La mozione
giovedì 17 Aprile, 2025
Il morbo di Parkinson costa ai pazienti duemila euro in visite e terapie. La proposta trentina: «Più attività di ambulatorio»
di Gabriele Stanga
Degasperi (Onda): «Serono convenzioni con gli ambulatori delle specialità mediche coinvolte»

Una spesa «occulta» di almeno duemila euro l’anno, che si ripercuote sui singoli e sulle famiglie, per una malattia che dovrebbe essere seguita dal sistema sanitario pubblico. In Trentino si contano 1.500 casi di Parkinson ed entro il 2030, alla luce dell’invecchiamento della popolazione, potrebbero raddoppiare fino a raggiungere quota 3000. Numeri che sono stati diffusi, la scorsa settimana, dall’associazione Parkinson Trento. «Ormai da tempo è stato accertato che la sindrome si rallenta attraverso un’intensa attività fisica. L’Associazione accompagna i propri soci nei percorsi di fisioterapia: un’attività molto richiesta», ha spiegato Pietro Faverzani, componente del direttivo. Un’attività per cui, molto spesso bisogna pagare, come bisogna pagare per molte visite specialistiche se si vuole evitare le liste d’attesa: sono garantite solo due visite neurologiche l’anno.
Proprio la scorsa il consigliere provinciale Filippo Degasperi (Onda) ha presentato una proposta di mozione per aggiornare l’organizzazione degli ambulatori dedicati alla cura della malattia. Due le richieste al consiglio: la prima è quella di configurare gli ambulatori per il Parkinson agli ospedali di Trento e Rovereto come strutture semplici inserite nelle strutture complesse di neurologia. La seconda è quella di dotare gli ambulatori di convenzioni con le specialità che più spesso coinvolgono i pazienti malati di Parkinson, in modo da assicurare visite gratuite e tempestive. «Nei malati di Parkinson – spiega Degasperi – si osservano più spesso malattie che necessitano visite rapide. La stipsi affligge il 60% dei pazienti e può manifestarsi anni prima della comparsa dei sintomi motori. Almeno un disturbo del sistema nervoso autonomo è presente in tutti i pazienti. la cute grassa è presente nel 32% dei pazienti. Un dermatologo dovrebbe essere reperibile rapidamente e gratuitamente». Altrettanto frequenti, secondo Degasperi sono anche malattie urologiche e problemi pressori, per cui la presenza di urologi e cardiologi diventa, dice il consigliere, «indispensabile». Ma un ruolo importante per «mantenere il benessere generale dei pazienti affetti da malattia di Parkinson, contribuendo a una migliore qualità di vita», lo gioca anche la «corretta alimentazione». In aggiunta «una dieta adeguata può migliorare la risposta ai farmaci ottimizzando l’efficacia dei trattamenti e riducendo potenziali effetti collaterali», motivo per cui «una visita dietetica all’inizio del trattamento è consigliabile». E allo stesso modo una «oculistica, per prevenire i disturbi della vista». Visite che i pazienti già fanno, per l’appunto, ma ricorrendo spesso al privato.
Sul tema interviene anche il dottor Francesco Piscioli, già anatomo patologo all’ospedale di Rovereto: «È noto – afferma – che un paziente affetto da morbo di Parkinson può sviluppare malattie non collegate a disturbi motori come ad esempio stipsi, dermatite seborroica, scialorrea, malattie oculari, iperidrosi, ipertensione… Questi pazienti hanno bisogno di una visita specialistica. Tutti sappiamo che le visite specialistiche costano e spesso i tempi di attesa sono insopportabili per la malattia . È una situazione che può provocare un senso di scoraggiamento fino a sfociare nella depressione».
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