L'iniziativa
venerdì 10 Novembre, 2023
di Leonardo Omezzolli
L’uomo è di Brentonico e risponde al nome di Fulvio Viesi, presidente dell’associazione Tutela Marroni di Castione, il monumento naturale, invece, è siciliano, di Sant’Alfio in provincia di Catania, più noto a tutti come il Castagno dei Cento Cavalli, e i loro figli (propagazioni del millenario castagno Unesco ndr), ben quattro, saranno cittadini portatori di pace in quattro luoghi simbolici: a Trento città del Concilio, a Gerusalemme, ad Assisi e nei Giardini Vaticani.
È la nuova iniziativa che coinvolge l’esperto Viesi, cittadino onorario di Sant’Alfio, e promotore del piano d’azione scientifico che ha portato a salvare nel 2017 il vetusto fagaceo da 250 quintali di materiale legnoso con un’altezza di 22 metri e un diametro della chioma di 46, sotto i quali dimorano tre tronconi di 52 metri.
Quattro discendenti diretti
La prima azione da intraprendere è quella di creare quattro piccole piante di castagni che abbiano lo stesso identico germoplasma (il “dna” della pianta) in modo da garantire la prosecuzione diretta della biodiversità genetica di specie. Poi si procederà con lo sviluppo delle piantine e la loro messa a dimora. «Lo scorso ottobre – racconta Viesi – in occasione dell’annuale festa dei Marroni di Castione, è venuto a trovarci il sindaco di Sant’Alfio, Alfio La Spina, con il quale abbiamo deciso di lanciare questo progetto che vede protagonista il millenario castagno, riconosciuto dall’Unesco come monumento Messaggero di Pace nel mondo, e mediante il quale vogliamo trasportare il suo codice genetico diretto in quattro luoghi simbolici, mettendo a dimora i figli del castagno dei Cento Cavalli».
Il primo a Trento, nel 2024
Se le cose procedono pe ril meglio sarà Trento, durante le feste Vigiliane a vedere la prima pianta messa a dimora e frutto della propagazione del simbolico albero. «Trento perché città del Concilio e perché ha un legame territoriale con la nostra associazione che ha contribuito fattivamente – racconta Viesi – a rinvigorire questo speciale monumento vegetale Unesco». Infatti, grazie al trattamento avvenuto con una corretta potatura nel 2022 che ha contrastato il cancro del vegetale e l’importazione in loco di 11 mila insetti che ecologicamente hanno contrastato nel 2017 il Cinipide Galligeno, un parassita molto pericoloso che attacca i germogli delle piante ospiti, arrestandone la crescita vegetativa e provocando una riduzione della fruttificazione e il deperimento della pianta, il millenario castagno è tornato vigoroso riprendendo negli ultimi due autunni a produrre castagne: ben mezza tonnellata.
Un lavoro che va tutelato
Eppure nonostante l’impegno profuso e gli anni dedicati personalmente al millenario castagno, che sono valsi a Viesi la cittadinanza onoraria di Sant’Alfio, qualcuno con apparente superficialità sta minando le basi scientifiche e autorizzative che danno valore e sono prova del lavoro svolto dal brentegano. «Ho iniziato a monitorare e studiare scientificamente il castagno già dal 2002 e da allora con il supporto di tutti gli enti, dal Comune alla Regione, dall’Università al Ministero, abbiamo fatto con tanto di autorizzazioni le opportune valutazioni e i calcoli sulla storia e la vita di questo monumento vegetale. Nell’ultimo periodo – ci tiene a sottolineare Viesi – ci sono delle realtà siciliane che si stanno appropriando del lavoro svolto da noi e addirittura ne stanno confutando alcune analisi, come quella sulla stima dell’età che secondo queste persone, che non hanno avuto alcuna autorizzazione a studiare il castagno, sarebbe di “soli” 2 mila anni. Abbiamo pile di documenti e analisi. Ci tuteleremo».