il caso
lunedì 30 Ottobre, 2023
di Sara Alouani
La richiesta di annullamento del concerto del rapper Niky Savage è il caso da qualche giorno a questa parte a Trento. Il cantante milanese dovrebbe esibirsi domani 31 ottobre a Sanbapolis ma «Non una di meno Trento» già venerdì scorso attraverso un post si è dichiarata contraria all’evento a causa dei suoi testi «sessisti» e che promuoverebbero «la cultura dello stupro».
Oggi anche la Commissione Pari Opportunità ha espresso «la sua forte contrarietà all’esibizione di un rapper conosciuto anche per i suoi testi fortemente lesivi della dignità delle donne e di incitamento alla violenza contro di esse». Il comunicato, inviato questa mattina all’attenzione del sindaco Franco Ianeselli e del Centro culturale Santa Chiara, chiede espressamente «l’annullamento del concerto» poiché «tale esibizione, rivolta soprattutto ad un pubblico giovane, rappresenta il distillato di una sotto-cultura sessista, violenta e fortemente irrispettosa verso le donne, che come istituzione pubblica abbiamo cercato – con tutti i mezzi e con tutte le risorse per noi disponibili – di contribuire a contrastare e sradicare in tutta la collettività anche e soprattutto attraverso progetti mirati alle nuove generazioni».
Dello stesso parere anche il Consiglio delle Donne del Comune di Trento che «esprime tutta la sua preoccupazione per il messaggio di istigazione alla violenza contro le donne, presente nei testi del cantante» e chiede l’annullamento dell’esibizione specialmente considerato «il momento storico in cui la violenza non diminuisce e si contano 10 femminicidi al mese in Italia».
Critico anche il consigliere provinciale Paolo Zanella che punta il dito contro gli organizzatori in quanto «di fronte a canzoni che inneggiano al fascismo o con espressioni contro gli stranieri nessunɜ tra gli organizzatori avrebbe esitato a bloccare l’esibizione di un gruppo fascista o razzista. Perché esiste un limite alla libertà di espressione: non si può alimentare la cultura dell’odio, specie verso le minoranze, siano esse tali in termini numerici o, come nel caso delle donne, in termini di potere.
Su odio razziale, fascista, sull’antisemitismo tutti (o quasi…) d’accordo. Quando i testi delle canzoni reificano le donne a partire dai loro corpi e legittimano la cultura dello stupro, però, gli organizzatori silenti. Il dominio della cultura patriarcale lo si vede pure da qui. La Provincia e l’assessora uscente alle Pari opportunità non hanno nulla da dire su quanto organizza un ente strumentale della Provincia? Sono anni che dico a Segnana che più che agire (o meglio, oltre che agire) a monte, si deve agire a valle della violenza di genere, facendo prevenzione! Questo è fare prevenzione?!
Quindi si organizzino tutti gli assolutamente necessari dibattiti con ɜ ragazzɜ per capire perché questa subcultura machista stia prendendo piede, ma intanto non si dia spazio a questo scempio sessista. Anche coinvolgendo giovani cantanti che la pensano in senso opposto e che delle domande se le fanno.
Il primo cittadino ha affermato di aver inoltrato agli organizzatori dell’evento trap la richiesta di annullamento del concerto previsto per domani sera 31 ottobre poiché «i testi delle sue canzoni riducono le donne a un corpo senza dignità ammiccando a una sessualità malata e distorta».
«La mia – precisa il sindaco – è una richiesta, non un ordine, perché il sindaco non ha (giustamente) il potere di censura. Tra i miei compiti c’è invece sicuramente quello di favorire un dibattito sulla (sub) cultura veicolata dalla musica trap che tanto piace agli adolescenti. Lo stiamo già facendo con il nostro servizio Cultura e con le Politiche giovanili, ma bisogna fare di più, ripristinando per esempio quei corsi sull’educazione alla parità di genere che sono stati aboliti qualche anno fa dalla Provincia».