Sanità

venerdì 9 Febbraio, 2024

Il tumore alla parotide si tratta con la chirurgia robotica: l’innovativo intervento condotto al Santa Chiara di Trento

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L’intervento è stato effettuato dall’équipe di otorinolaringoiatria diretta da Ottavio Piccin, in collaborazione con gli anestesisti diretti da Giacomo Bellani. Il chirurgo non utilizza le proprie mani ma manovra un robot rimanendo seduto alla console in sala operatoria

All’ospedale Santa Chiara di Trento si opera con la robotica di ultima generazione: il chirurgo non utilizza le proprie mani ma manovra un robot rimanendo seduto alla console in sala operatoria. È delle scorse settimane un innovativo intervento di chirurgia robotica dell’equipe di otorinolaringoiatria per l’asportazione di un tumore del lobo profondo della ghiandola parotide. Una tipologia di intervento realizzata in pochissimi centri italiani.

Tutte le fasi dell’intervento sono state realizzate tramite l’uso del robot da Vinci che ha permesso di operare con estrema precisione una regione anatomica particolarmente delicata per le strette connessioni con il nervo facciale, l’arteria carotide e la vena giugulare. Rispetto alla tecnica tradizionale, l’uso del robot ha comportato una minore invasività e un minor trauma delle zone vicine all’area operata. L’intervento è stato effettuato dall’équipe di otorinolaringoiatria diretta da Ottavio Piccin, in collaborazione con gli anestesisti diretti da Giacomo Bellani.

L’intervento chirurgico tradizionale al lobo profondo della ghiandola parotide, soprattutto per la rimozione di voluminose neoplasie come in questo caso, richiede spesso una osteotomia (recisione) dell’osso mandibolare che può dare diverse complicanze sia funzionali, sia estetiche. L’utilizzo del robot ha consentito un recupero più rapido, minor dolore post operatorio e una durata limitata della degenza in ospedale, permettendo al paziente di rientrare rapidamente a casa e di riprendere le normali attività quotidiane.
Nell’ambito dell’otorinolaringoiatria la tecnica robotica può essere utilizzata anche per la cura dei tumori maligni dell’orofaringe e anche per il trattamento di pazienti affetti da apnea ostruttiva del sonno. Per intervenire efficacemente in casi complessi come questo, è stato necessario un lavoro di equipe che prevede la compresenza di diverse figure professionali mediche e infermieristiche tutte di alto livello, come l’ospedale Santa Chiara può offrire.

Sviluppato sul concetto della «immersive intuitive interface» da Vinci è la piattaforma più evoluta per la chirurgia robotica mininvasiva; è l’unico sistema robotico che traduce i movimenti del chirurgo in modo intuitivo, consentendo un controllo completo della fibra ottica e dello strumentario, semplificando i complessi movimenti della chirurgia endoscopica mininvasiva. Il robot consente una visione tridimensionale del campo operatorio: il chirurgo viene letteralmente «immerso» nel corpo del paziente, senza l’aiuto di occhiali o altre apparecchiature e «vive» l’intervento chirurgico dall’interno. L’ingrandimento della visione 3D fino a 10 volte assicura una chiarezza e precisione nei dettagli di gran lunga superiore alle tecniche endoscopiche.

Rispetto alla chirurgia endoscopica il tremore fisiologico delle mani del chirurgo e i movimenti involontari sono praticamente eliminati. Il carrello paziente con le quattro braccia robotiche interscambiabili montate su un’unica colonna e i sistemi di puntamento laser consentono di evitare spostamenti del paziente e del robot e di realizzare una chirurgia multi quadrante (che agisce su organi posizionati in diversi distretti anatomici), ampliando così il range e la tipologia di interventi. La chirurgia robotica può essere utilizzata in diverse specialità: urologia, chirurgia generale, ginecologia, chirurgia toracica, cardiochirurgia, chirurgia pediatria, otorinolaringoiatria, chirurgia dei trapianti.