Piedicastello
sabato 12 Ottobre, 2024
di Donatello Baldo
L’assessore provinciale alla Casa Simone Marchiori, nella risposta a un’interrogazione di Lucia Coppola di Avs, dice espressamente che il destino del Centro sociale Bruno è segnato, perlomeno del Bruno in Lung’Adige, perché lo stabile ora occupato è destinato alla demolizione.
L’assessore, nella risposta, ha aggiunto anche un po’ di polemica, incolpando l’amministrazione di Ianeselli di «non essersi fatta più sentire» rispetto a soluzioni temporanee che potessero far rimanere gli attivisti fino alla realizzazione del nuovo quartiere di Piedicastello.
Provocazione che ha suscitato la contro-replica del Comune che ha ricordato all’assessore che la Provincia si era limitata a proporre una cessione di immobile con tutti i lavori di adeguamento a carico dell’amministrazione del capoluogo.
Ieri è arrivata la nota del Centro sociale: «Per l’ennesima volta un assessore della giunta provinciale si dimentica di dire che su quell’area non c’è al momento nessuna ipotesi progettuale e che quindi parlare di demolizione dell’immobile è assurdo.Ma anche se ci fosse, il Bruno può benissimo coesistere con qualsiasi edificazione dell’area che in ogni caso dovrebbe essere discussa con chi quel quartiere lo fa vivere quotidianamente. Non servono progetti calati dall’alto ma una volontà politica di discutere e ascoltare le esigenze dei cittadini e delle cittadine. Piaccia o non piaccia — continua la nota — il Bruno proprio il 10 ottobre ha compiuto 18 anni ed è parte integrante del tessuto sociale, culturale e politico della città. E Piedicastello è il suo quartiere ottimale».
Gli attivisti rispondono anche sul punto dell’accoglienza, perché Marchiori aveva lasciato intendere che se il Comune avesse risposto ai suoi solleciti di incontro potevano accordarsi anche sulla permanenza nello stabile dei servizi per i senzatetto nei periodi invernali: «È alquanto irritante parlare di emergenza freddo quando la Provincia sta smantellando un sistema di accoglienza e non fa nulla per garantire dignità e diritti alle persone senza casa».
Da segnalare, ieri, anche la presa di posizione della Lega: «Finalmente — scrive il segretario cittadino Devid Moranduzzo — è stata assunta una decisione importante da parte della Giunta provinciale di Trento. Era ora». Peccato che però arrivi la precisazione di Marchiori che spiega come «la giunta non ha preso nessuna decisione». E spiega: «Non c’è alcun atto formale, non cambia nulla.
La struttura è di Patrimonio del Trentino e se si demolisce è per il piano guida del nuovo quartiere di Piedicastello. In attesa della sua realizzazione si era pensato di ospitarli comunque, con progetti di finalità sociale, questo è vero — ammette Marchiori — ma non c’è stata risposta dal Comune e non ci sono state interlocuzioni. Io sarei stato disponibile». E sarebbe disponibile in futuro? «Una soluzione deve trovarla il Comune. Ma chiarisco che io non ce l’ho con quelli del Bruno, la mia non è una posizione punitiva nei loro confronti. Ho solo segnalato che non hanno titolo per stare lì, come non lo avrebbe a queste condizioni nemmeno l’Opera Pia».
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