Cooperazione
giovedì 8 Giugno, 2023
di Redazione
La Cooperazione Trentina rappresenta 423 imprese, 300 mila soci e socie, dà lavoro a 24 mila persone generando un valore della produzione che supera i 3,5 miliardi di euro (+250 milioni) e un patrimonio di oltre 3 miliardi (+300 milioni) che resta indivisibile a disposizione delle generazioni future. Questi i numeri con cui la Federazione della Cooperazione trentina è arrivata all’assemblea che ha confermato Roberto Simoni presidente e tracciato il futuro del sistema che passa anche da nuovi ambiti come l’energia e il digitale.
«Siamo di fronte a una sfida unica – ha detto Simoni riferendosi alla nascita di comunità energetiche – forse la migliore occasione per creare nuova cooperazione che si è vista negli ultimi decenni, a cui siamo arrivati ben preparati. Questa è la cooperazione che guarda alle sue origini, ad un nuovo inizio che parte dal basso, dalle esigenze della popolazione, che si organizza mettendo a fattor comune le risorse e le energie di cui dispone, e facendo questo promuove l’equità, l’inclusione e la partecipazione democratica, crea un senso di responsabilità condivisa e di empowerment della comunità».
Ad analizzare l’andamento del costo dell’energia degli ultimi anni, dando alle cooperative presenti spunti utili ad affrontare il secondo semestre 2023 e il prossimo anno, ci ha pensato uno dei maggiori esperti italiani di energia, Davide Tabarelli, presidente e fondatore di NE-Nomisma Energia, società indipendente di ricerca sull’energia e l’ambiente, docente presso la Facoltà di Ingegneria di Bologna e presso il Politecnico di Milano, nonché editorialista del Sole 24 Ore.
Ospite dell’assemblea ha mostrato grafici ed andamenti che fanno comprendere come l’Italia sia uno dei Paesi che paga di più l’energia e questo altera la concorrenza rispetto a Stati Uniti e Cina provocando una ulteriore deindustrializzazione. Petrolio, gas e carbone coprono l’80% della domanda di energia. Nel mondo c’è sempre più energia fossile, nonostante i progetti e i proclami. Secondo l’esperto, infatti, la strategia ambientale europea è irrealizzabile.
Il nuovo Consiglio di Amministrazione
Qui di seguito i componenti del nuovo Consiglio di amministrazione con i voti ottenuti. Il presidente Roberto Simoni è stato eletto con 447 voti, pari all’84%. Nel settore Produzione lavoro e servizi: Germano Preghenella 296 (CLA, Multiservizi e Antropos), Camilla Santagiuliana Busellato 301 (Risto3) e Matteo Zanella 287 (Ecoopera). Sociali e abitazione: Sandra Dodi 279 (Città Futura), Francesca Gennai 342 (Consolida e La Coccinella) e Italo Monfredini 282 (Gruppo Spes). Agricolo: Stefano Albasini 319 (Trentingrana e Caseificio Cercen), Rodolfo Brochetti 329 (La Trentina), Lorenzo Libera 327 (Cavit e Cantina di Avio) e Luca Rigotti 352 (Gruppo Mezzacorona). Consumo: Francesca Broch 337 (FC Primiero), Giorgio Corradi 328 (FC Lavarone), Renato Dalpalù 346 (Sait) e Paola Dal Sasso 361 (FC Val di Fiemme). Credito: Maurizio Maffei 295 (CR Vallagarina), Marco Misconel 321 (Val di Fiemme CR), Silvio Mucchi 311 (Fondo Comune e CR Val di Non Rotaliana e Giovo) e Enzo Zampiccoli 299 (CR Alto Garda – Rovereto). Trasversali: Marina Castaldo 316 (Movitrento), Michele Odorizzi 341 (Melinda e Unione Frutticoltori Rallo), Michele Odorizzi 331 (Cooperazione Salute e Kaleidoscopio) e Franco Sartori 290 (FC Valle di Ledro). Partecipanti di diritto: Nadia Martinelli (Donne in Cooperazione) e Luca Riccadonna (Giovani Cooperatori Trentini).
Le opportunità dal digitale
Nella sua relazione, Simoni ha messo in rilievo un altro ambito che offre opportunità senza precedenti, cioè quello della cooperazione digitale, al quale è necessario approcciarsi in modo responsabile, per costruire un futuro sostenibile e inclusivo.
«Barattiamo nuovi e accattivanti servizi con la cessione dei nostri dati, delle nostre abitudini e comportamenti, anche i più personali ed intimi. Ma esiste un modo alternativo di sfruttare le piattaforme digitali e sta proprio nel modello cooperativo».
Le piattaforme digitali cooperative coinvolgono una vasta gamma di attori, consentendo a piccoli produttori, artigiani e operatori locali di raggiungere un pubblico più ampio. Questo apre nuove opportunità di business e promuove la diversità economica, favorendo lo sviluppo sostenibile delle comunità.
InCooperazione è la piattaforma che permette di valorizzare le relazioni territoriali esistenti e di costruirne di nuove, con i propri soci, i propri clienti e la collettività.
«Abbiamo l’ambizione di costruire una piattaforma che parta dal basso, mettendo a sistema i bisogni dei singoli, favorendo la collaborazione e la condivisione a vantaggio dell’intera comunità», ha proseguito Simoni.
Un approccio che la cooperazione sta cercando di condividere con i partner del progetto di ricerca con i quali si sta sviluppando Indaco, la piattaforma di e-commerce nata dall’esperienza di inTrentino.com e che sarà pronta a fine anno.
Questo apre nuove opportunità di business e promuove la diversità economica, favorendo lo sviluppo sostenibile delle comunità.
Soluzioni nuove per mantenere i presidi nelle aree decentrate
Il sistema cooperativo trentino si configura come un modello di successo di decentramento, in grado di contrastare lo spopolamento della montagna e offrire a tutti gli abitanti le stesse opportunità e gli stessi servizi.
Attraverso i punti vendita delle Famiglie Cooperative, i negozi multiservizi, Sieg, le filiali delle Casse Rurali, le postazioni di co-working, le cooperative agricole, in particolare zootecniche, i servizi decentralizzati, la cooperazione trentina si conferma come un insostituibile presidio sul territorio, efficace nel favorire la permanenza delle persone nelle loro comunità di origine e nel garantire una migliore qualità della vita per tutti.
Tutto questo ha un costo. «Quando la sostenibilità economica non è più garantita – ha spiegato Simoni – occorre individuare nuovi percorsi, anche utilizzando la creatività, magari con soluzioni ibride fisiche e digitali. Penso, ad esempio, anche a una collaborazione tra Famiglie Cooperative e Casse Rurali, per condividere spazi nei centri più piccoli in modo da garantire sempre il servizio».
I progetti ai nastri di partenza
Simoni ha presentato alcuni progetti che stanno per vedere la luce dopo mesi di lavoro. Tra questi il progetto di ricerca per sviluppare un servizio di welfare territoriale che mira ad offrire maggiori opportunità̀ di benessere ed inclusione alle persone e alle famiglie, a partire dalle più̀ fragili. L’esito del progetto è una piattaforma unitaria e aperta ai provider di prestazioni e servizi di welfare pubblico, privato e comunitario a disposizione degli utenti che potranno consultarla e attivare i servizi in maniera autonoma oppure assistita.
Il presidente ha anche annunciato che la Federazione proporrà a Trentino Marketing un progetto di valorizzazione dei prodotti eccellenti dell’agricoltura trentina (con un particolare focus sul Trentingrana) e che si occuperà di garantire una postazione di lavoro in co-working ai dipendenti provinciali, prima sperimentazione nazionale di questo genere.
Sempre sul fronte del marketing territoriale, la Federazione è impegnata nell’ultimazione del processo di riconoscimento, a livello nazionale, di un Distretto cooperativo del cibo, ente che avrà lo scopo principale di consolidare l’aggregazione e il confronto dei diversi interessi locali per la valorizzazione delle produzioni agricole e agroalimentari, della qualità alimentare e del paesaggio rurale.
Il sistema cooperativo in Trentino
Le 423 imprese cooperative trentine socie della Federazione intrecciano l’economia e la società in tutti i settori, dal credito con le Casse Rurali al consumo con le Famiglie Cooperative. Dall’agricoltura in tutti i comparti (frutta, vino, ortaggi, latte, carne, formaggi, pesce…) al sociale (gestione asili nido, centri diurni, residenze per anziani, servizi domiciliari…), dai servizi alla produzione lavoro (turismo, ristorazione, ingegneria ambientale, edilizia…) fino all’abitazione.
Un insieme di imprese a cui aderiscono 300 mila soci (+10 mila rispetto al 2021), governato da 3 mila amministratori, che offre un’occupazione stabile ad oltre 24 mila persone. Dal punto di vista economico, questo sistema ha risentito della pandemia e della crisi energetica, dimostrando però buona capacità di reazione, con una crescita del valore della produzione, arrivato a 3,5 miliardi di euro (+250 milioni), e del patrimonio netto, pari a oltre 3 miliardi (+300 milioni).