ELEZIONI PROVINCIALI 2023

martedì 24 Ottobre, 2023

Ianeselli sulle elezioni provinciali: «Il centrosinistra ha retto solo in città. Ora si pensi alla bonifica per il bypass»

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Il commento del sindaco di Trento dopo la vittoria-bis di Fugatti

Di ritorno da Roma con il premio assegnato per la seconda volta consecutiva a Trento come città italiana più sostenibile, il sindaco Franco Ianeselli definisce «netta» l’affermazione di Fugatti e del centrodestra. «Ma è come se ci fosse uno specchio tra città e provincia: grosso modo il risultato di Trento corrisponde al contrario a quello totale del Trentino».
Quasi una roccaforte rossa circondata da tutt’altro colore. Come se lo spiega?
«Siamo tutti orgogliosi delle nostre radici, ma in città si è abituati alle diversità, alle mescolanze. Poi c’è anche un questione di organizzazione politica. In città noi ci siamo e siamo molto forti, non solo nella Ztl: in tutta la città, anche nei sobborghi e nei paesi. Mentre a livello provinciale ci sono zone del Trentino in cui siamo in difficoltà. Ai consiglieri di opposizione eletti spetta un compito di ripopolare le valli con la loro presenza».
Questo quadro, in prospettiva, potrebbe affidarle anche una responsabilità maggiore a livello politico provinciale?
«Guardando all’oggi credo che tutti, e questo riguarda sia il presidente Fugatti, a cui faccio le congratulazioni, sia il sottoscritto, che sia nell’interesse del Trentino lavorare assieme, senza acuire le divisioni. Come nella passata legislatura sulla funivia sul Bondone, sull’urbanistica, sui trasporti e sulla questione del by pass ferroviario, chiedo alla Provincia di essere con noi con forza nel chiedere la bonifica delle aree inquinate di Trento Nord, che è indispensabile. Mentre una questione che sembrerebbe solo della città, cioè Trento capitale del volontariato, non la vivremo certo in contrapposizione a qualcosa. Il punto è unire, tenere assieme il Trentino. E lo dico da sindaco di una città che ogni giorno raddoppia in abitanti per via di chi vi arriva dalle valli. Da un punto di vista politico, serve un impegno di tutti coloro che appartengono alla mia parte politica per essere presenti in tutto il Trentino. Anche perché il risultato è netto, ma tende al contendibile: non stiamo parlando un 70 a 25».
In questi cinque anni tra capoluogo e Provincia ci sono state frizioni, però sempre ricomposte. Che cosa si aspetta ora da un presidente confermato e che forse, alla prima elezione, sentiva maggiormente la necessità di marcare il territorio?
«Voglio aspettarmi un presidente sempre meno partigiano o interprete di una parte politica. Loro avevano iniziato in termini molto ideologici, di divisione e chiusura. È una fase che io vorrei vedere superata. Compresa quella sorta di insofferenza rispetto alla città che invece ho visto. Con una piena comprensione del fatto che il Trentino o cresce assieme o cade assieme. Anche sentendomene dalla mia parte politica, ho provato a interpretare un ruolo istituzionale: quello di lavorare per comporre. Giorgio Tonini una volta fece una battuta: normalmente il Comune organizzerebbe i concerti e la Provincia si occuperebbe del bypass ferroviario. Quindi vediamo di condividere i prossimi concerti, ma anche di occuparci assieme delle bonifiche di quell’area».
Questione giunta comunale: ora andrà finalmente ricomposta?
«Il centrodestra ha vinto in maniera netta, è vero, ma hanno chiuso la campagna elettorale senza neppure riuscire a farsi una foto di gruppo assieme, perché si detestavano. Ora forse la vittoria li riunificherà, lo spero per il Trentino. Mentre a Francesco Valduga va riconosciuto che ha portato una coalizione unita, quindi dobbiamo fargli tutti un gradissimo ringraziamento. E questo mi darà la possibilità di procedere in tempi brevi, e senza strappi, a reintegrare la giunta comunale».
Senza anticipare nulla?
«Certo».
La prima questione destinata a un tavolo di confronto con la futura giunta provinciale?
«Sicuramente i terreni inquinati di Trento Nord».
Altre in prospettiva?
«Sull’urbanistica abbiamo fatto un lavoro importante: il piano di sviluppo urbano sulla parte di città attorno al fiume. Si dovrà lavorare bene su quello».
I pesi dei vari partiti, con il Pd al primo posto: c’è qualcosa che l’ha sorpresa?
«Non avevo scritto le cifre su una busta segreta, per cui non posso dire di averli azzeccati. Però è più meno quello che mi aspettavo. Sono poi molto contento per gli assessori eletti, mentre mi dispiace per il segretario del Pd, che stimo molto».
Il dato di Campobase, che per la prima volta si presentava con questo nome?
«Un signor risultato».
E la minuscola lotta tra Italia Viva e Azione?
«È una presenza che sento in città. Quindi si conferma l’assoluta necessità di collaborare con loro nella coalizione che governa la città».
Al peso politico della Lega si è sostituito quello di Fratelli d’Italia. Cambierà qualcosa nei rapporti politici tra la Provincia e il Comune?
«Guardando gli eletti di Fratelli d’Italia, è un coacervo di persone diverse: gente che prima era con il centrosinistra, poi c’è una coloritura bianca, inoltre figure molto divisive. Occorrerà vedere come sarà composta la giunta provinciale. Ripeto: loro vengono da una campagna elettorale in cui avevano difficoltà persino a salutarsi. E questo non promette bene. Ma in questa giornata non posso che sperare nel meglio per il Trentino».