la storia
venerdì 13 Settembre, 2024
di Adele Oriana Orlando
Che il signor Franco Baldessari fosse un uomo di buon cuore, lo avevano capito tutti a Povo. Aveva adottato Rasty, un cane già adulto, perché il suo precedente proprietario non poteva più occuparsene. La conferma dell’enorme bontà di quest’uomo è arrivata dopo la sua scomparsa (avvenuta il 4 di giugno), all’apertura delle sue volontà testamentarie: ha lasciato il suo appartamento in via Salè a Povo, al comune di Trento, con il vincolo che quanto ricavato dalla vendita venisse donato al canile municipale. Gli altri beni non mobili e il suo cane Rasty, invece, sono stati lasciati alla Fondazione trentina per la ricerca sui tumori. Sull’appartamento si è pronunciato martedì sera il Consiglio comunale di Trento che ha discusso e approvato la questione. Il cane Rasty, invece, dopo aver perso il suo amico umano, è stato accolto con grande affetto dalle vicine di casa di Franco che lo hanno accudito, portato a passeggio e nutrito. Loro sapevano che era necessario fare qualcosa per non rischiare che Rasty finisse in canile che, anche se accogliente, non è un luogo dove far trascorrere l’intera vita al cane, dovrebbe essere solo un posto di passaggio. Così come erano consapevoli che un cane di sette anni e mezzo, abituato a un umano che lo aveva accudito con tanto amore, avrebbe sofferto molto senza quel contatto quotidiano. Le vicine di casa hanno quindi chiamato in aiuto le volontarie di Zampa Trentina, l’associazione che ogni giorno si muove sul territorio per donare una speranza a tutti gli animali che, per le motivazioni più svariate, nascono o si ritrovano per strada. «Il signor Franco aveva accolto Rasty nel momento in cui il suo precedente proprietario non poteva più occuparsene – ricordano Filly e Paola di Zampa Trentina -. I due erano sempre a spasso insieme e con lui Franco parlava per ore. Si adoravano a vicenda. Quando Franco è scomparso prematuramente, sono scese in campo le vicine di casa che hanno aiutato in tutti i modi, portando fuori Rasty, dandogli il cibo e soprattutto chiamando noi, proprio per evitargli l’entrata in canile. Abbiamo trovato uno stallo per Rasty, ma la situazione non era idonea per lui perché restava troppo tempo da solo». Rasty al fianco di Franco aveva trascorso una vita meravigliosa. Era abituato a passeggiare e a sentire chiacchierare per ore il suo umano che lo trattava con i guanti. «Restare da solo troppo a lungo non faceva per Rasty – spiegano le volontarie di Zampa Trentina -. Abbiamo preparato gli appelli (condivisi anche da Il T Quotidiano ndr) e alla fine è arrivata Daniela. Quando le abbiamo raccontato la storia di Rasty, non è potuta restare indifferente, ha voluto conoscerlo, si è presa del tempo per riflettere e alla fine ha capito che questo cane aveva proprio bisogno di lei. Da oltre un mese Rasty vive sereno con Daniela e suo marito, oltre che con le due gatte di casa. Ogni giorno il suo sguardo è andato sempre più rasserenandosi, fino a che ha capito che questa volta faceva nuovamente parte di una famiglia. Noi non abbiamo conosciuto personalmente il signor Franco, ma siamo certi che dovesse avere negli occhi la stessa bontà che vediamo negli occhi di Rasty. E siamo altrettanto sicure che il suo umano dal cielo lo ha protetto e sarà ora felice di saperlo al sicuro amato e protetto, come lo era con lui». Per come erano state disposte le volontà testamentarie, per legge, Rasty era identificato come «bene mobile». Dettaglio, questo, che stride nelle orecchie di chi ama gli animali. La Fondazione che ha ereditato Rasty, però, ha compreso la situazione e gli ha permesso di iniziare la sua terza vita con la sua nuova famiglia.