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martedì 11 Luglio, 2023

I casi Abodi e Facci scuotono il governo. Opposizioni all’attacco

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Contestate le parole del ministro allo sport sul coming out di Jankto («Non amo le ostentazioni») e un articolo del giornalista sulla vicenda La Russa jr

L’imputazione coatta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro per il caso Cospito, l’inchiesta sulle società della ministra al Turismo Daniela Santanché, le polemiche generate dalle dichiarazioni del presidente del Senato Ignazio La Russa in difesa del figlio accusato di violenza sessuale, e ora anche quelle scaturite nelle ultime ore dalle affermazioni del ministro dello Sport Andrea Abodi sul coming out fatto dal calciatore Jakub Jankto («Non amo le ostentazioni ma le scelte individuali vanno rispettate»). A cui si aggiunge anche il caso del giornalista Filippo Facci, nella bufera per alcuni passaggi del suo articolo su Libero in merito alla vicenda del presunto stupro del figlio di Ignazio La Russa a una ragazza (« Fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache la Russa»), con il giornalista che vede il suo programma in Rai in bilico e dichiara: «È stato tutto inventato pretestuosamente e ha fatto di me carne da cannone. Sono polemiche che ieri riguardavano altre persone e domani altre ancora, è la lotta tra maggioranza e opposizione di questo governo, non ho alcuna valutazione legata a questa cosa ridicola». Più passano i giorni più aumentano i fronti con cui Giorgia Meloni si trova a dover fare i conti, con le opposizioni sempre in pressing sulla presidente del Consiglio affinché rompa il silenzio e prenda una posizione ufficiale. La premier, impegnata ieri a Riga nel bilaterale con l’omologo lettone Krisjanis Karins, si ferma per le dichiarazioni ufficiali ma non per un punto stampa, rinviando l’appuntamento al termine del vertice Nato che oggi e domani la vedrà impegnata a Vilnius. Concluso il summit, insomma, Meloni farà il punto della situazione, ma in Italia intanto non si ferma l’attacco al governo con Elly Schlein che si domanda «quanto durerà ancora il silenzio» della premier «da settimane in ostaggio delle inchieste, degli scandali e dei vergognosi sproloqui della sua stessa maggioranza». La segretaria dem evidenzia anche il fatto che «non abbiamo sentito da lei una sola parola sulle emergenze economiche e sociali del Paese, non una parola sulla proposta unitaria delle opposizioni sul salario minimo, sul caro mutui, sulla sicurezza sul lavoro, su come contrastare l’inflazione. Cos’altro deve accadere perché, infine batta un colpo?», insiste Schlein tornando sulla vicenda La Russa («Sta perdendo l’occasione di essere dalla parte delle donne, si sta mostrando di parte») e anche sul nuovo caso legato alle parole di Abodi sul calciatore Jankto: «È uno dei classici argomenti omofobi, fate pure quello che volete basta che non si veda. Io le ho trovate delle affermazioni molto gravi».
Ad attaccare il governo sullo stesso tema è anche Azione definendo l’esecutivo «costantemente al limite tra il becero e l’inopportuno. Nel 2023 ritenere che l’orientamento sessuale sia una scelta è sinonimo di ignoranza. Sono ossessionati dai diritti civili e dalle libertà individuali. Vale la pena ricordargli però che non sono concessioni o patenti da rilasciare». Per il leader di Italia Viva Matteo Renzi, tuttavia, il vero problema per l’inquilina di Palazzo Chigi «sono le tasse, non la pitonessa» (soprannome della Santanchè).