musei
venerdì 7 Marzo, 2025
Il Mart cerca un nuovo direttore: ma grava l’incognita dei mandati dimezzati per i neonominati
di Simone Casciano
Pubblicato il bando che scadrà fra 20 giorni soltanto: il museo di Rovereto a caccia di una figura con ampia esperienza e profilo di livello internazionale

Il Mart tra 4 mesi potrebbe avere un nuovo direttore, e già questa è una notizia visto che il museo da 5 anni non aveva più questa figura, ossia da quando Maraniello lasciò la cupola di Botta e l’organigramma venne di fatto congelato, con la copertura ad interim del ruolo da parte del dirigente amministrativo Ferretti, e lasciando ampio margine di operatività al presidente Vittorio Sgarbi. Ora la Provincia, su input dell’assessora Gerosa, ha deciso di sanare questa lacuna ed è stato pubblicato l’avviso pubblico per la posizione. Si punta a un profilo internazionale, ma il poco tempo a disposizione per presentare la candidatura, 20 giorni, fa dubitare sulla possibilità di attrarre i migliori profili sul panorama europeo. Contemporaneamente è stato pubblicato anche il bando per la stessa posizione al Buonconsiglio. Contando che il Muse è già passato per lo stesso iter, nominando direttore Massimo Bernardi, presto i tre principali musei del Trentino avranno una nuova guida. Direzioni che però inizieranno con un’ipotetica spada di Damocle sulla testa: quella del mandato dimezzato.
Mart: potenzialità e incognite
Il bando per direttore del Mart scade il 25 marzo, quindi il tempo per presentare domanda non è molto, anche se è stata l’assessora Gerosa a chiedere 5 giorni in più rispetto ai 15 inizialmente preventivati dagli uffici tecnici. Va da sé che, visto il tempo ristretto, ai candidati non è stato chiesto di presentare un progetto di attività per il museo e gli altri istituti museali collegati. Oltre ai classici requisiti per dirigenti i candidati dovranno essere in possesso di almeno uno di 4 requisiti specifici: aver maturato un’esperienza di almeno cinque anni in ruoli dirigenziali presso enti o aziende, pubbliche o private; aver conseguito una specializzazione professionale, culturale o scientifica attraverso studi universitari, postuniversitari o pubblicazioni; aver sviluppato competenze specifiche grazie a concrete esperienze lavorative in ambiti che prevedono l’accesso alla dirigenza; oppure provenire dal mondo della ricerca, della docenza universitaria, della magistratura o dagli organi legali di enti pubblici. Ci sono poi una serie ulteriori di requisiti specifici per la posizione di direttore del Mart: esperienza nella dirigenza dei musei, nell’ideazione di progetti di raccolta fondi, capacità di utilizzo delle tecnologie in ambito museale, conoscenza del patrimonio culturale italiano e provinciale con particolare riguardo al Mart e conoscenza dell’inglese. Il vincitore avrà uno stipendio annuo di 116mila euro lordi. Per scoprire chi si è fatto avanti ora bisognerà aspettare. Non mancano anche i possibili candidati interni, requisiti alla mano tutti e 3 gli attuali direttori d’ufficio al museo potrebbero farsi avanti: Beatrice Avanzo, Denis Isaia e Margherita de Pilati, ma non mancheranno anche i candidati esterni.
Il Mart rappresenta sicuramente un’opportunità accattivante per i professionisti del settore: forte dei suoi numeri e di un budget importante per le mostre.
Non mancano però le incognite: oltre al poco tempo c’è anche la figura di Sgarbi che potrebbe scoraggiare qualche potenziale candidato timoroso di vedere la propria autonomia limitata da un presidente che di certo non si è mai limitato a un ruolo di supervisore. Infine c’è l’incognita sulla durata dell’incarico.
Il mandato dimezzato
Tutti i bandi per direttori dei musei, quello del Muse, del Mart e del Buonconsiglio recitano che la durata del contratto è «non superiore a quella della legislatura in corso e dell’eventuale rinnovo del contratto alla scadenza, per una sola volta». Questo perché le assunzioni dei direttori museali sono normate dalla legge sul personale della Provincia (la 7 del ‘97) e equiparati ai dirigenti provinciali. Se abbia o meno senso legare i mandati di chi dirige un ente museale a quelli dell’esecutivo è un tema politico, resta il fatto che se questo finora non è stato un problema, ora potrebbe diventarlo. C’è infatti la possibilità che il governatore Fugatti lasci la sua carica per candidarsi alle elezioni nazionali del 2027, qualora questo accadesse bisognerebbe fare nuove elezioni per un governatore che resterebbe però in carico solo un anno, fino al 2028, quando ci si riallineerebbe ai normali mandati, nominando un nuovo presidente della Provincia. Qualora questo si verificasse però, gli attuali direttori vedrebbero il loro primo mandato scadere con le dimissioni di Fugatti, l’unico rinnovo possibile esercitato dal governatore in carica per un solo anno e poi costretti a lasciare il posto dopo le successive elezioni. Insomma un potenziale mandato di 10 anni sarebbe dimezzato ad appena quattro anni. Rimane uno scenario per ora ipotetico, ma cosa succederebbe se si verificasse? La legge è chiara, possibile però che la giunta metta in sicurezza i musei sganciando il mandato dei direttori da quello dell’esecutivo. Un modo per evitare questo genere di complicazioni, ma anche per garantire ai dirigenti la loro autonomia.