Agricoltura
venerdì 28 Ottobre, 2022
di Redazione
Quattro puntate per raccontare le principali produzioni dell’arco alpino: la viticoltura, la frutticoltura, in particolare la melicoltura, la zootecnia e l’alpeggio e poi le produzioni di nicchia come miele, ortaggi e erbe officinali.
E’ questo il senso di «io, tu, noi, agricoltura» il progetto lanciato da Agia e Sbj che pubblicheranno sui loro canali social i video realizzati ad hoc a cominciare dal 3 di novembre e per quattro settimane. Una produzione che, in uno spirito di collaborazione regionale, è stata realizzata in entrambe le lingue. «Le nostre organizzazioni giovanili lavorano da anni per mettere in primo piano il cibo locale con vari progetti e iniziative, sensibilizzando sull’importanza dei cicli stagionali. Con questa campagna vogliamo stabilire una connessione tra il produttore di cibo locale e il consumatore» spiega Angelika Springet, presidente SBJ. Elia Bettelli, vicepresidente AGIA Trentino, sottolinea: «Si tratta di un video-progetto diviso in quattro puntate con lo scopo di raccontare l’impegno di noi giovani imprenditori agricoli nei confronti di temi importanti come la sostenibilità all’interno delle nostre realtà produttive concentrandoci sui progressi fatti grazie alle nostre scelte aziendali a tutela dell’ambiente. Rispondendo così a quesiti come: Cosa significa essere agricoltore oggi? Quali sono le scelte aziendali, il lavoro quotidiano e l’impegno costante dei giovani agricoltori per ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura e, contemporaneamente, offrire cibi locali, vicini e sani sulle tavole dei consumatori?». Sono i giovani produttori a guardare direttamente in camera, raccontando le loro storie con il fine ultimo di sensibilizzare il consumatore finale ed aiutarlo a conoscere il processo produttivo del cibo che acquista e di conseguenza riconoscerne il giusto valore.
Tennis
di Redazione
Il campione altoatesino sulla copertina di «Tennis Magazine» che titola «Il primo della classe». Lui: «Tre anni fa nei tornei più importanti arrivavo negli ottavi, nei quarti; l'anno dopo alternavo quarti e semifinali»