Economia
mercoledì 3 Luglio, 2024
di Tommaso Di Giannantonio
Alleanze a sud, «ma anche a nord». L’operazione «Hydro Dolomiti Energia» apre un ventaglio di possibili partnership, non solo con Verona, ma anche con Bolzano. Lo dice il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti. E lo dice anche il sindaco di Trento, Franco Ianeselli. Ossia i massimi rappresentanti di due dei tre soci pubblici della società capogruppo Dolomiti Energia holding, l’altro è il Comune di Rovereto. La sindaca della Città della Quercia, Giulia Robol, parlerà dell’operazione in consiglio comunale il 10 luglio.
Con una nota congiunta, lunedì scorso i tre soci pubblici hanno dichiarato ufficialmente l’intenzione di acquisire il 40% di Hydro Dolomiti Energia, la società del gruppo che gestisce la maggior parte delle centrali idroelettriche trentine. La quota vale circa 400 milioni di euro. Il titolare delle azioni, il fondo australiano Macquarie, ha già raggiunto un accordo di vendita con una cordata di investitori privati, che raggruppa Equitix, Tages Capital sgr e La Finanziaria Trentina, e altri attori locali. Nel momento in cui l’offerta è stata notifica alla società, sono scattati i 20 giorni per il diritto di prelazione.
Dolomiti Energia holding, ossia l’altro azionista (con la restante quota del 60%), ha tempo fino al 14 luglio per decidere di acquisire la quota al posto e allo stesso prezzo della cordata di privati. I tre soci pubblici, in particolare, hanno chiesto al consiglio di amministrazione della società capogruppo Deh di eseguire «una valutazione sulla sostenibilità economico-finanziaria dell’operazione».
«In un’ottica di interesse pubblico — spiega Fugatti — abbiamo chiesto di eseguire un’analisi sui criteri economico-finanziari che stanno alla base di un’eventuale prelazione, per capire se la società è in grado di fare questa operazione e se il piano industriale può essere rispettato o meno. Perché non lo abbiamo fatto prima? Perché non c’era nessuna offerta, ora le carte sono in tavola. È un’azione di responsabilità da parte del soggetto pubblico». Ricordiamo che Provincia, Trento e Rovereto detengono la maggioranza delle azioni di Deh (il 61,8%).
Come riportato nella nota congiunta, l’acquisizione del 40% «non dovrebbe essere finalizzata a accrescere permanentemente la presenza pubblica nel gruppo Dolomiti Energia, bensì mirare al coinvolgimento di nuovi partner – funzionale alla diversificazione del business – o dell’ampliamento dell’ambito geografico di operatività e più in generale alla crescita del gruppo». In sostanza, nel caso in cui la prelazione andasse in porto, quel 40%, tutto o in parte, sarebbe rivenduto ad altri soggetti per costruire nuove partnership. «A dire il vero — considera il governatore trentino — lo stiamo facendo da anni. La società deve trovare nuovi alleati, sia a nord che a sud». Quindi non solo Verona, Mantova e Vicenza, ma anche Bolzano, in particolare Alperia, la società che gestisce le centrali idroelettriche altoatesine, interamente pubblica.
Dal consiglio provinciale, sia dai banchi della maggioranza che da quelli della minoranza, arriva la richiesta di aprire a un modello di azionariato diffuso, cioè azioni comprate dai singoli cittadini. «Azionariato diffuso? Prima dobbiamo esercitare la prelazione», liquida così la questione il governatore.
Ianeselli tende a rimarcare il carattere «razionale» dell’operazione. «L’atto di indirizzo è stato chiaro: con un approccio razionale abbiamo chiesto alla società di comunicarci la convenienza economica sulla prelazione — sottolinea il sindaco di Trento — L’operazione non si basa su posizioni ideologiche sull’acqua pubblica, anche perché non dobbiamo dimenticarci che i privati continuano a rimanere all’interno di Dolomiti Energia».
Stando all’interlocuzione con la società, «non è necessario procedere a un aumento di capitale. La società — riferisce Ianeselli — è in buone condizioni per accedere al credito. E garantire che non ci saranno ripercussioni sui dividendi». I soci pubblici, infatti, hanno chiesto che, in caso di prelazione, non vengano ridotti i dividendi. «Questa operazione — conclude Ianeselli — permette di confermare la strategia di diversificazione del mercato e stringere nuove alleanze, a sud, ma anche a nord».
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