Festival dell'Economia

sabato 27 Maggio, 2023

Imprese sociali, un motore (anche) economico che genera il 15% del Pil italiano

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Associazioni, imprese sociali, cooperative, mutue e fondazioni, svolgono un ruolo fondamentale nella creazione e nel mantenimento di lavori di qualità, contribuendo all'inclusione sociale e promuovendo la partecipazione attiva e democratica dei cittadini

L’economia sociale rappresenta un settore vitale in Europa, con quasi 3 milioni di organizzazioni che offrono soluzioni concrete alle sfide future. Associazioni, imprese sociali, cooperative, mutue e fondazioni, svolgono un ruolo fondamentale nella creazione e nel mantenimento di lavori di qualità, contribuendo all’inclusione sociale e promuovendo la partecipazione attiva e democratica dei cittadini. Inoltre, esse giocano un ruolo chiave nei sistemi di welfare europei e rigenerano spazi abbandonati. Nei paesi in cui è più sviluppata, l’economia sociale inoltre contribuisce in misura significativa al PIL, ad esempio in Francia e Spagna ne rappresenta il 10 % e in Italia raggiunge il 15%.
Al Festival dell’Economia di Trento, Euricse, il centro europeo di ricerca sulle imprese cooperative e sociali, ha organizzato un panel dedicato all’economia sociale e alle politiche dell’Unione Europea, riunendo esperti provenienti da diverse aree di competenza per discutere del ruolo centrale dell’economia sociale nel promuovere una crescita economica sostenibile e socialmente inclusiva.

Gianluca Salvatori, segretario generale di Euricse e moderatore dell’incontro, ha evidenziato che l’economia sociale svolge un ruolo fondamentale nelle priorità politiche dell’agenda europea, divenendo interlocutore fondamentale per la transizione digitale e quella ambientale. Negli ultimi vent’anni, l’economia sociale ha guadagnato sempre più riconoscimento poiché ha dimostrato di poter colmare le lacune lasciate dallo Stato e dal Mercato, offrendo soluzioni innovative e adattabili alle diverse esigenze delle comunità. Sono risultati significativi, ma da consolidare e implementare sia a livello europeo che nazionale. Giungere ad una definizione condivisa di economia sociale, comprendendo e integrando le tradizioni eterogenee degli Stati membri, è uno dei principali obiettivi dell’agenda della Commissione europea. Pertanto, per attribuire un peso crescente alle politiche di sostegno e all’inquadramento giuridico, è fondamentale sostenere le opportunità di apprendimento reciproco e offrire orientamenti. Social Economy Europe è la voce di 2,8 milioni di imprese e organizzazioni dell’economia sociale in Europa, un partner strategico delle istituzioni europee e precursore della politica dell’UE in materia di economia sociale. Questa organizzazione rappresenta gli interessi dell’economia sociale nell’Unione Europea affinché le principali politiche comunitarie promuovano e tengano conto di questo modello di sviluppo realmente sostenibile.

La direttrice Sarah de Heusch, ha evidenziato l’importanza della collaborazione tra gli stakeholder per promuovere politiche e azioni volte a creare una società più forte e democratica in Europa. L’interesse per queste organizzazioni, specialmente nel contesto europeo, sta crescendo in modo significativo proprio per la loro capacità di porre al centro del loro operato i bisogni individuali e collettivi delle persone e il loro soddisfacimento, piuttosto che quello del profitto. Vi è una forte necessità di rafforzare l’azione di rappresentanza delle imprese cooperative e più in generale delle imprese dell’economia sociale presso l’Unione Europea.
Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative e dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, ha sottolineato il ruolo delle cooperative nell’economia sociale, evidenziando che è il momento di generare benessere oltre al PIL. Ha sottolineato l’importanza delle cooperative nel garantire la coesione sociale nelle aree interne del paese, dove lo Stato si ritira e il mercato speculativo non è presente. Ha evidenziato anche la necessità di misure fiscali che sostengano l’economia sociale e ha auspicato una fiscalità di scopo per aiutare i soggetti dell’economia sociale.

Giuseppe Consoli, presidente di ITAS Mutua, ha condiviso il punto di vista delle organizzazioni mutualistiche nel contribuire a uno sviluppo economico più equilibrato e sostenibile attraverso la partecipazione attiva nella vita delle comunità. Ha sottolineato che le mutue non hanno come obiettivo il profitto, ma piuttosto la soddisfazione dei bisogni assicurativi alle migliori condizioni possibili, basandosi sul principio democratico di “una testa un voto”.

Infine Antonio Parenti, rappresentante della Commissione europea in Italia, ha fornito una prospettiva istituzionale sulle politiche europee volte a sostenere l’economia sociale. Ha sottolineato che l’Unione Europea, di cui la Rappresentanza è anche l’antenna di Bruxelles in ciascun Paese membro, sta adottando misure significative per promuovere lo sviluppo dell’economia sociale come parte integrante del mercato sociale europeo. La Commissione europea sta lavorando per attribuire un peso crescente alle politiche di sostegno e all’inquadramento giuridico. La Commissione ha proposto una raccomandazione del Consiglio europeo sulle condizioni per lo sviluppo dell’economia sociale negli Stati membri, che riguarderà temi quali le competenze, la fiscalità, il sostegno finanziario e gli appalti pubblici. Tale documento da indirizzarsi agli Stati membri da parte del Consiglio Ue, mira a garantire un ambiente favorevole al dialogo sociale affinché le parti sociali siano coinvolte in modo sistematico, significativo e tempestivo nella progettazione e nell’attuazione delle politiche occupazionali e sociali e, se del caso, delle politiche economiche e di altre politiche pubbliche, anche nel contesto del semestre europeo.