I dati

martedì 11 Febbraio, 2025

Imprese, non è un Trentino per giovani: titolari under 50 calati dell’11% in 10 anni

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L’appello di De Zordo: «più finanza nelle scuole e la Provincia dia contributi a fondo perduto a chi vuole rilevare rami d’azienda»

Il vecchio che avanza, in Italia come in Trentino. Anche e soprattutto alla guida delle imprese. Lo rivelano alcuni dati dell’ufficio studi della Camera di Commercio di Trento, aggiornati allo scorso settembre. Dati secondo i quali, negli ultimi dieci anni, gli imprenditori titolari, soci o amministratori delle aziende trentine con un’età compresa tra i 30 e i 49 anni sarebbero diminuiti dell’11%. Un calo compensato dal contestuale aumento della fascia tra i 50 e i 69 anni e di quella oltre i 70 anni, cresciute rispettivamente dell’8 e del 3%. Le comunità di valle in cui il dato è più evidente sono Val di Cembra, Val di Fassa e Primiero, quelle che ne risentono meno, invece Val di Non e Val di Sole. Ma la tendenza all’invecchiamento è generalizzata su tutta la Provincia di Trento.
Lo studio nel dettaglio
Stando alle rilevazioni, infatti, nel 2014 i titolari, soci e amministratori di imprese al di sotto dei 50 anni rappresentavano quasi il 49% del totale (il 43,7 tra i 30 e i 49 anni, il 5,1 tra i 18 e i 29 anni), mentre nel 2024 il dato aggregato sì ferma al 37,7%. Con un calo, concentrato nella seconda fascia d’età, pari all’11,3%. Intanto gli imprenditori tra i 50 e i 69 anni sono saliti dal 41,6% al 49,4 e gli over 70 dal 9,6 al 13%. Una crescita rispettivamente del 7,8 e del 3,4%. Non solo aumenta l’età, dunque, ma aumenta anche il numero di chi continua a lavorare nonostante abbia già raggiunto l’età del pensionamento.
I territori più colpiti sono Val di Fassa con un calo dei giovani (30-49) del 14,7%, Val di Cembra che fa segnare un meno 14,6% e il Primiero con il 13,5%. Quelli che invecchiano meno, invece, sono Val di Non (-6,9%), Val di Sole (-7,4%) e Rotaliana (-9,6%). Rotaliana che, però vanta al contempo anche la quota di titolari over 70 più alta di tutta la provincia, pari al 16,9%. Tra i settori, invece, da sottolineare soprattutto il calo dei giovani alla guida di imprese di trasporti (-16,3%), costruzioni (-15,7) e manifattura ( -14,2%).
Le associazioni
A commentare i dati, il presidente della Camera di Commercio, Andrea De Zordo: «La situazione risente del trend nazionale ed europeo all’innalzamento dell’età media e al contemporaneo calo della natalità. Lo stesso fenomeno si ha anche nel mondo dell’imprenditoria. Se è un plus che l’esperienza coltivata rimanga a servizio dei clienti, allo stesso tempo è un limite perché può rallentare gli investimenti in tema di ricerca, innovazione e sviluppo». Per migliorare, serve dunque «partire dall’ambito scolastico con percorsi che diano più indicazioni legate a capacità manageriali e finanza» ma anche un sostegno da parte della Provincia, sotto forma di «contributi a fondo perduto per i più giovani che vogliano intraprendere questo percorso e acquisire rami d’azienda».
Con lui, il presidente dei giovani dell’Associazione Artigiani, Andrea Navarini: «Crescono anche gli imprenditori over 65, il che vuol dire che non si va più in pensione, spesso anche per necessità. E questo è un primo ciclo di rottura sul ricambio generazionale, il secondo è dato dal fatto che è difficile trovare giovani che riescano ad incamerare le risorse necessarie a rilevare aziende». Segno che quindi i contributi provinciali sarebbero utili. Ultimo a parlare è Francesco Orefice, presidente dei giovani di Confindustria Trento: «Difficoltà di accesso al credito, burocrazia, forse una mentalità sempre meno vocata al rischio possono avere disincentivato la neo imprenditorialità – osserva – Nelle imprese già strutturate c’è invece il nodo del passaggio generazionale. A volte i figli degli imprenditori fanno esperienza all’estero senza fare ritorno, o non ci sono proprio eredi. Di qui il grosso lavoro che anche il Gruppo giovani imprenditori della nostra associazione sta portando avanti per favore la continuità aziendale attraverso l’affiancamento tra generazioni».