L'iniziativa
martedì 2 Luglio, 2024
di Redazione
Si è chiusa domenica con la tappa Andalo-Arco la ventunesima edizione dell’Euregiotour per il trapianto, manifestazione ciclistica interregionale e transfrontaliera organizzata dall’Associazione di Promozione Sociale Transplant Sport Club APS in collaborazione con enti e associazioni dei tre territori coinvolti, Trentino, Alto Adige e Tirolo, per sensibilizzare sul tema della donazione di organi e per ringraziare donatori e i loro familiari.
«Siamo qui per fare festa insieme ai tanti trapiantati che hanno animato questa bellissima manifestazione ma soprattutto per trasmettere il messaggio che attraverso la solidarietà si possono garantire speranza e vita a tante persone – le parole dell’assessore provinciale alla salute, Mario Tonina, presente all’arrivo della tappa finale -. La donazione di organi è un gesto di solidarietà bellissimo, un valore fondamentale della nostra società e della nostra autonomia, confermato anche dalle quasi 220mila dichiarazioni di volontà di donazione di organi e tessuti nella nostra provincia. È per questo – ha concluso Tonina – che la Provincia autonoma di Trento continuerà ad essere al fianco di queste iniziative che, oltre a sensibilizzare ed accrescere la consapevolezza sul tema tra la popolazione, dimostrano come si possa affrontare e superare gravi problemi di salute e condurre una vita normale».
La ventunesima edizione dell’Euregiotour per il trapianto si è svolta dal 28 al 30 giugno ed ha coinvolto circa 90 partecipanti: tra loro numerosi atleti trapiantati, medici e infermieri e personale di supporto: una carovana che ha percorso, complessivamente, ha 265 km e 4.200 metri di dislivello tra le vallate e i passi alpini, suddivisa in tre tappe: Innsbruck – San Martino in Passiria, San Martino in Passiria – Andalo e, infine, Andalo – Arco.
opere
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Pronti a partire i lavori a fianco delle gallerie delle Limniadi e a quello dei Titani. Il presidente Fugatti: «Massimo impegno sulla sicurezza. Accolte le modifiche progettuali per migliorare la compatibilità con il paesaggio»