Energia
lunedì 26 Dicembre, 2022
di Redazione
Grande la soddisfazione dei Comuni per i contenuti della sentenza della Corte Costituzionale n. 265/2022 che si fonda sui medesimi presupposti della mozione approvata in data 15 settembre 2021 dal Consiglio delle autonomie locali in merito alla possibilità e necessità di non mettere a gara la concessione delle piccole derivazioni di acqua pubblica a scopo idroelettrico. Le argomentazioni alla base della sentenza del giudice delle leggi si fondano sull’esistenza di un ordinamento nazionale contraddittorio, entro il quale la disciplina in materia di concorrenza prevista dall’Europa con la Direttiva Bolkenstein non trova declinazione per le piccole derivazioni, ma unicamente per le grandi, con i principi del Codice degli appalti, che riguardano la concorrenza, che non si applicano alle concessioni idroelettriche. Partendo da tali considerazioni, la Corte ritiene che il ricorso presentato dal Governo nei confronti della normativa introdotta dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, la quale prevede proroghe delle piccole concessioni al 2031-2036, sia inammissibile.
Nel riconoscere, peraltro, la legittimità del cosiddetto ‘autoconsumo’, la Corte ritiene non sufficientemente motivato il ricorso del Governo, in quanto si limita ad assumere come applicabile la Direttiva Bolkenstein e desumere, senza particolari argomentazioni, il mancato rispetto dell’articolo 12 paragrafo 1 della Direttiva stessa, in materia di concorrenza.
Soddisfatto per il nuovo scenario il Presidente del Consiglio delle autonomie locali, Paride Gianmoena: “Stiamo studiando i contenuti della sentenza, ma è chiaro che oggi i Comuni, anche se non hanno ancora visto mettere a gara le proprie concessioni, grazie alla proroga prevista nella normativa approvata dal Consiglio provinciale, chiederanno con ancora più forza e determinazione la sospensione o abrogazione della legge provinciale che, con decorrenza 2024 e 2027, prevede la messa a gara delle piccole e medie concessioni’. L’ultima richiesta formulata dal Consiglio delle autonomie locali, ossia di prorogare al 2029 la durata delle piccole e medie concessioni in essere o scadute (in analogia con quanto fatto dal Consiglio provinciale per le grandi), presentata in subordine a quella di evitare la gara per le riassegnazioni, non ha trovato accoglimento da parte del Consiglio provinciale. “Ma ora che il quadro di riferimento è mutato – afferma Gianmoena – la possibilità di aiutare la montagna mantenendo sul Territorio le risorse connesse allo sfruttamento idroelettrico, evitando il rispettivo spopolamento, diviene più concreta. Siamo certi che il Presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti e l’Assessore provinciale all’Ambiente ed Energia Mario Tonina sapranno rivalutare le nostre richieste alla luce del nuovo scenario che si è aperto”.
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