L'intervista
giovedì 29 Agosto, 2024
di Simone Casciano
In Trentino non è più tempo di record per il turismo. Se negli anni passati la fine della stagione estiva, come di quella invernale, coincideva con il momento in cui, pallottoliere alla mano, si calcolava se presenze e arrivi avevano superato quelle dell’anno precedente, ora i professionisti del settore sono più preoccupati di costruire un sistema ricettivo di qualità sia per il turista che per il residente. «Se i locali stanno bene anche chi arriva sul territorio avrà una bella esperienza. Viceversa se la popolazione è scontenta anche il turismo potrebbe risentirne. Anche se fino a ora i nostri rilevamenti ci dicono che l’accoglienza a 360 gradi in Trentino è molto amata dai turisti» spiega Gianni Battaiola, presidente dell’associazione albergatori del Trentino (Asat) e anche di Trentino Marketing.
Battaiola dati alla mano pare che sarà un’altra estate da record in Trentino per presenze e arrivi.
«Toglierei la parola record. Non deve più essere un obiettivo. Siamo consci che c’è una certa insofferenza e dobbiamo lavorare per un turismo di qualità per tutti. Perché il turista va accettato dalla popolazione o non avremo futuro come sistema. Il turista vuole sentirsi cittadino temporaneo e questa è la sfida che avremo nei prossimi anni. Il turista può generare qualche fastidio, ma va ricordato che è anche un produttore di ricchezza distribuita sul territorio. Guardando ai dati, è sicuramente un’estate in linea con l’anno scorso e che, pur con una primavera segnata dal maltempo, ha visto numeri interessanti. Questo ci fa pensare che chiuderemo un’ottima stagione con un buon autunno».
L’overtourism secondo lei sta avendo un effetto sui residenti?
«Non so quale sia di preciso la percezione. Qualche segnale c’è. Chiaramente chi deve andare a lavorare o a vivere il suo territorio e trova traffico sulla strada, sentieri affollati e coda al supermercato può vivere un fastidio. Devo dire che però l’accoglienza trentina è molto riconosciuta dal turista. Ce lo dicono nelle strutture ricettive, ma ce lo confermano anche le indagini di Trentino Marketing e delle Apt. La nostra accoglienza è un valore aggiunto, un riconoscimento altissimo. Accoglienza intesa a 360 gradi non solo dove il turista va a dormire, ma anche il ristorante, l’edicolante il benzinaio e tanto altro. Certo lo percepiamo questo fastidio, in parte in Trentino e più in generale è un tema in Italia. Dobbiamo essere bravi ad anticipare i tempi, prima che diventi un problema anche qui. Il Trentino da sempre è un anticipatore di tendenze, quindi anche in questo caso dobbiamo essere bravi a prevenire. Troviamo un sistema per organizzare meglio. Per me il problema non è l’overtourism, ma la disorganizzazione».
Cosa andrebbe organizzato?
«Il grande tema è quello degli spostamenti degli ospiti quando sono sul territorio. Pur consci della difficoltà in un territorio di valli e montagne, va trovata una soluzione. Ci sono alcune esperienze, fatte in valli dove il traffico generava complicazioni, che dimostrano che nel momento in cui è stata regolamentato l’accesso, dando l’opportunità di prenotare online il parcheggio e mettendo un tetto massimo alle prenotazioni, questo ha portato benefici. Dobbiamo digitalizzare il sistema della mobilità trentina e non solo, anche quello della nostra offerta turistica e culturale. Dobbiamo dare ai turisti la possibilità di conoscere in tempo reale l’affluenza in un dato luogo e in un dato momento, dando loro la possibilità di organizzare la giornata, meglio ancora se lo fanno il giorno prima. Faccio un esempio: 4 anni fa, durante le giornate di pioggia, vedevamo i turisti tornare delusi dal Muse. Questo perché succedeva che prendessero il treno dalla Val di Sole e arrivassero al museo solo per scoprire che non si poteva entrare perché era pieno. Ora con la prenotazione il problema non c’è più».
Mobilità e prenotazioni a parte c’ è poi il tema degli affitti turistici brevi?
«Assolutamente. Ce ne rendiamo conto ed è evidente che servirebbe una regolamentazione. Non tanto del turista, che prende quello che trova sul mercato, ma di quel settore. Servono regole chiare, numeri dati e da rispettare sulla base di una programmazione urbanistica che punti al benessere dei turisti e dei residenti».
C’è il rischio di disaffezione anche nel turista stesso?
«Non c’è dubbio, assolutamente. Anche se il turista che si muove ad agosto è preparato, diciamo che è sceso a patti con il fatto che troverà affollamento. Rimane che è un problema, l’immaginario del nostro territorio trentino di natura e grandi spazi cozza con la realtà che poi magari il turista si trova davanti. Un’altra soluzione sarebbe quella di diversificare il periodo di ferie, per l’Italia almeno. Perché dobbiamo chiudere tutto ad agosto? E poi con Trentino Marketing stiamo lavorando per attrarre la clientela internazionale che rispetto ai turisti italiani è più abituata a muoversi anche nei mesi della primavera e dell’autunno. Abbiamo fatto investimenti importanti, con ritorni significativi. Se i laghi sono abituati alla clientela straniera, anche la montagna sta vedendo crescere i numeri. Sulla clientela internazionale però serve un cambio di passo del sistema, dobbiamo essere tutti più bravi, bisogna parlare le lingue e comprendere le diverse abitudini del turista. Sul mercato invernale siamo già abituati, lì il tasso è 55% stranieri e 45% italiani. La montagna estiva è meno abituata, c’è meno dimestichezza con l’inglese. La stessa abitudine ora serve anche d’estate. E serve infine dotare tutto il Trentino di una connessione internet veloce. È una richiesta importante della clientela, specie internazionale».
Su estate e inverno trova che il Trentino ha raggiunto il massimo della sua capacità turistica?
«L’inverno sì siamo al massimo della capacità se prendiamo i mesi centrali. L’estate vive di 3 “turismi”: laghi, montagna e città. L’estate dei laghi è ormai al massimo della sua capacità dal 15 luglio al 25 agosto, prima e dopo c’è margine, anzi meglio ancora sarebbe togliere un po’ di arrivi da quei mesi e spalmarmi sugli altri. Sulla città si può lavorare affinché diventi un punto di sosta più lungo, non solo di giornata, per i turisti che salgono o scendono per il Trentino. La montagna infine ha ancora un po’ di margine estivo e grandi potenzialità su primavera e autunno».
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