l'addio
sabato 29 Luglio, 2023
di Samanta Deflorian
«Amore mio, eri delicato e allo stesso tempo forte», con queste parole la fidanzata Marianna ha salutato ieri Mattia Amort, nel giorno dell’ultimo saluto.
Non sono bastate le mura della chiesa parrocchiale della Pieve di Cavalese per contenere la folla. Una lunga fila di amici e conoscenti che si è allungata fino oltre al sagrato, interrotta solo dallo squillare della tromba degli alpini che ha annunciato l’inizio della cerimonia.
Don Albino ha dato lettura al vangelo secondo Marco, dal quale ha tratto le parole per rivolgersi ai famigliari di Mattia, scossi da un dolore indicibile, ma tuttavia, ha sottolineato con delicatezza il parroco, senza disperazione. Un dolore, per quanto possibile, reso più sopportabile grazie alla vicinanza dei tanti che in questi giorni si sono stretti attorno alla mamma Monica e al papà Andrea, al fratello Riccardo e a Marianna, compagna non solo di cordata nell’ultima scalata di Mattia, ma anche di vita.
L’immagine scelta dai famigliari per il necrologio di Mattia, la foto di una croce con ai piedi una corda, un casco, dei moschettoni da lui stesso scattata in una gita col papà sul Cimon di Valmoena, viene letta da don Albino come metafora della stessa vita di Mattia: una scalata verso «cose belle e grandi», sempre con il suo immancabile, bellissimo sorriso.
Tra i banchi gremiti di gente tanti i fazzoletti e le lacrime che solcavano i visi durante l’omelia del parroco. Tra gli abiti scuri dei più, spiccavano le divise fosforescenti del personale medico e quelle rosse del soccorso alpino di cui presto anche lui avrebbe fatto parte, le magliette dell’Us Lavazè indossate dai ragazzi come lui cresciuti nello sport con l’associazione sportiva del paese, e tante divise militari e penne sui cappelli. Perché Mattia, oltre a essere un giovane generoso impegnato nella vita sociale e un amante della montagna, era un alpino in servizio nell’Esercito nel 7° reggimento con il grado di tenente.
Davanti alla semplice bara in legno chiaro «vegliata» da quattro militari sull’attenti, si sono fermati per un saluto militare prima di dare lettura ai loro ricordi, coloro che con Mattia hanno condiviso un lavoro che è anche una scelta di vita. Il comandante della sua brigata lo ha abbracciato con parole di stima sia per la persona solare e serena che era, che per l’alpino valoroso e preparato che ha sempre dimostrato di essere. «Avrei voluto rivolgermi a te per congratularmi per un tuo nuovo obiettivo raggiunto, invece mi ritrovo a consegnarti questa lettera per salutarti mentre ti preparavi per salire la tua via più difficile. Ma tu sei un ragazzo forte, allenato, serio e sereno. Saprai come chiudere anche questa via». Il comandante del 7° alpini ha promesso alla famiglia che la memoria di Mattia «con il suo servizio impeccabile» sarà ricordata ogni giorno, dall’alzabandiera alla sera, concludendo con un «Mattia, sarai sempre con noi». Affettuose le parole dei suoi compagni di corso, i suoi «fratelli», come si sono definiti, con i quali Mattia ha condiviso fatiche e soddisfazioni. «Nei momenti peggiori di fatica ci bastava alzare lo sguardo per vederti lì fiero a darci sicurezza. Eri sempre il primo, tranne quando si trattava di tornare indietro, perché in quei casi ti fermavi a controllare come un pastore fa con il suo gregge».
Più volte i pensieri rivolti a Mattia ne hanno sottolineato il suo carattere solare e genuino. «Grazie ai genitori, a Riccardo e alla tua amata Marianna che ci hanno permesso di vivere un pezzo di te», hanno concluso con emozione e occhi arrossati i suoi compagni.
Anche Marianna, la sua «Mariannina», ha voluto salutare Mattia affidando le sue parole alla lettura di un’amica. «Ciao amorino mio, dal profondo del mio cuore un immenso grazie per l’amore incondizionato che mi hai donato. Sei sempre stato delicato e forte allo stesso tempo, anima speciale e pura, in ogni aspetto della tua vita». «Sei sempre stato un esempio, che continuerò a portare avanti», ha detto con voce strozzata il fratello Riccardo.
«Dopo il commiato anche del gruppo alpini di Ville di Fiemme, che aveva da poco accolto Mattia nel direttivo, e la lettura della preghiera dell’alpino, al doloroso silenzio sono subentrate le dolcissime e struggenti parole de “Il Signore delle cime” cantate dal coro Val Lubie di Varena. All’uscita di chiesa la bara di Mattia ha raggiunto il carro funebre sulle spalle dei suoi compagni militari. Ancora tante le persone che si sono avvicinate per una carezza e un ultimo saluto a un ragazzo che con la sua breve vita è stato un esempio di dedizione e amore.