Il caso
venerdì 12 Maggio, 2023
di Simone Casciano
La protesta degli studenti universitari contro il caro-affitti si è diffusa velocemente in tutta Italia. Tendopoli sono sorte davanti agli atenei di tutta Italia da Roma a Milano passando per Bologna e Venezia. Una rappresentazione simbolica della difficoltà per molti giovani di trovare una casa tra rincari e poca offerta a fronte di una domanda sempre alta. Anche Trento non fa eccezione nelle difficoltà, ma anche nella protesta. Lunedì l’Unione degli universitari (Udu) ha annunciato un presidio davanti al palazzo della Provincia. «Arriveremo con le tende – spiega Michele Minniti uno dei rappresentanti dell’associazione studentesca di ispirazione sindacale – Sarà un modo per dare corpo alla nostra protesta, ma anche un momento assembleare in cui condividere le difficoltà di tanti studenti e studentesse». Anche nel capoluogo, infatti, dopo la pandemia la situazione degli affitti è diventata complicata. «Nonostante qui Opera universitaria faccia un buon lavoro sotto il punto di vista degli alloggi il mercato dei privati ci sta mettendo in difficoltà – dice Minniti – I rincari post covid sono insostenibili per gli studenti, siano essi borsisti o meno. Una camera singola arriva a costare più di 400 euro al mese, una doppia anche 320». Un contesto problematico per un ateneo la cui popolazione studentesca è composta circa al 65% da fuorisede. «Ogni anno tra settembre e ottobre ormai riceviamo tantissime chiamate da studenti che non sanno come fare a frequentare le lezioni perché non trovano una stanza. C’è chi si è rassegnato a fare il pendolare da Bassano, Vicenza e Padova, ma non tutti possono e non è quello il modo di vivere l’università». Il problema ormai si estende anche fuori dal centro di Trento: poche le case anche in periferia, a prezzi sempre alti, e le difficoltà si vedono anche nella Città della Quercia. «Visto il contesto di Trento sempre più studenti hanno cercato casa a Rovereto, con il risultato che ora riscontriamo gli stessi problemi anche lì». La crisi degli affitti non si spiega con un aumento della domanda. Il numero di studenti dell’Università di Trento negli ultimi 4 anni si è assestato stabilmente attorno ai 16.500 iscritti. Il problema allora è da cercare nell’offerta. «Non siamo in grado di individuare una causa precisa – commenta Michele Minniti – Secondo noi ci sono più fattori che hanno creato questa situazione post-covid. Ci sono proprietari di casa che hanno riconvertito gli appartamenti mettendoli a disposizione per gli affitti brevi turistici su piattaforme come Airbnb, con cui riescono a fare grandi margini con locazioni più corte. C’è chi magari ha deciso di puntare su lavoratori e famiglie». Ma anche queste sono categorie che stanno riscontrando difficoltà a trovare casa, sia essa in affitto o in vendita. «Siamo consapevoli che quella per la casa è una battaglia più grande, che non interessa solo noi studenti. Per questo lunedì in piazza Dante tutti potranno intervenire al momento assembleare e raccontare la propria storia. Siamo convinti che una lotta al caro-affitti degli studenti possa aiutare tutti». Udu a livello nazionale ha stilato un manifesto con le richieste degli studenti ai ministeri competenti. Maggiore investimento nelle residenze universitarie (che al momento in Italia coprono meno del 10% della popolazione studentesca), una legge che limiti gli affitti brevi turistici o dia autonomia ai comuni per agire direttamente, una leva fiscale per calmierare i canoni e maggiori interventi per l’efficientamento energetico contro il caro-bollette. «Sono tutte richieste che facciamo anche nostre – conclude Michele Minniti – E che ci sentiamo di rivolgere anche alla Provincia di Trento. La Giunta ha tra le mani una città universitaria importante, ma per mantenerla bisogna dare agli studenti i servizi e gli alloggi di cui hanno bisogno».