politica
sabato 15 Aprile, 2023
di Donatello Baldo
A dieci giorni dall’aggressione mortale dell’orsa JJ4 al giovane runner della Val di Sole Andrea Papi, aspettando quindi il tempo del lutto prima di polemizzare, i consiglieri provinciali del centrosinistra — o meglio dell’Alleanza democratica autonomista — hanno convocato una conferenza stampa. «Una persona è morta, e ora la Provincia ha trovato il coraggio di agire. Ma prima di questa tragedia è stato fatto tutto quello che si poteva fare?».
«Non si è fatto tutto il possibile»
È l’esponente di Casa Autonomia il primo a intervenire, l’ex assessore della giunta Rossi che nella scorsa legislatura ha affrontato in prima persona il tema degli orsi in Trentino: «Ora vengono a galla molte mancanza». La prima: «Il collare con le pile scariche, ad esempio. Che poteva essere cambiato indipendentemente dalla sentenza del Consiglio di Stato. Se davvero c’era pericolo per l’incolumità dei cittadini andava messo ogni tre mesi, perché sarebbe stato utile il monitoraggio di un animale ritenuto aggressivo. E non si dica che non serve, che non c’è copertura Gsm», incalza Dallapiccola. E spiega: «Oltre al segnale che viaggia sui ripetitori c’è il segnale Vhf che viene captato dalle radio. Certo — aggiunge — sarebbero serviti uomini e mezzi sulle strade di accesso alla zona per impedirne l’accesso, cosa che con KJ2 fu fatta dalla giunta precedente». Dallapiccola non accetta nemmeno le giustificazioni sui ricorsi alla magistratura che avrebbero impedito di procedere: «Gli strumenti normativi c’erano ieri e ci sono oggi. Anzi, aggiunge, c’è pure una norma che abbiamo fatto noi nel 2018 che permette di agire subito». Norma che però è stata oggetto, quando applicata, dei famosi ricorsi: «C’è chi ha forzato le norme per difendere l’incolumità delle persone, finendo anche in tribunale, altri no». Il riferimento è a Ugo Rossi, denunciato per la morte di Kj2 nel 2017: «E c’è invece — continua — chi ha sempre cercato di minimizzare».
«Problema sottovalutato»
Altro punto, quello del monitoraggio degli orsi problematici. E sempre Dallapiccola attacca: «Servono forestali? Per il concerto di Vasco Rossi li hanno trovati. E hanno trovato anche i soldi per farlo. Soldi che dicono non esserci per il monitoraggio intensivo, che oggi si fa solo biennale. Insomma — afferma il consigliere — ci sono una sequenza di mancanze e di errori che fanno pensare». In linea, per lui, con l’atteggiamento della giunta Fugatti di questi ultimi anni: «Nascondere il problema, meno se ne parla meglio è. Al netto delle sparate propagandistiche irrealizzabili come quella di rimuovere metà degli orsi, cosa impossibile, cosa che non sarà mai attuata. Qui si prendono in giro le persone». E conclude, rispondendo indirettamente anche alla famiglia del giovane che chiedeva alle istituzioni di assumersi le proprie responsabilità: «Siamo tutti responsabili, ma qualcuno è più responsabile di altri per non aver utilizzato una legge a disposizione per intervenire, abdicando di fatto ad agire come presidente di una Provincia autonoma».
«Si doveva intervenire prima»
Dura anche la presa di posizione di Luca Zeni, Pd: «Si poteva intervenire anche prima sui soggetti problematici, e non si dica che la magistratura aveva bloccato tutto perché non è vero. Le motivazioni di allora, la presenza dei cuccioli, è poi venuta meno ma nessuno è più intervenuto». E ancora: «C’è pure il caso di Andalo nel 2020, un’altra aggressione, orso da tempo segnalato come problematico e senza nessun provvedimento a suo carico. Con i forestali che lo accerchiavano mentre scorrazzava in paese senza l’ordine di abbattimento». E per l’esponente del Pd Fugatti non può giustificarsi nemmeno di fronte alla decisione presa ieri dal Tar: «Che non dice che non si può abbattere JJ4, ma dice che la documentazione è carente».
«Da Fugatti ironia fuori luogo»
Zanella, Futura: «Chiederemo conto degli investimenti fatti sulla gestione degli orsi. E chiederemo conto anche del perché sia stato votato un ordine del giorno in Consiglio provinciale con l’appoggio di tutti e anche di Fugatti senza poi mettere in atto le sue raccomandazioni». Zanella si riferisce a un atto politico del 2021 che prevedeva, oltre a maggiori investimenti per contrastare eventuali problematiche legate ai plantigradi, anche azioni di prevenzione sui cassonetti, sulla legalizzazione dello spray anti-orso, prevedendo anche misure che in casi particolari prevedesse l’abbattimento, da preferire rispetto alla captivazione permanente. «Perché non è stato fatto nulla di tutto questo?». E Zanella critica anche «la gestione poco istituzionale della vicenda»: «Con ironia Fugatti chiedeva alle associazioni animaliste di prendersi gli orsi. Ma non si fa così, non è questo il modo di affrontare una questione complessa».
«È mancata la prevenzione»
Anche Lucia Coppola di Europa Verde è intervenuta, ribadendo l’importanza della prevenzione: «Che non è mai stata fatta davvero. Niente cassonetti anti-orso, niente spray altri orsi, niente corridoi faunistici per permettere all’orso la mobilità su altri territori». Staccandosi dalla linea della maggioranza degli alleati, e riconoscendo la diversa posizione in merito, Coppola si è detta favorevole alla proposta della Lav di trasferire JJ4 in altro luogo protetto, cosa che ha messo un po’ in imbarazzo le altre forze politiche presenti: «Non ci si pulisce la coscienza mettendo un animale selvatico in gabbia — ha quindi commentato Dallapiccola — e per tutti gli etologi è meglio ammazzarlo che tenerlo rinchiuso castrato e drogato come M49 al Casteller».
Ma il centrosinistra litiga, ancora
L’imbarazzo più grande ha però colpito tutti all’inizio della conferenza stampa, quando Ugo Rossi è entrato e ha visto l’ex senatore verde Marco Boato. «Io sono una persona seria — ha affermato — io non partecipo a una conferenza stampa con chi mi ha denunciato nel 2017 per la gestione dell’orso». Una denuncia annunciata dai Verdi nazionali sulla vicenda di Kj2, ma mai davvero depositata. Rossi in ogni caso se n’è andato, lasciando tutti di stucco: «Capisco il collega», ha commentato Dallapiccola, spiegando poi che l’accordo era che ci fossero solo i consiglieri provinciali. «Marco — è quindi intervenuta Lucia Coppola — se siamo divisivi ti chiedo di uscire». Ma Boato è rimasto lì, inoltrando poi a tutti il messaggio di chiarimento inviato a Rossi: «Mi dicono che ti saresti allontanato per la mia presenza. Spero davvero che non corrisponda al vero. Io sono venuto ad assistere in quanto sono giornalista, iscritto all’Ordine da oltre 50 anni (ho da poco ricevuto un riconoscimento pubblico per questo), e sono il direttore responsabile della rivista “Ecologica.it”. Spero che l’equivoco, se davvero c’è stato (sono tutt’ora incredulo), sia definitivamente chiarito. Un abbraccio da Marco». E un post scriptum: «Qualcuno mi ha anche riferito che tu avresti detto che io ti avrei a suo tempo denunciato. Faccio fatica a credere che tu l’abbia davvero detto, perché io nella mia vita non ho mai fatto denunce al riguardo». Non si conosce la risposta, ma la notizia è questa: anche sull’orso il centrosinistra è riuscito a litigare.
il caso
di Redazione
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