Ucraina
domenica 5 Febbraio, 2023
di Redazione
Deponiamo le armi dell’odio e della vendetta per imbracciare la preghiera e la carità. Superiamo quelle antipatie e avversioni che, nel tempo, sono diventate croniche e rischiano di contrapporre le tribù e le etnie. Impariamo a mettere sulle ferite il sale del perdono, che brucia ma guarisce”. Lo ha detto Papa Francesco, nella sua omelia della messa al Mausoleo ‘John Garang’ a Giuba, in Sud Sudan, ultimo appuntamento del viaggio apostolico in Africa. “E, anche se il cuore sanguina per i torti ricevuti – ha aggiunto Bergoglio – rinunciamo una volta per tutte a rispondere al male con il male, e staremo bene dentro; accogliamoci e amiamoci con sincerità e generosità, come fa Dio con noi. Custodiamo il bene che siamo, non lasciamoci corrompere dal male”.
“Alla speranza vorrei associare un’altra parola, la parola di questi giorni e, lo auspico con tutte le forze, anche dei giorni a venire: pace”. Queste le parole di Bergoglio rivolgendosi ai fedeli prima della recita dell’Angelus al Mausoleo John Garang di Giuba. “Affidiamo la causa della pace in Sud Sudan e nell’intero Continente africano, dove tanti nostri fratelli e sorelle nella fede patiscono persecuzioni e pericoli, dove tantissima gente soffre a causa di conflitti, sfruttamento e povertà. Alla Madonna affidiamo anche la pace nel mondo, in particolare i numerosi Paesi che si trovano in guerra, come la martoriata Ucraina”, ha affermato il pontefice, che ha poi ha salutato: “Carissimi fratelli e sorelle, torno a Roma portandovi ancora di più nel cuore. Lo ripeto: siete nel mio cuore, siete nei nostri cuori, siete nei cuori dei cristiani di tutto il mondo! Non perdete mai la speranza. E non si perda l’occasione di costruire la pace. La speranza e la pace dimorino in voi, la speranza e la pace dimorino in Sud Sudan”.