La morte dell'ex premier
mercoledì 14 Giugno, 2023
di Redazione
In un duomo di Milano gremito e blindato per ragioni di sicurezza, si stanno celebrando i funerali di Silvio Berlusconi, l’ex presidente del Consiglio morto lunedì all’età di 86 anni. Sono presenti le massime carica dello Stato, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni e i principali leader politici. Il feretro di Silvio Berlusconi è entrato in duomo coperto di fuori bianchi e rose rosse. Subito dietro ci sono i figli Marina, Piersilvio, Eleonora, Barbara e Luigi. Anche Marta Fascina accompagna l’ingresso della bara in duomo. Piersilvio ha preso per mano Fascina, per qualche secondo prima di salire le scale del sagrato mentre la primogenita del cavaliere ha accompagnato Fascina sottobraccio. Anche il fratello Paolo era al seguito del feretro del leader di Forza Italia. Nella cattedrale si è schierata anche la squadra del Monza di cui Berlusconi era presidente dopo aver guidato per anni il Milan. Il giudizio su Berlusconi ha diviso radicalmente in vita e dopo (leggi le interviste a Michaela Biancofiore e Marco Boato)
L’omelia dell’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha insistito sul concetto di amore. “Amare e desiderare di essere amato. Amare e cercare l’amore, come una promessa di vita, come una storia complicata, come una fedeltà compromessa. Desiderare di essere amato e temere che l’amore possa essere solo una concessione, una accondiscendenza, una passione tempestosa e precaria. Amare e desiderare di essere amato per sempre e provare le delusioni dell’amore e sperare che ci possa essere una via per un amore più alto, più forte, più grande” ha detto l’arcivescovo di Milano durante i funerali: “Amare e percorrere le vie della dedizione. Amare e sperare. Amare e affidarsi. Amare ed arrendersi. Ecco che cosa si può dire dell’uomo: un desiderio di amore, che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento“, ha proseguito Delpini prima di entrare nel personaggio: “Essere contento e amare le feste. Godere il bello della vita. Essere contento senza troppi pensieri e senza troppe inquietudini. Essere contento degli amici di una vita. Essere contento delle imprese che danno soddisfazione. Essere contento e desiderare che siano contenti anche gli altri. Essere contento di sé e stupirsi che gli altri non siano contenti. Essere contento delle cose buone, dei momenti belli, degli applausi della gente, degli elogi dei sostenitori. Godere della compagnia. Essere contento delle cose minime che fanno sorridere, del gesto simpatico, del risultato gratificante. Essere contento e sperimentare che la gioia è precaria“.
Alla cerimonia ha partecipato anche il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, e una delegazione di Forza Italia guidata dal coordinatore regionale Giorgio Leonardi. “Il mio ricordo personale di Berlusconi è il suo grande aspetto umano – ha affermato Fugatti -. La capacità di mettersi a confronto con tutti. È stato un grande imprenditore e un grande presidente del consiglio che è sempre riuscito a tenere un contatto umano con tutte le persone di qualsiasi categoria e ceto sociale fossero. La nostra presenza qui oggi è un dovere istituzionale. In quanto l’autonomia trentina è sempre stata rispettata e tutelata dai vari governi Berlusconi e alcune scelte sono state importanti anche per i giorni che stiamo vivendo oggi”.
Dopo le polemiche per il lutto nazionale e i funerali di Stato, non sono mancate tensioni anche durante il funerale. Un uomo ha esposto un cartello con la scritta “Vergogna di Stato”. E’ stato aggredito e cacciato dalla folla in piazza Duomo. Un altro indossava una maglia con la scritta “Io non sono in lutto”. Prima una donna lo ha colpito con un ombrello, poi qualcuno gli ha strappato il cartello dalle mani. Poco dopo è partito un coro “scemo, scemo” da alcuni ultras e fan radunati sempre in piazza. È intervenuta anche la polizia, che ha poi scortato fuori l’uomo.