la storia
domenica 24 Dicembre, 2023
di Margherita Montanari
Tutti i mercoledì, intorno alle 11, mette in pausa il lavoro. Lascia l’ufficio e segue le strade che portano a via del Travai. Varca la soglia del Punto d’Incontro. Mette da parte la camicia e le scarpe stringate. Indossa una maglietta comoda, si allaccia in vita il grembiule e assicura il berretto in testa. Da dietro il bancone incrocia sguardi ormai familiari. Versa nel piatto un mestolo di zuppa, un po’ di pasta o riso. Una, due, tre, dieci, cento, centocinquanta porzioni. Dall’altra parte trova chi risponde con un sorriso, chi con un cenno di capo appena percepibile, chi con un «grazie». Alle 13.30 via il grembiule, ritorna la camicia e il passo procede spedito verso l’ufficio, dove ci sono i conti da chiudere. Lorenzo Cereghini ha cominciato a servire i pasti alla mensa dei bisognosi a luglio. Sessant’anni, impiegato in una compagnia assicurativa a Trento, una vita dedicata al lavoro, alla famiglia e allo scoutismo, sarà al Punto d’incontro anche il giorno di Natale.
«Immergersi in questa realtà per due ore e poi tornare nel tram tram quotidiano apre gli occhi. Lavoro come liquidatore di sinistri, un ambito in cui i soldi sono tutto e regolano le dinamiche tra le persone – racconta Cereghini – Da volontario incontro un altro mondo, di estrema precarietà e bisogno, regolato da altre monete». Una realtà in cui il valore è rappresentato da un pasto caldo, da un sorriso sfuggente, dalla parvenza di una dimensione collettiva in cui attenuare il dramma della solitudine. Chi trova la umanità nella conversazione con il compagno di tavolo, chi nel piatto ricevuto, chi nello schermo di un telefono che riporta voci dei cari e volti di casa. «La maggior parte degli ospiti della mensa sono ragazzi giovani – continua il volontario – Soprattutto richiedenti asilo. Mi trovo davanti ragazzi di 25 anni che dormono in strada. Hanno la stessa età di mio figlio».
Tanto evidente quanto spesso taciuto, l’aggravarsi delle disuguaglianze e dell’esclusione sociale risulta ancor più evidente in questi giorni nella mensa di via del Travai. «Mercoledì sono venute 190 persone, ma abbiamo avuto anche giornate con 240 ospiti. I volontari non mancano, molti studenti fuori sede. A Natale non tutti possono essere presenti. Ho capito che un aiuto non avrebbe guastato. Così ho dato la disponibilità per il pranzo di lunedì 25».
Se Natale agli occhi di tanti è tempo festa, per Cereghini è tempo per non rispondere solo di sé. «I cuochi prepareranno un pasto speciale. Farò del mio meglio per rendere diversa questa giornata. Con qualcuno mi sono già dato appuntamento a lunedì. Finito il turno, tornerò dalla mia famiglia. Abbiamo spostato il pranzo alle 14».