il caso
sabato 4 Maggio, 2024
di Francesca Dalrì
«Una concezione immatura, specie perché priva delle necessarie conoscenze tecnico-giuridiche, delle relazioni sindacali». Così il giudice del lavoro di Trento Giorgio Flaim ha definito il comportamento dei vertici della Famiglia cooperativa Vallate solandre, condannata il 29 aprile in favore dell’organizzazione sindacale Fisascat Cisl in merito al comportamento adottato nella primavera del 2023 nei confronti di alcuni dipendenti del punto vendita di Celledizzo, Comune di Peio.
L’agitazione sindacale nel 2023
Per diversi mesi l’anno scorso le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil avevano messo in atto il blocco del lavoro straordinario, festivo e domenicale per il rinnovo del contratto integrativo provinciale, arrivando l’8 giugno 2023 al primo sciopero delle Famiglie cooperative del Trentino in oltre 130 anni di storia. Ma mentre altrove l’agitazione sindacale si è svolta come un classico scontro tra lavoratori e datori di lavoro, alcuni lavoratori associati alla Fisascat Cisl della Famiglia cooperativa Vallate solandre di Celledizzo hanno invece subito la condotta, che ora il giudice Flaim definisce antisindacale, messa in atto dalla presidente della Coop Marina Mattarei e dal direttore Lorenzo Pisoni. «La presidente Mattarei e il direttore Pisoni – denuncia il segretario generale della Fisascat Cisl del Trentino Fabio Bertolissi – hanno tentato in più occasioni di intimidire i propri dipendenti, privandoli di fatto della loro legittima libertà di azione sindacale, con l’unico scopo di impedire e limitare la loro partecipazione alle iniziative di mobilitazione». Tre gli episodi che secondo il giudice Flaim hanno rappresentato una condotta antisindacale, che l’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori definisce come l’impedimento o anche solo la limitazione dell’esercizio della libertà e dell’attività sindacale nonché del diritto di sciopero.
Le pressioni su Panizza
Innanzitutto ci sono le pressioni subite da Enrico Panizza, responsabile della filiale di Celledizzo nonché rappresentante sindacale aziendale, al quale la Coop ha riservato «trattamenti svantaggiosi – costituiti soprattutto da disposizioni aziendali a lui impartite nell’aprile 2023, quale responsabile della filiale di Celledizzo, ma connotate da singolari severità e rigore in totale discontinuità con il passato, specie a confronto con quanto era accaduto in epoca precedente l’avvio, nel marzo 2023, dell’astensione collettiva dal lavoro straordinario e festivo – così da limitare, mediante condizionamenti negativi, l’esercizio, da parte di Panizza, dell’attività sindacale».
Le dimissioni di Guarnieri
A subire le indebite pressioni della società cooperativa è stata anche la dipendente Elisabetta Guarnieri, all’epoca rappresentante sindacale ma che, dopo quanto subito, rassegnò le proprie dimissioni dalla carica. Nel dettaglio, il 30 maggio la presidente Mattarei invitò tutto il personale dipendente del punto vendita di Celledizzo a una riunione con l’obiettivo di «condividere strategie e prospettive aziendali in vista della stagione estiva in partenza». Nei fatti, però, il cuore della riunione furono le questioni sindacali riguardanti la disdetta del contratto integrativo provinciale da parte del sindacato. Non solo quindi i dipendenti furono tenuti all’oscuro dei contenuti dell’incontro, togliendo di fatto loro la possibilità di scegliere se partecipare o meno e in che modalità, ma nel corso della riunione Mattarei chiese a Guarnieri di spiegare ai presenti la posizione del sindacato in merito alla questione. Richiesta che Guarnieri declinò affermando di essere presente in qualità di dipendente e non di rappresentante sindacale, e che sfociò in un «acceso confronto» durato circa un’ora. Secondo il giudice la vicenda causò «una palese alterazione del normale svolgimento delle relazioni sindacali».
Incontro sì, ma senza sindacato
Infine il terzo episodio: la pretesa, espressa sempre dalla presidente della società Mattarei in una lettera datata 4 maggio 2023, di incontrare i due rappresentanti sindacali aziendali Panizza e Guarnieri separatamente dal sindacato esterno Fisascat Cisl. Una richiesta che il giudice definisce «priva di fondamento» alla quale si aggiunse la «disapprovazione tra l’autoritario e il paternalistico» di Mattarei, «già fuori luogo in un rapporto di lavoro subordinato, ma del tutto impropria allorquando il dipendente svolge una funzione sindacale che lo colloca in una posizione orizzontale rispetto al datore di lavoro». Il medesimo effetto di limitazione dell’attività sindacale di Fisascat è stato peraltro ottenuto in altri episodi elencati da Flaim, che per questo, in parziale accoglimento della domanda di repressione di condotta antisindacale avanzata dal sindacato, ha condannato la società di Mattarei.
La storia
di Alberto Mosca
Alberti d’Enno, aristocratico della Val di Non, nei primi anni dell’Ottocento tramite matrimonio giunse a Collepasso, dove fu artigliere dei Borbone e innovatore agrario