanta accessi di giorno e una ventina di notte, potendo così dedicare pochi minuti a paziente e accumulando molta stanchezza.
L’assenza, per diversi turni, di guardia medica nel periodo ferragostano non è certo passata inosservata in valle: i disagi sono stati segnalati, da operatori turistici e ospiti, con messaggi e telefonate a Giuseppe Detomas, procurador del Comun general de Fascia. «Una questione di immagine – sostiene il procurador – ma anche di tensione di servizi, perché nelle settimane a cavallo di Ferragosto qui contiamo ottantamila persone (tra turisti, residenti e lavoratori stagionali), il doppio della popolazione di Rovereto, e non avere un turno di guardia medica significa sguarnire la valle di un servizio essenziale e delicato». Il dirottamento dei pazienti su Predazzo secondo Detomas (e non solo) non è una soluzione: «Tra Canazei e Predazzo c’è una distanza di una trentina di chilometri che, quando il carico turistico è massimo, si coprono in automobile anche in due o tre ore. Va da sé che i servizi non si possono concentrare in Val di Fiemme, che ha un ospedale a Cavalese e una casa della salute a Predazzo. La popolazione di Fassa spesso è costretta a recarsi lì anche per servizi di base come i prelievi del sangue dato che al punto di Pozza, a differenza del passato, bisogna prenotare e attendere un appuntamento anche due o tre settimane». Le difficoltà sono oggettive per fassani e pure per gli ospiti, dato che le stagioni ormai si allungano, specie dall’estate fino all’autunno inoltrato. «A settembre in Fassa le presenze turistiche sono paragonabili a quelle d’agosto in Valsugana, concentrate in una valle di diecimila abitanti. I numeri sono importanti e i servizi sanitari andrebbero garantiti in loco». E guardando al prossimo inverno, Detomas sottolinea: «Mi auguro che il centro traumatologico di Pozza venga aperto, altrimenti il pronto soccorso di Cavalese collassa, per questo contiamo sulla parola data dall’assessore provinciale Mario Tonina». In merito alle carenze di servizio di Ferragosto, l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento precisa in una nota: «In previsione del periodo di massimo afflusso turistico nelle Valli di Fiemme e Fassa l’Apss è intervenuta per tempo prevedendo il potenziamento delle sedi di Predazzo e Sèn Jan con il raddoppio dei turni diurni dei fine settimana di agosto (due medici di giorno). Per quanto riguarda Fassa, questo potenziamento è stato effettuato nei primi tre fine settimana. Purtroppo, a causa di un’indisposizione imprevista di un medico e dell’impossibilità di assicurare copertura causa indisponibilità medica, alcuni turni non si sono potuti coprire, nonostante la ricerca di possibili sostituti. Questo ha comportato a Sèn Jan la «scopertura» di quattro turni: il 13 agosto notte, il 14 agosto giorno e il 15 e 24 agosto notte. La sede di Predazzo è comunque sempre rimasta attiva e tramite il 116117 le chiamate urgenti provenienti dalla Valle di Fassa sono state come da protocollo dirottate su quest’ultima. Va aggiunto che in Fassa, nelle giornate feriali diurne, è anche rimasto attivo il servizio di medicina turistica assicurato da due medici di medicina generale del posto con spazi dedicati ai non residenti in provincia di Trento. Per il prossimo mese di settembre la situazione delle coperture delle sedi di continuità assistenziale tornerà alla normalità».