politica

giovedì 7 Settembre, 2023

Il futuro di Rovereto senza Valduga, freddezza su Olivi

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Le dimissioni del sindaco aprono nuovi scenari. Il Pd locale: «Via già segnata con la vicesindaca Giulia Robol»

Che Alessandro Olivi sia una figura «di valore», una «risorsa», trova tutti d’accordo. Ma c’è freddezza sul suo nome come candidato sindaco nel post-Valduga. Il segretario provinciale del Partito democratico, Alessandro Dal Ri, dice chiaramente che a «Rovereto decide Rovereto». E il circolo dem della Città della Quercia sembra più orientato sulla vicesindaca Giulia Robol. «L’ultima parola — è il parere di Carlo Fait, segretario del Pd roveretano — spetta alla coalizione, ma il percorso è segnato. Ora sarà Giulia Robol a proseguire il lavoro fatto fino ad ora e questi mesi di “reggenza” serviranno a consolidare il rapporto che c’è in maggioranza». A domanda precisa, su il T di ieri, il consigliere provinciale uscente non ha escluso una sua possibile candidatura: «Ho già fatto il sindaco ed è un’esperienza straordinaria, però non ho nessuna ambizione di ricoprire ruoli — ha detto Olivi — Vivo in questa città e le ho dedicato molte delle mie energie. Se mi chiedono di dare una mano alla città la do volentieri». Il suo sarebbe certamente un nome di peso: «campione» di preferenze, è stato già sindaco di Folgaria e per due volte assessore all’industria e al lavoro, prima con Dellai e poi con Rossi. È anche vero, però, che nel 2013 fu una parte del circolo roveretano del Pd a non sostenerlo alle primarie. Un candidato sindaco bisognerà comunque trovarlo. Le dimissioni del sindaco Francesco Valduga, che guiderà il centrosinistra alle elezioni provinciali del 22 ottobre, sono ormai prossime. Al suo posto, come reggente, subentrerà la vicesindaca Giulia Robol. «Mi sembra prematuro pensare al post-Valduga — premette il segretario provinciale del Pd, Alessandro Dal Ri — Le elezioni comunali saranno probabilmente a giugno in coincidenza con le europee. C’è ancora tempo». Ma la decisione a chi spetterà? «A Rovereto decide Rovereto — dice — Noi abbiamo sempre lasciato autonomia ai territori, poi ovviamente si faranno tutte le valutazioni a tempo debito. Olivi è una figura che tutti apprezzano come amministratore, è una figura di valore». Chi conosce bene Olivi è Alessio Manica, suo collega in consiglio provinciale. «L’unica cosa certa è il nostro impegno a tenere assieme la coalizione di Valduga e magari allargarla, poi ci siederemo al tavolo con una vicesindaca che avrà già fatto un periodo di reggenza — spiega — Ben vengano le disponibilità come quella di Olivi, ma il nostro obiettivo è confermare il governo della città e mantenere perlomeno la stessa coalizione. Prendo in positivo il messaggio di Olivi. Condivido l’idea che quando si chiude un ciclo, non si scompare, ma si rimane una risorsa per il partito. Lui chiude l’esperienza provinciale con molto credito e sapere che continuerà a dare una mano alla comunità del Pd è positivo. L’auspicio è quello di partire con lo spirito utilizzato alle provinciali. Il Pd — conclude — dovrà comunque fare da polo federatore». L’orientamento del circolo roveretano del Pd sembra andare verso una direzione, quella di Robol come successora naturale. «L’ultima parola — spiega Carlo Fait, segretario del Pd roveretano — spetta alla coalizione, ma il percorso è segnato. Ora sarà Giulia Robol a proseguire il lavoro fatto fino a qui e questi mesi di “reggenza” serviranno a consolidare il rapporto che c’è in maggioranza. Che, lo ripetiamo, è ottimo: abbiamo lavorato bene e senza scossoni, né motivi di scontro. L’intesa c’è e quindi proseguiamo sul solco già tracciato e che ha dato risposte positive. Alessandro Olivi? L’apporto che può dare Olivi al Pd lo conosciamo tutti: è e sarà preziosa la sua esperienza anche in vista delle comunali. In quale ruolo lo si vedrà più avanti, eventualmente. E in ogni caso va ribadito che qualsiasi scelta e decisione dovrà essere per forza maturata all’interno della coalizione, mediante un confronto aperto e trasparente come peraltro abbiamo sempre fatto. Il tempo per parlarsi c’è— conclude Fait — ora aspettiamo di chiudere questa partita delle provinciali (che è la prima che dobbiamo vincere) e poi non mancheranno le occasioni per metterci al tavolo con tutte le forze della coalizione sia per portare a termine il programma già avviato sia per mettere a punto il prossimo».