Il report

lunedì 11 Dicembre, 2023

Il cervo, ingegnere degli ecosistemi

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Appuntamento per mercoledì alle 20.30 al Muse per scoprire i segreti di questo ungulato che ha rischiato l'estinzione in Trentino

In Trentino all’inizio del secolo scorso il cervo era quasi estinto. Oggi questo animale ha ripopolato molte zone raggiungendo numeri considerevoli. Mercoledì 13 dicembre alle 20.45 al MUSE Luca Pedrotti, Luca Corlatti e Anna Sustersic del Parco Nazionale dello Stelvio – Trentino faranno un approfondimento sul più grande ungulato alpino nell’ambito della rassegna «Incontri al museo per parlare di fauna».

Quali fattori ambientali ne influenzano la densità nel nostro territorio? Come avvengono i censimenti? Quali impatti ha la presenza del cervo sull’ecosistema forestale, sulle altre specie e sulle attività umane? Sono alcune delle domande a cui MUSE e Parco Nazionale dello Stelvio cercheranno di rispondere nel prossimo appuntamento di “Incontri al museo per parlare di fauna”, storico programma di appuntamenti per avvicinarsi con prospettive sempre nuove alle ricerche e agli studi su fauna, biodiversità e conservazione della natura.

Nel corso della serata Luca Pedrotti, Luca Corlatti e Anna Sustersic tracceranno una breve panoramica sulla storia del cervo in Italia e sulle Alpi negli ultimi secoli e fino alla situazione attuale, spiegheranno la dinamica e la demografia del cervo in ambiente alpino e come densità, neve e temperatura regolino la crescita delle popolazioni, la sopravvivenza e la fertilità di questa specie. Un particolare focus sarà dedicato alle tecniche di monitoraggio, dai censimenti primaverili con il faro al mark-resight (marcature individuali) fino alle stime della probabilità di avvistamento.

«Il cervo può essere paragonato a un ingegnere degli ecosistemi. I dati che raccogliamo – anticipano la relatrice e i relatori – ci possono aiutare a comprendere gli impatti che questa specie ha sull’habitat, sulla biodiversità e sulle attività umane, e a definire elementi e azioni per la conservazione e la gestione degli ecosistemi alpini. Durante la serata parleremo anche dell’impatto dei cambiamenti climatici sulla presenza di questo ungulato, che tende a spostarsi sempre più in quota entrando in competizione con il camoscio».