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domenica 28 Maggio, 2023

Il premio Nobel Walesa: «Serve riorganizzare l’Europa, manca una coordinazione unitaria»

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Per l'ex presidente della Polonia è importante, una volta per tutte, mettere a posto la Russia che ha un sistema politico sbagliato

«Noi polacchi siamo rifugiati nella Ue e se non fossimo lì la guerra sarebbe in corso anche in Polonia. Noi sosteniamo al massimo l’Ucraina e vogliamo una volta per tutte mettere a posto la Russia che ha un sistema politico sbagliato. Se il presidente avesse da onorare due mandati quinquennali e niente più non ci sarebbe stato Stalin né Putin, non ci sarebbero malfattori. Dobbiamo sostenerla affinché costituisca un altro sistema politico. Nessuno dei giovani russi sa se domani potrà essere obbligato a combattere e morire. Cerchiamo di convincerli non con le armi e i carri armati ma con la persuasione. Serve opera di persuasione da parte di ogni Paese. Ogni giorno dico ai miei amici russi: domani toccherà a te, a tuo figlio, a tua figlia. Non siamo contro di loro, vogliamo aiutarli a vivere in un Paese normale». Le dichiarazioni sono quelle di Lech Wałęsa, presidente della Polonia dal 1990 al 1995 e Premio Nobel per la pace nel 1983, intervenuto al Festival dell’economia di Trento, nell’incontro “Solidarietà e valori nel XXI secolo”. Walesa ha evidenziato come serve «riorganizzare l’Europa, tutto quello che è negativo è dovuto al fatto che manca una coordinazione unitaria in Europa. Da soli non ce la si fa e ci vuole qualcuno che ispiri e faccia da guida. È molto importante avere influenza come elettorato sulle forze politiche perché le tendenze nazional popolari stanno prendendo la mano un po’ dappertutto. Né Francia né Italia hanno possibilità di prendere e le redini nelle loro mani. Tutti in Europa prendano in mano il loro destino e costruiscano una forte leadership che la possa portare avanti». E ha proseguito: «Nulla si fa da solo, ci vuole uno che ispiri e guidi e quindi è importante avere un’influenza come corpo elettorale sulla politica perché le tendenze nazionali stanno prendendo la mano» in molti Paesi.