Il bilancio
martedì 3 Ottobre, 2023
di Margherita Montanari
Solo i passaggi di sportivi e turisti sono valsi ricavi per 195 milioni di euro. Nel complesso, però, il giro d’affari delle società di impianti a fune del Trentino è ancora più esteso. Sommando i fatturati che risultano dai bilanci di 32 società che gestiscono un totale di 231 impianti, il risultato arriva quasi 300 milioni di euro. Un dato che tiene conto anche delle attività di ristorazione, scuola sci e noleggio che alcuni impiantisti hanno in pancia. I dati economici mostrano un settore in salute. Il che presuppone, come evidenzia Luca Guadagnini, presidente di Anef Trentino, «le condizioni per fare ulteriori investimenti». Nell’anno in corso, finora, tra ammodernamenti e nuovi impianti, sono stati investiti 70 milioni di euro. Nell’ultimo anno, si sono aggiunte tre nuove concessioni. Un volano per l’economia locale, ricorda il rappresentante della categoria. «Ogni euro investito in impianti genera un indotto di 8 euro: un valore per i territori su cui vertono i comprensori sciistici». Il volto dei caroselli, infatti, negli anni ha cambiato volto. La nuova mappa degli impianti cambia anche il volume dell’utenza: in tredici anni, la portata media di seggiovie, cabinovie e funivie è aumentata di 200 persone all’ora.
I risultati
I turisti sono tornati in pista e sui sentieri montani in estate. E a beneficiarne sono per prime le società che gestiscono gli impianti di risalita associate ad Anef in Trentino. Sono 32 e gestiscono 231 impianti. «Nell’anno chiuso a giungo 2023, abbiamo avuto un aumento dei costi dell’8% – anticipa Luca Guadagnini, presidente di Anef Trentino – Il fatturato complessivo è però cresciuto. Arriva ad assestarsi tra i 280 e i 300 milioni di euro». Il giro d’affari complessivo considera sia i ricavi dal traffico degli impianti, sia le attività che ruotano attorno allo sci (noleggi, ristorazione o scuole sci) di proprietà degli impiantisti. «I ricavi da skipass sono saliti a 195 milioni di euro. In generale sono molto positivi», specifica Guadagnini. L’estate, a parte «qualche intralcio legato al meteo», ha lasciato soddisfatto il comparto. «Ci aspettiamo numeri analoghi al 2022 per persone trasportate». La forbice è tra i 4 e i 5 milioni turisti portati su cabinovie, seggiovie e funivie in Trentino.
La mappa degli impianti
Negli anni il gomitolo di impianti a fune nei vari caroselli e la loro portata è cambiata in modo importante. Meno skilift, sempre più cabinovie e seggiovie a sganciamento automatico. In termini assoluti, nel 2010 c’erano 237 concessioni, per 233 chilometri di percorrenza. La portata oraria era di 339.930 persone, che all’epoca permetteva di raggiungere 78,1 milioni di persone trasportate. Nel 2022, il numero degli impianti funzionanti è arrivato di 221 a fronte di 225 concessioni. Meno infrastrutture, ma più lunghe (240,8 chilometri fruibili) e più «performanti»: i nuovi mezzi sono diventati capaci di trasportare 13 mila persone in più all’ora (352.405 la portata oraria) per un totale di 77,1 milioni di soggetti portati in un anno. Nel 2023, invece, gli impianti segnati da Ispat risultano 228, per una lunghezza complessiva di 243,5 chilometri e una portata oraria di 362.413 persone. In tredici anni è calato il numero di impianti, ma sono aumentati i chilometri percorsi e gli utenti che sulla carta possono usarli. Si è passati da una media di 1.452 persone trasportate all’ora da un singolo impianto a poco meno di 1.600. Quasi 200 persone in più all’ora per impianto. Guardando alla distribuzione sul territorio, il numero più alto di concessioni si trova in val di Fassa (54), seguono val di Sole (37) e Giudicarie (33). «Noi non vogliamo superare la capacità oraria di 3.000 persone. Questo ci permette di mantenere in pista uno standard di qualità e sicurezza», aggiunge il presidente degli impiantisti.
Ad essere cambiate sono anche le tecnologie a fune. Nel 2010 il parco impianti contava 80 seggiovie a sganciamento automatico per 123,68 chilometri serviti. Nel 2022, riporta Ispat, queste sono diventate 100 (per 149 chilometri). Nel 2023 ne sono arrivate altre tre (103 in tutto) per 152 chilometri coperti. Di pari passo, sono diminuite seggiovie e sciovie (skilift): le prime sono passate da 91 a 75, i secondi sono passati da 51 a 37.
Gli investimenti
Per cambiare sono servite risorse, iniettate in parte dalle stesse società. All’assemblea nazionale di Anef, venerdì scorso, è emerso che gli investimenti realizzati nel 2023 sono arrivati a 250 milioni di euro in tutto il panorama nazionale. «In Trentino – spiega Luca Guadagnini – possiamo stimare indicativamente 70 milioni. Abbiamo programmi altrettanto importanti per i prossimi anni». In primis, la sostituzione dell’impianto in partenza da Campitello di Fassa, a cui subentrerà una cabinovia (sistema 3S) di ultima generazione. «Permetterà quasi di triplicare l’apporto in quota, da cui si dà accesso alla val di Fassa ma anche al giro dei Quattro Passi». Il cantiere partirà nel 2024, per lo svolgimento dei lavori serviranno due anni, e l’investimento previsto è di 40 milioni. Rispetto al 2022, si diceva, nel 2023 si contano tre concessioni in più. La cabinovia Baby express di Andalo (la più corta d’Italia), inaugurata domenica, che ha richiesto un investimento da 5 milioni e mezzo); il nuovo impianto Prà Rodont-Doss del Sabion a Pinzolo; e l’impianto al campo scuola di Bolbeno, a 500 metri d’altitudine. Senza contare i vari rinnovi e gli ammodernamenti, «che agli occhi dei turisti appaiono come novità vere e proprie». «Visto l’eccellente superamento del periodo pandemico, gli impiantisti restano positivi e prevedono di proseguire con gli investimenti. Il nostro settore è in continuo fermento», continua il presidente di Anef. Gli investimenti guardano anche alla stagione estiva. «Si fanno spazio sempre più le cabinovie, più versatili anche per l’estate, quando i temporali sono frequenti e scendere in seggiovia diventa meno confortevole – conclude – In più, la cabinovia è più accessibile per persone con disabilità, famiglie con bambini, passeggini e turisti con cani al seguito».