Innovazione

giovedì 11 Luglio, 2024

Idrogeno e chip: 73 milioni di progetto finanziato dall’Unione europea

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A Rovereto il nuovo centro da 10mila metri quadri

In Trentino arrivano nuove risorse. Ammontano a un miliardo 330 milioni di euro i fondi complessivi previsti dal Pnrr per la Provincia autonoma di Trento al mese di giugno. I dati di maggio parlavano di un miliardo e 290 milioni, il che significa che sono stati approvati circa 40 milioni in più tra voci che calano di poco (salute e green) ed altre che crescono. L’aumento principale riguarda la missione numero 4 istruzione e ricerca. A maggio le risorse preventivate per tale ambito erano pari a 234,49 milioni di euro, nel mese di giugno la cifra è di 281,82. Sono dunque stati concessi circa 48 milioni in più per istruzione e ricerca. Di questi la maggior parte si concentra nella componente 2 alla voce Ipcei, il fondo europeo per importanti progetti di interesse comune nel campo dell’idrogeno e della microelettronica. Si parla di uno stanziamento complessivo da 73 milioni, 34 in più in un solo mese. I progetti di interesse europeo sono principalmente la Micro Nano charactericazion and Facility e il Centro Sustainable Energy per l’idrogeno, gestiti da Fbk. «Abbiamo ricevuto dei decreti di concessione integrativi sui progetti Ipcei – spiega Luigi Crema, direttore del Centro Sustainable energy di Fbk – La parte di mia competenza è relativa alle batterie Eubatim e idrogeno Hy2Tech e i fondi integrativi incideranno per circa 6 milioni su 26 complessivi». I due progetti principali e le risorse in arrivo, continua Crema «contribuiranno alla realizzazione del nuovo centro nella zona industriale di Rovereto, dove un tempo sorgeva Arcese articolati». L’orizzonte non è solo provinciale ma guarda anche oltre confine: «La nostra ambizione – dice il direttore – è lavorare in un contesto europeo e realizzare tecnologie di alto livello sia sul tema dell’idrogeno che delle batterie. I nostri primi obiettivi riguardano le tecnologie per la produzione di idrogeno e gli elettrolizzatori» Applicazioni possibili investono l’industria pesante e l’automotive ma anche la produzione di batterie a flusso e allo stato solido, come quelle a Ioni di Lidio e Sodio, «materiali critici non così abbondanti», commenta Crema. L’altro versante è quello della microelettronica, su cui Fbk è da tempo in prima linea. Già a partire dal 2019 il progetto Microelettronica 1, che si concluderà quest’anno aveva ricevuto dal Ministero risorse per quasi 14 milioni. A questi se ne aggiungono altri 50, spalmati su 5 anni, nel contesto di Microelettronica 2. Si tratta di un altro progetto approvato di recente e che proseguirà fino al 2029. L’obiettivo è creare nuove piattaforme tecnologiche attraverso l’uso di sensori ma anche estendere la tecnologia dal silicio verso nuovi materiali. «Cerchiamo di aprire la strada per diventare i nuovi leader verso materiali che permettano lavorazioni meno energivore oltre che una migliore tenuta in ambienti più aggressivi – spiega la responsabile dell’area Micro Nano characterization and Facility di Fbk, Lorenza Ferrario – A questo aggiungeremo anche un lavoro sul back end che porterà il singolo chip ad essere integrato in un sistema più funzionante». Ma dove porterà tutto questo?
«Si sta ampliando il mondo dell’applicazione di satelliti anche per le comunicazioni. Nello spazio c’è una grande quantità di radiazioni e il carburo di silicio (uno dei nuovi materiali ndr) è più adatto in ambienti di questo tipo. Stiamo realizzando poi sensori più adatti nella componentistica di veicoli elettrici, i quali verranno utili anche per ulteriori applicazioni industriali. Abbiamo tante richieste di collaborazione da parte di aziende per la costruzione di dispositivi e componenti vari». Ferrario non nasconde la propria soddisfazione per il progetto: «È motivo di orgoglio perché è un riconoscimento del lavoro che abbiamo fatto in Trentino- commenta- Avere una filiera per lo sviluppo di un sensore completo non è un traguardo facile e scontato. Sono fiera di questo grande risultato di Fbk».