Circonvallazione

domenica 11 Giugno, 2023

In mille contro il bypass: «Fermare il danno ambientale»

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La protesta dopo i primi abbattimenti: slogan contro Ianeselli

La prova del nove. Così è stata soprannominata la manifestazione di ieri contro il progetto della circonvallazione ferroviaria che proprio venerdì scorso ha visto l’avvio delle prime demolizioni in via Brennero. Con questa marcia, partita da Piazza General Cantore e finita in Piazza Fiera passando proprio dal cantiere dei lavori del bypass «vogliamo verificare la sensibilità rispetto a questo disastro ambientale», afferma Antonio, un attivista del movimento No Tav che veste un cartello che recita «Bypass crimine ambientale inutile e dannoso». E continua: «Dire disastro è un eufemismo perché con questo progetto inutile si sconvolge il territorio». A fare paura sono proprio le ripercussioni che questi lavori avranno sull’ambiente a partire «dall’inquinamento dell’aria che si respirerà, agli scavi nel terreno della Ex-Sloi» che, secondo quanto emerso dai rilievi di Rfi resi pubblici esattamente un mese fa, contengono 260 volte la quantità di piombo consentita dalla legge. Un ulteriore problema sarà quello che coinvolge la chiusura delle falde acquifere. «Questo comporterà alla privatizzazione dell’acqua» commenta Lilia, un’altra attivista No Tav che teme l’aumento del costo dell’acqua come conseguenza della circonvallazione ferroviaria. Cartelli, striscioni, fasce legate alla testa e magliette contro il bypass hanno fatto da cornice al corteo che ha visto un migliaio di persone unirsi a cori e slogan a ritmo di tamburi e fischietti per tutto il tragitto. Lotta e speranza il denominatore comune dei partecipanti che, attraverso questa mobilitazione, chiedono che i lavori vengano fermati. «In val di Susa – spiega Lilia- a distanza di tempo hanno sospeso il progetto e speriamo che lo stesso avvenga per quest’opera».
Attimi di tensione, decisamente prevedibili, hanno caratterizzato l’arrivo del corteo anti-tav sul sito simbolo della circonvallazione in via Brennero, già più volte teatro di proteste e di imbrattamenti per mano degli attivisti contrari al progetto. C’è chi si è fermato contestando la presenza della polizia antisommossa a fianco della sfilata, cosa che a detta degli attivisti, avrebbe provocato alcuni partecipanti. C’è stato poi chi, nonostante le transenne ha scavalcato ed acceso alcune torce da stadio sul terrazzo della Cassa Rurale. Alcuni hanno preso a pugni e scossoni i pannelli che delimitano il cantiere sul lato ovest, proprio dove, venerdì, sono iniziati gli abbattimenti. Da ultimo, una firma, «No tav», impressa sulla strada con della pittura bianca. Un attivista con bomboletta spray, pronto a lasciare un’altra scritta, è stato fermato dagli altri manifestanti.
Un dito puntato contro il sindaco, come confermato dal cartello indossato da Antonella del Comitato undici domande, che recita: «Non posso accettare che un sindaco si schieri per gli interessi di pochi contro il bene di tutte e tutti» secondo la quale «Ianeselli ha non poca responsabilità in questa vicenda perché porta avanti un progetto che non è di tutti, bensì guarda agli interessi di pochi altri. Così facendo, il sindaco, tradisce il mandato che tanti e tante gli hanno dato».
L’altro dito è scagliato contro Provincia e Rfi che, secondo Federica, del coordinamento No Tav «non ci hanno dato alcuna certezza sui veleni della Sloi, né sulla possibile frana in Marzola, né sul futuro delle falde acquifere» e con l’inizio dei lavori proprio venerdì, gli attivisti leggono una vera e propria provocazione, una specie di monito a fermarsi, al quale, però, rispondono ancora più certi che, invece, continueranno a manifestare il loro dissenso per questo «disastro ambientale».
«Se credono che smetteremo di opporci – conclude Federica – hanno sbagliato di grosso. Non ci arrenderemo proprio adesso, anzi, speriamo che sempre più persone dal basso si uniscano alle nostre voci, perché solo grazie a questi segnali la musica cambierà». Per questo motivo i presenti come Tiziana, attraverso l’informazione sulle problematiche che la circonvallazione porta con sé e attraverso mobilitazioni di questo genere puntano a «creare un movimento trasversale più ampio che sia critico verso questo progetto per fermare una volta per tutte quest’opera».