ECONOMIA

giovedì 28 Settembre, 2023

I «Tre Bicchieri» di Gambero Rosso premiano dodici vini del Trentino

di

La classifica 2024 incorona i migliori fermi e spumanti: sei le conferme di cantine già premiate un anno fa. In Alto Adige i riconoscimenti vanno a 24 bottiglie

Al fermento delle bollicine di montagna si accompagna la tradizione dei vini fermi nella classifica delle migliori bottiglie trentine premiate dall’edizione 2024 dei «Tre bicchieri» di Gambero Rosso. Le dodici etichette insignite, in perfetto equilibrio numerico tra metodo classico e vini fermi, ribadiscono la grande versatilità dei vignaioli del territorio. Ne risulta una gamma di produzioni «eccellenti» vasta: dal Nosiola al Teroldego, dal Pinot nero al Trentodoc. Un viaggio nel calice che tocca il Trentino da nord a sud e da est a ovest: da Avio alla Piana Rotaliana, dalla val di Non alla val di Cembra. La classifica porta avanti marchi più noti – per sei cantine l’incoronazione è stata una riconferma rispetto all’anno scorso – e altri più di nicchia. In tutti i casi, premia il vino riconoscendo il lavoro di chi lo produce, molto spesso da generazioni, il più delle volte in famiglia.
I rossi fermi
In questa edizione di Gambero Rosso prevale l’equilibrio. Tra bianchi e rossi, tra spumanti e fermi. E di questi ultimi prevale la territorialità. Si distingue il Teroldego, con due bottiglie premiate quest’anno. Il primo è il Teroldego Rotaliano Sangue di Drago 2020, di Marco Donati. Una tradizione lunga cinque generazioni che ricava la varietà pregiata dalla vigna storica del Maso Donati, nel cuore della zona Rotaliana. Rispetto ai «Tre Bicchieri» di un anno fa, la famiglia di Mezzocorona è una novità. L’altra eccellenza rotaliana è della cantina De Vescovi Ulzbach, premiata anche lo scorso anno, con la stessa bottiglia, annata 2019. Ora riceve la corona il Teroldego Rotaliano Vigilius 2020. Tra gli habitué della classifica, un altro rosso, il San Leonardo del 2018, della tenuta San Leonardo di Avio, nel basso Trentino. Un vino rissi stile bordolese, simbolo della cantina. Infine, il Pinot Nero Faedi Bellaveder del 2020.
I bianchi fermi
Per i bianchi fermi si spazia da Cavedine alla Val di Cembra. Le cantine premiate sono due «new entry» rispetto alla classifica 2023. Il Nosiola L’Ora 2021 di cantina Pravis. Un bianco dedicato al vento tipico delle zone, nato da uve cresciute in località Monti di Cavedine, a 400 metri di altitudine. Della stessa bottiglia era già stata premiata l’annata 2018 nel 2022. Un’altra eccellenza è la cantina Pojer e Sandri, di Faedo, tra la Valle dell’Adige e la Valle di Cembra, fondata nel 1975. Gambero Rosso ha assegnato tre bicchieri al suo Trentino Riesling 2022, da vigne coltivate in modo sostenibile (già riconosciuto nel 2019).
Metodo classico trentino
Non possono mancare le bollicine. Alla ribalta nel festival a loro dedicato, e ora nella celebre classifica del settore. Le novità rispetto alla rassegna passata sono due. Il ritorno di Cavit tra i premiati, con il suo Trento Brut Altemasi Graal Ris del 2016, e l’ingresso di Mas dei Chini, con Trento Inkino Extra Brut Rosè 2019. Tra i rosè si consolida la presenza tra i migliori di Moser Vini, con il suo Trento Extra Brut Rosè 2018. Premiata anche nel 2024 la Cantina Letrari di Rovereto, per il Trento Brut 976 Riserva del Fondatore 2012. Per il Trento Brut Rotari Flavio Riserva del 2015 i «Tre bicchieri» vanno anche a Rotari e a Cantine Ferrari per il Trento Extra Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2012, da vitigni Chardonnay.
I 24 premi dell’Alto Adige
Ci sono stati anni più affollati, in cui in Trentino si contavano anche 14 bottiglie nella classifica dei migliori. Nell’ultimo biennio si è raggiunta una sostanziale stabilità sui 12 vini. Il che è un buon risultato. Eppure l’Alto Adige fa ancora meglio. Mette a segno nel 2024 ben 24 calici riconosciuti. La distribuzione dei massimi riconoscimenti concessi da Gambero Rosso coinvolge tutta la Provincia, dai profumati bianchi delle valli Isarco e Venosta ai bolzanini Lagrein. Con vigneti dai 220 metri del fondovalle agli oltre 1.000 delle zone più alte.
Il giovane Marzemino
Sempre in tema di premiazioni, ieri è stato il giorno dell’assegnazione del riconoscimento «Vigna Eccellente». Un premio che punta a valorizzare il legame tra viticoltura e paesaggio e il ruolo attivo degli agricoltori nella costruzione armonica degli spazi coltivati. Giovanni Frapporti, viticoltore under 30 di Folaso di Isera ha, secondo la giuria, il più bel vigneto di Marzemino.