Il personaggio
giovedì 15 Febbraio, 2024
di Ambra Visentin
«La nostra solidarietà è quella che deciderà l’esito del conflitto in Ucraina». Giovanni Kessler, il presidente dell’associazione EUcraina, nata nel 2022, sottolinea l’importanza di continuare ad aiutare Kiev contro l’invasione russa. E proprio in questi giorni, l’impegno è rinnovato con un viaggio dal duplice obiettivo. Domani, nella capitale ucraina, Kessler parteciperà ad un incontro con l’ambasciatore italiano Pier Francesco Zazo e con il capo dell’Agenzia della cooperazione allo sviluppo Pietro Pipi. Il viaggio prosegue poi nel Donetsk, per portare aiuti al fronte. E tutto è pronto anche per l’evento di solidarietà «Ucraina, il Trentino non ti lascia sola», in programma a Trento il 23 e 24 febbraio.
Quali sono gli obiettivi di questa missione?
«All’incontro in ambasciata a Kiev ci presenteremo con due associazioni ucraine con le quali collaboriamo da tempo: “Manifesto di pace” (traduzione italiana di Manifest Mira, ndr) e l’organizzazione anti-corruzione Antac (Anticorruption Action Center, ndr). Parleremo dei progetti realizzati, di quelli futuri e di come possiamo lavorare con il governo italiano».
Di che progetti si tratta?
«Da un lato, si tratta di progetti di sostegno alla medicina d’emergenza, con la fornitura di equipaggiamento salvavita per tutti i feriti, di cui c’è un gran bisogno. Fondamentali sono anche i progetti anti-corruzione. Antac è la principale associazione ucraina nella lotta alla corruzione e svolge un lavoro necessario per lo sviluppo del Paese».
A che punto siamo? È recente lo scandalo dei fondi militari sottratti da alcuni funzionari del ministero della difesa ucraino
«L’Ucraina ha una tradizione diffusa di corruzione, tipica dei Paesi ex-sovietici. Lo è in particolare fra i funzionari, che approfittano della loro posizione. Però, dopo Maidan (la rivoluzione del 2014, ndr) è iniziata una forte attività di contrasto. C’è un’autorità indipendente e molto efficace, una società civile attiva, giornalisti investigativi impegnati e una “ripulitura” in corso nel sistema giudiziario. Il fatto stesso che i recenti fatti siano emersi, nonostante la guerra, significa che c’è una forte reazione alla corruzione. Per entrare nell’Unione Europea, ad ogni modo, l’Ucraina dovrà raggiungere gli obiettivi stabiliti».
Torniamo alla sua missione. Come procederà il viaggio?
«Dopo Kiev proseguirò nel Donetsk, nelle zone vicino al fronte di guerra per portare il materiale sanitario d’emergenza, acquistato grazie alla generosità di vari soggetti trentini. Ci sono molti strumenti anti-emorragia per interventi sul campo immediati, in seguito a ferite da mine o per effetto delle bombe. Si continua a combattere giorno e notte e le vittime si trovano anche fra la popolazione civile ben oltre il fronte».
L’attenzione internazionale sembra calata. L’Ucraina rischia di perdere il supporto?
«Il conflitto è uscito dal radar e al momento siamo in una fase di stallo sanguinoso. I russi puntano a sfiancare l’Ucraina, che senza gli aiuti non può resistere. Determinante è quello che si decide lontano dal fronte, nei nostri Paesi. Al momento in Europa non c’è una tendenza a diminuire il supporto. I Paesi sono più interessati a contenere l’espansionismo russo. Ritirare il sostegno sarebbe una grave sconfitta del disegno democratico europeo e un rischio per la sopravvivenza della stessa Unione Europea. Teniamo a mente che Putin ha continuato a tentare, ad esempio attraverso il “ricatto energetico”, di far cessare gli aiuti all’Ucraina, ma non c’è riuscito».
E gli Stati Uniti?
«Alle elezioni presidenziali si decide se la scommessa del presidente russo Vladimir Putin contro l’Europa è vincente».
In che senso?
«Putin si muove per influenzare le elezioni. Abbiamo un candidato presidente americano (Donald Trump, ndr) che dice di non essere interessato al conflitto russo-ucraino, che è una questione europea. Se gli Stati Uniti dovessero invece continuare a finanziare Kiev, la Russia avrebbe problemi di sostenibilità della guerra. Perciò, chi guiderà la nuova amministrazione americana ha un peso importante per lo sviluppo del conflitto».
La prossima settimana è in programma un evento di solidarietà a Trento. Che cosa ci aspetta?
«Per il secondo anniversario dell’invasione, il 24 febbraio, abbiamo pensato di organizzare una giornata per esprimere la solidarietà trentina: “Ucraina, il Trentino non ti lascia sola”. Sono in programma diversi eventi, fra cui due concerti, il primo la sera del 23. Il sabato mattina ci sarà una riflessione e un dibattito con ospiti di livello nazionale – come Domenico Quirico, editorialista della Stampa ed ex inviato di guerra – sul conflitto e su cosa significa per noi e per l’Europa. Al pomeriggio, in Piazza Dante, ci sarà una manifestazione pubblica. Un momento importante: la nostra solidarietà è quella che deciderà l’esito del conflitto».
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