il caso
venerdì 9 Febbraio, 2024
Il caso del concorso per sostituti direttori con strane promozioni e criteri su misura. Degasperi (Onda) e Pallanch (Fp Cisl): «Stralciate il bando»
di Simone Casciano
Nel disegno di legge di variazione al bilancio viene proposto un bando per 80 posti che sembrerebbe favorire quelli che sono già stati in passato nominati dalla giunta

Nuova legge di variazione di bilancio della provincia, nuovo caso che riguarda la gestione del personale provinciale. A sollevare il tema questa volta sono Giuseppe Pallanch, segretario della Fp Cisl del Trentino, e il consigliere provinciale di Onda Filippo Degasperi. La questione riguarda il quarto articolo del disegno legge atteso dal voto in aula a inizio marzo: «Concorso pubblico per l’accesso alla qualifica di direttore d’ufficio».
Il concorso contestato
Si tratta di un bando «per titoli ed esami per l’accesso alla qualifica di direttore di ufficio per un numero massimo di posti pari all’80 per cento degli uffici vacanti alla data di entrata in vigore della presente legge». Il ddl specifica che «La selezione avviene attraverso procedure comparative che tengono conto dell’esperienza professionale maturata, dei titoli professionali, di studio o di specializzazione ulteriori rispetto a quelli previsti» normalmente dalla legge provinciale sul personale per questo genere di concorsi, e questa è una prima nota dolente per chi critica. Si tratta poi di un bando in cui è previsto che «Una quota non superiore al 30 per cento dei posti è riservata al personale in servizio in Provincia», ma soprattutto che «una quota non superiore al 15 per cento è riservata al personale in servizio a tempo indeterminato in possesso dei requisiti di accesso alla qualifica di direttore d’ufficio che abbia maturato almeno un anno di sostituzione su un ufficio vacante». Proprio questo ultimo punto è quello maggiormente contestato sia da Pallanch che da Degasperi, per capirlo bisogna spiegare cos’è la qualifica e il fenomeno dei «sostituti direttori», le figure a cui viene riservato questo 15% delle quote.
Il sistema dei sostituti
La legge sul personale della Provincia prevede la figura del «sostituto direttore». Si tratta di una norma che consente ad un funzionario di livello D con almeno 5 anni di servizio o a un livello C con almeno 8 anni di servizio di essere provvisoriamente nominato come «sostituto direttore» in caso di vacanza del posto. La nomina è così discrezionale e rimessa all’organo politico, ossia la giunta provinciale. Il sostituto dovrebbe rimanere in carica massimo un anno, il temo di organizzare un concorso per il posto, ma vari escamotage burocratici permettono di estendere la permanenza del sostituto anche fino a 4 o 5 anni. Attualmente i sostituti direttori, che ricevono per questa carica un’indennità specifica, sono più di 80 nell’amministrazione provinciale, una cifra vicina al 50% dei direttori in servizio.
La sentenza
Recentemente però il giudice del lavoro ha contestato questo meccanismo. Lo scrive Filippo Degasperi in un interrogazione depositata in Consiglio. «Si apprende che la Provincia – scrive Degasperi – È stata condannata al risarcimento del danno per avere nominato un sostituto direttore senza espletare una adeguata procedura selettiva». Una nomina, proposta dalla dirigente del dipartimento sviluppo economico Laura Pedron in accordo con l’assessore Spinelli secondo le carte della sentenza, contestata dal giudice, su ricorso di un dipendente provinciale. La condanna prevedeva di «rinnovare la procedura per il conferimento dell’incarico», di risarcire economicamente la dipendente per la mancata chance a essere nominata e a rifonderle le spese legali.
Una sanatoria?
Proprio a partire da questa sentenza il sospetto di Degasperi è che questo maxi concorso, per coprire i tanti posti da direttore vacanti, coperti finora con il metodo del «sostituto direttore», sia «una grande sanatoria», organizzata nel timore di nuovi ricorsi con esiti simili. «Il sospetto non può che essere quello – dice Degasperi – L’esito di quel ricorso mette in discussione tutto questo tipo di nomine fatte. Come è franato quello potrebbe succedere ad altri incarichi. Con danni per il personale e per i contribuenti».
Le critiche
Sia Degasperi che Pallanch sono d’accordo sulla necessità di organizzare un concorso pubblico per coprire questi posti. Entrambi però contestano le modalità di quello previsto nell’articolo 4 del ddl. Soprattutto per la quota di posti, 15%, riservata a chi già ricopre quel ruolo sulla base di una nomina discrezionale e politica. «I concorsi vanno fatti secondo le regole – dice Degasperi – Ci sono sicuramente persone che meritano e emergeranno attraverso un concorso fatto secondo le giuste norme che ne premierà il merito e ne garantirà la terzietà rispetto al potere politico». La Cisl chiede di fermarsi per valutare al meglio le metodologie del concorso. «Si chiede quindi di stralciare l’articolo e ci si dichiara disponibili a rivedere in modo concertato le modalità di accesso alla qualifica di direttore» recita la lettera mandata da Pallanch ai vertici della Provincia. «Siccome dei concorsi c’è un gran bisogno forse sarebbe meglio emendare il testo – conclude Degasperi – Portare la giunta al tavolo a parlare però non è facile».
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