Il personaggio
sabato 7 Settembre, 2024
di Daniele Benfanti
«Ero in vacanza in Trentino, alcuni anni fa, per la precisione in Valle di Fiemme. Ho conosciuto da vicino la splendida Valle di Cembra e si è creata l’occasione di portare qui le mie competenze manuali, la mia conoscenza nell’arte del fabbro in particolare». Fabio Gonnella è toscano, arriva dal Monte Amiata, dove la metallurgia è di casa. «Ora qui in valle di Cembra porto avanti un progetto per salvare gli antichi mestieri, renderli un’attrattiva di visita, ma anche trasmetterli ai giovani del posto per dare loro un futuro, una prospettiva e evitare che lascino la Valle.
«Qui in Valle di Cembra c’è già il sentiero degli antichi mestieri – prosegue Gonnella – ed è una grandissima opportunità da sfruttare per animare queste fucine. Io organizzo dimostrazioni, faccio corsi, interagisco con i ragazzi. Abbiamo ricostruito una casa in stile medievale secondo le tecniche dell’epoca, lavoriamo sui materiali. Ci sono altri ruderi da trasformare. Formando i primi maestri artigiani degli antichi mestieri, si può pensare davvero a realizzare un museo diffuso. C’è la regia della Rete di Riserve dell’Avisio, con Paolo Piffer, e sono in stretto contatto con il Comune di Sovèr» prosegue Gonnella.
Grumes, Grauno, Faver, Valda, Segonzano, Lases: molti i paesi della Valle che hanno già ospitato o ospiteranno laboratori e corsi tenuti da Gonnella per formare fabbri, falegnami, esperti artigiani nell’intreccio di fibre vegetali. «Sono anche in contatto con il Mets, il Museo etnografico di san Michele all’Adige e spero nascano proficue collaborazioni» aggiunge il maestro fabbro toscano, impegnato a restaurare opifici, mulini e a ridare vita a carri, botti, vecchie scale. «In Val d’Orcia, nel senese, da dove provengo, c’è una grandissima e radicata tradizione alchemica, favorita dalla conformazione geologica di quel territorio situato alle falde del Monte Amiata, che è di origine vulcanica. Verso i miei vent’anni d’età ho conosciuto un fabbro e ne ho sposato la nipote. Il bello è che lui mi disse che per lui ero già troppo vecchio: lui aveva cominciato a 5 anni a imparare i rudimenti dell’arte del fabbro e lavorava sul serio. Io comunque già da bambino amavo i coltelli, e mia madre me li toglieva sempre, e avevo una passione smodata per la manualità».
E così il maestro Gonnella ha cominciato a macinare pietre, a saldare metalli, far uscire dalle sue mani la magia di prodotti unici. «Pensate che la ditta Coppi in Val d’Orcia lavora i metalli fin dal 1600».
Ma per Gonnella il fascino senza tempo di queste tante manualità è nel produrre oggetti utili e belli senza l’ausilio dell’energia elettrica né tanto meno delle tecniche digitali. Nel corso degli anni è diventato operatore di archeologia sperimentale e ha collaborato per un ventennio con i Parchi archeologici e minerari della val di Cornia, di Piombino e di Populonia, sempre in Toscana.
«Qui in Val di Cembra ho l’aspirazione di raggiungere due obiettivi con il mio lavoro – spiega Gonnella – ovvero di recuperare gli antichi mestieri e tutta la cultura che ruota intorno a i saperi manuali e tecnici di una volta, e riportare un presidio di vita e lavoro in montagna, in questo caso nella mezza montagna della Val di Cembra. Gli antichi mestieri fanno vivere i paesi e villaggi di montagna e garantiscono un turismo dolce e non invasivo». «Ridiamo un martello in mano ai bambini – conclude Gonnella – e facciamo arnesi fatti per durare».