L'iniziativa
lunedì 31 Marzo, 2025
Hikikomori, a Trento e dintorni 300 casi in nove anni. Il Comune mette a disposizione una guida
di Redazione
L'associazione: «A rischio la fascia d'età tra i 15 e i 29 anni, in particolare i Neet: le persone che non studiano né lavorano»

Il fenomeno del ritiro sociale, conosciuto anche con il termine giapponese hikikomori, che letteralmente significa “stare in disparte”, colpisce in Italia decine di migliaia di giovani e giovanissimi. Anche a Trento negli ultimi anni gli episodi sono in crescita, come dimostra l’attività di Ama, l’Associazione di Auto Mutuo Aiuto, che dal 2016 ha accolto oltre 300 famiglie di cui 53 solo nel periodo che va dal primo luglio 2023 ad oggi.
Per supportare le famiglie che si trovano ad affrontare questa realtà complessa e dolorosa, l’associazione ha quindi preparato una piccola guida per genitori, distribuita online e disponibile in versione cartacea nella sede dell’associazione, nelle biblioteche comunali, al servizio Welfare e coesione sociale e al Civico 13 di via Belenzani.
Al suo interno, Ama spiega cosa fare per la presa in carico del ragazzo, che è difficile perché ostacolata dalla volontà di non uscire di casa ed è resa ancora più complessa dal fatto che la reclusione è considerata soluzione alla sofferenza e non origine del disturbo. Per Ama, i genitori non possono essere lasciati da soli, ma deve essere costruita una rete di sostegno che supporti tutta la famiglia.
Al suo interno, Ama spiega cosa fare per la presa in carico del ragazzo, che è difficile perché ostacolata dalla volontà di non uscire di casa ed è resa ancora più complessa dal fatto che la reclusione è considerata soluzione alla sofferenza e non origine del disturbo. Per Ama, i genitori non possono essere lasciati da soli, ma deve essere costruita una rete di sostegno che supporti tutta la famiglia.
All’interno del Sistema integrato di servizi, interventi ed opportunità per bambini, giovani e famiglie del Territorio Val D’Adige, l’associazione offre un servizio di ascolto e accompagnamento dei genitori di ragazzi e ragazze in ritiro sociale.
Attualmente, nell’associazione ci sono due gruppi di auto mutuo aiuto che si occupano specificamente del fenomeno: uno per genitori con figli under 18 e l’altro per quelli con figli over 18. C’è poi un terzo gruppo, che si trova online, nel quale confluiscono i genitori di coloro che si stanno ritirando a causa dei videogiochi: il gaming disorder è infatti un fenomeno simile, ma clinicamente molto diverso. Per i genitori che si trovano ad affrontare questa sofferenza, l’associazione offre anche momenti informativi e di consulenza, colloqui e laboratori dedicati al sostegno del ruolo genitoriale.
Nel corso degli anni sono stati inoltre svolti numerosi eventi di informazione e sensibilizzazione ed è stata creata una rete con i servizi sociali, sanitari e scolastici del territorio, per offrire alle famiglie risposte personalizzate. Parallelamente la rete offre opportunità di aggregazione e percorsi per i ragazzi.
Nella guida, oltre alla definizione della problematica, che si manifesta con l’isolamento volontario, sono indicate una serie di informazioni utili per comprendere e affrontare la situazione.
Bisogna infatti distinguere il ritiro sociale in base all’età della persona, che sarà motivata da scelte diverse a seconda della fase della vita. Tra le tipologie dei soggetti che scelgono l’isolamento, vi sono i ragazzi e le ragazze di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non stanno lavorando né studiando, i cosiddetti Neet (Not in Education, Employment or Training). Ci sono giovani che scelgono volontariamente di ritirarsi in casa già alla fine delle scuole secondarie di primo grado o nel biennio di quelle superiori. Vi è infine un’altra possibilità, ovvero che il ritiro sia l’espressione di una condizione psicopatologica, legata ad esempio a problemi di ansia o depressione.
Bisogna infatti distinguere il ritiro sociale in base all’età della persona, che sarà motivata da scelte diverse a seconda della fase della vita. Tra le tipologie dei soggetti che scelgono l’isolamento, vi sono i ragazzi e le ragazze di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non stanno lavorando né studiando, i cosiddetti Neet (Not in Education, Employment or Training). Ci sono giovani che scelgono volontariamente di ritirarsi in casa già alla fine delle scuole secondarie di primo grado o nel biennio di quelle superiori. Vi è infine un’altra possibilità, ovvero che il ritiro sia l’espressione di una condizione psicopatologica, legata ad esempio a problemi di ansia o depressione.