il caso
martedì 19 Marzo, 2024
di Tommaso di Giannantonio
Il Trentino è il territorio italiano con la più alta incidenza di startup, ma nella fase di crescita di dimensioni e fatturato («scale up») queste stesse imprese innovative tendono a lasciare la provincia. E così, dopo aver investito risorse pubbliche nella loro nascita, il Trentino perde realtà che valgono oro. Il caso più emblematico è quello di Sybilla, fiorita nei laboratori del Dipartimento di biologia integrata (Cibio) dell’Università di Trento e poi migrata a Milano, dove ha appena siglato una partnership da centinaia di milioni di euro con una casa farmaceutica giapponese (il T di domenica). Fra i vari motivi del suo addio al Trentino la mancata realizzazione del Polo per le scienze della vita. Progetto mai decollato. Ma ora l’assessore provinciale allo sviluppo economico, all’università e alla ricerca Achille Spinelli rassicura sui tempi: «Sarà realizzato entro il 2027».
La road map del Polo
Lasciarsi sfuggire imprese come Sybilla significa perdere ricadute in termini fiscali (tasse), di occupazione (posti di lavoro) e di massa critica (circolo virtuoso). Il Polo per le Scienze della vita mira proprio a rafforzare l’ecosistema trentino nel settore delle biotecnologie (biotech), ossia tecnologie capaci di controllare e modificare le attività biologiche degli esseri viventi (batteri, cellule vegetali e animali) per ottenere prodotti a livello industriale e scientifico. L’infrastruttura di ricerca e innovazione sarà realizzata all’ex Merloni di Rovereto. Trentino sviluppo (Ts), società partecipata della Provincia, dispone di 16,8 milioni di euro per portare a termine il progetto. L’area – attualmente di proprietà di Ts – sarà ceduta al soggetto realizzatore.
«Sì, la Provincia è in ritardo di 15 anni su questo Polo, ma io sono in ritardo solo di qualche anno — così Spinelli replica a chi lo critica — Io ho sviluppato il progetto ex novo». Il nuovo progetto, lanciato nel 2021, prevedeva il fine lavori lo scorso anno. «Inizialmente si pensava che il Polo Manifattura fosse adatto e invece era il meno adatto per motivi strutturali — ripercorre l’assessore — Poi abbiamo avuto dei ritardi con il Comune di Rovereto. Ora contiamo di chiudere tutti i rapporti tecnico-amministrativi con il Comune entro la primavera, selezionare il soggetto attuatore entro un anno e realizzare il Polo entro tre anni».
Limiti e possibilità di sviluppo
L’assessore non nasconde l’amarezza per il percorso di Sybilla. «Siamo felici per loro, ma saremmo stati più felici se fossimo riusciti a trattenerla — ammette — In questo momento il territorio non ha le caratteristiche per permettere alle startup biotech di completare il percorso di crescita». Non è solo un discorso di biotech però. «Sul nostro territorio — aggiunge — manca un tema di finanza strutturata». Cioè mancano strumenti finanziari — e quindi investitori — che consentano alle startup di «scalare». «Ma non penso che il Trentino possa entrare in competizione con Milano o altre realtà simili», dice l’assessore.
Su quali leve, allora, dovrà puntare il Trentino? «Dovremo sicuramente costruire infrastrutture più ampie, dopodiché con un sistema di accompagnamento più forte e con strumenti originali come la legge 6 (la legge provinciale sugli incentivi alle imprese, ndr) possiamo permetterci di dire la nostra nell’ambito della ricerca e del trasferimento delle tecnologie. Non penso, però, che la Provincia possa investire risorse per rimanere sul mercato, perché il mercato ha le proprie regole».
Il rettore: «Hit ruolo chiave»
Come dicevamo, Sybilla è nata nei laboratori dell’ateneo trentino. «E come università siamo felici che le nostre ricerche, le nostre scoperte, abbiano un impatto sull’intera società, non solo trentina — dice il rettore Flavio Deflorian — Il territorio, compresa l’università, deve favorire le condizioni perché queste startup rimangano in Trentino, ma nel settore delle biotecnologie, per raggiungere certi finanziamenti, bisogna necessariamente andare nei grandi centri. Su altri ambiti, come l’elettronica, l’informatica e la robotica, è più verosimile riuscire a trattenere startup perché la dimensione media è compatibile con la realtà economica. Il nostro compito è quello di creare e, soprattutto, mantenere le interazioni tra ricerca e impresa». Un ruolo chiave, da questo punto di vista, è ricoperto da Hub Innovation Trentino (Hit), che promuove e valorizza le attività e i risultati della ricerca dei propri fondatori: Università di Trento, Fondazione Edmund Mach, Fondazione Bruno Kessler e Trentino Sviluppo. «Hit sta già portando avanti attività di scouting nei centri di ricerca, aiutando a individuare quelle ricerche potenzialmente di interesse per uno sviluppo imprenditoriale. Ma non solo — aggiunge Deflorian — Sta facendo un ottimo lavoro di formazione imprenditoriale nei confronti degli stessi ricercatori. Nei prossimi anni dovremo rafforzare queste attività».