Il caso

martedì 9 Gennaio, 2024

Il quadro rubato nel 2013, la copia di Sgarbi «apparsa» nel 2021. L’inchiesta di Report sul presidente del Mart

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La trasmissione di inchiesta: «Quel quadro era stato rubato». Il presidente del Mart: «Falso, il mio non è lo stesso dipinto»

Non c’è pace per Vittorio Sgarbi. Il presidente del Mart e Sottosegretario alla cultura del governo Meloni, che a fine ottobre era stato travolto dal caso delle fatture denunciato dal Fatto Quotidiano, questa volta è finito nel mirino di Report. La trasmissione di Sigfrido Ranucci in onda su Raitre ha infatti mandato in onda domenica sera un servizio in cui mette in dubbio la provenienza di un quadro di proprietà della Fondazione Cavallini-Sgarbi.
L’accusa
Il quadro in questione è un’opera del Seicento di Rutilio Manetti esposta da Sgarbi a Lucca nel corso di una mostra su Caravaggio nel 2021. Un’opera che però somiglia molto ad un quadro dello stesso autore trafugato nel 2013. L’unica differenza tra i due dipinti, raffiguranti entrambi San Pietro sarebbe una fiaccola, una torcia presente in alto a sinistra nel quadro di proprietà di Sgarbi e assente in quello rubato. Secondo Report però si tratterebbe proprio dello stesso quadro. Report ha ricostruito che «Report hanno scoperto che «il trasportatore di fiducia di Sgarbi, Valerio Zannoni, nel 2018 ha recuperato il Manetti dallo studio del restauratore Mingardi, e l’ha portato nella sede della fondazione Cavallini-Sgarbi. Come dimostrano le foto di Mingardi, quel quadro non ha la candela. Poi il quadro viene trasportato presso lo studio di un’altra restauratrice, Valentina Piovan. Che smentisce di aver messo lei la fiaccola». La ricostruzione giornalistica continua poi dicendo che «nell’ottobre 2020, Samuele De Pietri prende l’opera da Piovan e la porta nella sua azienda, la Glab. Nell’opera che ritira da Piovan, in alto a sinistra appare la fiaccola. La Glab è società esperta nella scansione ad alta qualità, e quando analizza il dipinto di Manetti per creare un clone su incarico di Sgarbi, emergono particolari interessanti: intanto, le crepe sulla vernice tipiche di una vecchia tela sono ovunque tranne dove c’erano i buchi. Si nota anche che il frammento trovato nel castello di Buriasco, dove l’opera era stata rubata, si incastra perfettamente nei buchi dell’opera ricevuta da Mingardi, segno del restauro, le vecchie crepe poi mancano anche dove è presente la fiaccola. Segno che è la vernice in quei punti è stata aggiunta di recente».
La difesa
Di fronte a queste accuse è arrivata presto la replica del diretto interessato, Vittorio Sgarbi. «Nessuna incongruenza. Nessuna risposta. Le inchieste le fa la magistratura, alla quale sola, davanti all’evidenza dei fatti, corrotta da due giornalisti, sono pronto a rispondere» ha detto Sgarbi che contesta fortemente il quadro accusatorio delle ricostruzione fatta da Report dicendo che si tratta di una «loro attività diffamatoria, il sospetto è la loro arma. La mia sono le indagini inequivocabili fatte sul dipinto, che loro non conoscono». In tutto questo è difficile capire se questi fatti mettono in dubbio la permanenza di Sgarbi alla presidenza del Mart. L’assessora competente per ora non ha commentato la notizia.