Campioni

sabato 24 Agosto, 2024

Il ricordo di Osler rivive in una gara, domenica novanta ciclisti correranno in memoria del gregario perginese

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Aveva corso anche al fianco di Francesco Moser. La moglie Elena: «Nella vita è stato sempre al servizio degli altri»

A un anno dalla scomparsa, avvenuta nel luglio 2023, Canezza ricorda Marcello Osler nell’unico modo in cui lui stesso avrebbe desiderato: una gara ciclistica. Nasce così la prima edizione del “Memorial Marcello Osler – Gran Premio Itas Mutua” competizione riservata ai giovani della categoria Allievi pronti a darsi battaglia in onore del campione natio della Valsugana. Organizzata dalla società ciclistica Forti e Veloci di Trento (in collaborazione con le associazioni Canezza.it, la Pro Loco di Pergine e il sostegno del Comune di Pergine, la Comunità Alta Valsugana e Bersntol e la Cassa Rurale Alta Valsugana) celebra, dopo più di vent’anni dall’ultima gara, il suo campione. Non solo però. Per capire a pieno cosa abbia significato Osler per il ciclismo è necessario fare un passo indietro, preparandosi a ciò che è stato organizzato in occasione dell’evento di domani.
Una grande carriera
Marcello Osler nasce a Pergine Valsugana nel 1945 e la passione per la bicicletta pare avercela nel sangue. Inizia la carriera indossando la maglia delle giovanili dei Forti e Veloci dimostrando fin da subito doti incredibili. Da dilettante ottiene numerose vittorie, tanto da entrare nel Mondiale disputatosi in Colombia con la Nazionale Dilettanti. Qui Osler subisce una brutta caduta e finisce in coma. Un’esperienza che farebbe nascere qualche perplessità sul proseguimento dell’attività sportiva. Non certo per lui, che una volta dimesso si rimette in sella alla sua bicicletta. Il 1973 è l’anno del salto tra i professionisti tra le file della Sammontana, all’età di 28 anni. Le voci che circolano intorno al suo nome sono che sia ormai troppo anziano per quello sport, una scommessa persa in partenza. Non si nasconde, Marcello, sa che la carta d’identità non gioca a suo favore però il suo spirito gli impedisce di dare adito alle critiche.
La permanenza in squadra dura solo un anno in quanto la chiamata alla Brooklyn è troppo forte. Considerata una tra le squadre più competitive al mondo, tra il 1975 e il 1977 si ritrova a gareggiare accanto (e contro) leggende del mondo ciclistico del calibro di Merckx, Gimondi, De Vlaeminck e Francesco Moser. È in questi anni che il passista veloce ottiene la sua unica vittoria da professionista all’ottava tappa del Giro d’Italia 1975 (Potenza-Sorrento). Nel 1978 si tessera con la Selle Royal e nel biennio ’79-’80 raggiunge Francesco Moser alla Sanson, dove concluderà la carriera come gregario di quest’ultimo. La scommessa perdente aveva vinto.
Un campione nella vita
«Marcello era gregario tanto in bicicletta, quanto nella vita» esordisce Elena Leonardelli abbozzando un sorriso. Come darle torto se a dirlo è lei che come moglie ha conosciuto meglio di chiunque altro l’uomo dietro il campione. «Tornava a casa dal lavoro e ci dividevamo le faccende di casa. Si metteva al servizio degli altri». Il ricordo di chi ha conosciuto Marcello Osler è un’unica voce che ripete quanto oltre un campione in sella, lo fosse anche nella quotidianità. «Andavamo ad allenarci insieme finché era dilettante. Marcello si distingueva per l’intelligenza tattica. Sapeva fare delle cose che facevano solo i campioni. Era veramente fortissimo», ricorda Claudio Morelli, suo grande amico che gli è rimasto accanto fino alla fine. «Era arguto, ironico e intelligente. Era amico di tante persone. Al di là dei meriti sportivi, era una gran persona».
Una volta appese le scarpe al chiodo, lo sportivo contribuì a tenere vivo l’interesse per le due ruote nella sua zona d’origine. Grazie al suo esempio nacque il gruppo sportivo “G.S. Canezza” che per diversi anni ha operato nell’organizzazione di competizioni, così come era una presenza fissa nel gruppo corale a cui era particolarmente legato. Un uomo, insomma, che nonostante la carriera gli imponesse di trasferirsi altrove, ha sempre sentito un forte legame con la sua terra.
Il percorso del memorial
Il tracciato che i ragazzi dovranno affrontare domani avrà una lunghezza totale di 86,2 chilometri con partenza e arrivo a Canezza, abbracciando gli splendidi scenari dei laghi di Caldonazzo e Levico. Il programma prevede il ritrovo degli atleti alle ore 12.30 e l’inizio della corsa per le 14.30. Arrivo previsto per le 16.30. Gli organizzatori contano già una novantina gli iscritti, con il campione italiano di categoria Brandon Fedrizzi a guidare la lista di partenza. È molta l’attesa anche per gli altri protagonisti del ciclismo giovanile che, chissà, un giorno, potrebbero rappresentare i grandi nomi del futuro.