Domande e risposte

giovedì 13 Aprile, 2023

Ha 17 anni, si aggira in val di Sole ma il radiocollare non funziona dal 5 agosto. Tutte le informazioni su Jj4 e le tre possibili tecniche di cattura

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Dal primo radiocollare applicato nel 2020 a oggi: tutte le conoscenze del personale forestale sull'orsa ricercata in Trentino. Con lei, sul Peller, circa venti orsi che complicano le procedure di captivazione

Ora che le analisi genetiche condotte dalla Fondazione Edmund Mach hanno confermato che ad aggredire Andrea Papi è stata l’orsa Jj4, le ricerche del corpo forestale sono sempre più serrate. Del resto, si tratta di un plantigrado che operatori e operatrici conoscono bene. E da tempo. Dopo l’aggressione di tre anni fa, proprio sul monte Peller, l’esemplare era monitorato (e radiocollarato, ma dallo scorso 5 agosto il dispositivo non funziona più). Ma quali sono, finora, le notizie di cui dispone la Forestale? E quali le tecniche di monitoraggio e di cattura? Di seguito le risposte, fornite dal sostituto dirigente del servizio foreste e fauna della Provincia di Trento, Sergio Tonolli, e dal dirigente della divisione Giovanni Giovannini.

Chi è Jj4? E quanti anni ha?
«Si tratta di una femmina di 17 anni che si sposta nella zona delle valli di Non e Sole, Sole in particolare. Un esemplare oggetto di monitoraggio intensivo, iniziato con la prima radiocollarizzazione il 29 luglio 2020. Grazie a questo monitoraggio è stato possibile ricostruire il profilo dell’animale».

Jj4 ha attualmente dei cuccioli?
«Se nel 2020 erano stati identificati tre cuccioli, oggi non c’è ancora certezza di una nuova cucciolata. Ma il personale forestale sta visionando le immagini acquisite dalle fototrappole»

Qual era il comportamento di Jj4?
«In base alle rilevazioni, Jj4 non ha mostrato atteggiamenti di particolare confidenza con gli esseri umani: non frequentava aree vicine ai centri abitati e non s’è resa protagonista di danneggiamenti».

Jj4 ha ancora il radiocollare?
«No. Dopo un primo guasto, il dispositivo applicato la prima volta nel luglio 2020 è stato sostituito il 30 agosto 2021 in seguito a una attività programmata di cattura. Ma il radiocollare ha smesso di funzionare il 5 agosto del 2022».

Ha dei segni particolari?
«Sì, ha un cartellino rosso sull’orecchio sinistro che ne favorisce l’identificazione»

Come funziona il radiocollare?
«Il radiocollare consente di ricevere segnali in maniera continuativa, ma i dispositivi di ultima generazione della Provincia, ad alta frequenza, hanno anche dei limiti: vanno sostituiti ogni anno e mezzo-due».

Quando va applicato il radiocollare?
«Gli orsi sono soggetti a sensibili variazioni di peso prima e dopo il letargo, per questa ragione il radiocollare non può essere applicato al risveglio, quando i plantigradi pesano molto meno, perché la crescita nel corso della primavera e dell’estate rischierebbero di strozzare l’orso. Al tempo stesso, se indossato quando l’orso è all’apice del peso il rischio è che si sfili agilmente. Ipotesi che si verifica nel 20-25% dei casi. Non solo: alcuni esemplari mostrano particolare insofferenza, grattandosi per ore e danneggiando il dispositivo».

Quali sono i limiti tecnici del radiocollare?
«Il segnale è inviato tramite schede Sim e molti versanti delle montagne trentine, dove gli orsi passano il tempo, non hanno copertura sufficiente».

Quali sono le modalità di cattura?
«Sono tre. La prima: tramite trappole a tubo. In questo caso, attraverso una esca alimentare olfattiva, l’orso arriva, entra nel tubo, aggancia l’esca, attiva il meccanismo che favorisce la cattura. Questa metodologia però dev’essere accompagnata da una scelta precisa del luogo, per far operare in sicurezza il personale forestale. Quali i limiti? Le tempistiche non sono sempre ben definite. La seconda tecnica prevede l’utilizzo di lacci, un sistema tuttavia con dei deficit legati alla necessaria presenza degli operatori forestali. Presenza complessa nell’area frequentata da Jj4, in val di Sole, abitata da almeno altri venti esemplari. La terza tecnica è quella della telenarcosi, ossia il lancio di dardi anestetici. Un sistema usato solo in casi di emergenza».