Gli abusivi
martedì 22 Ottobre, 2024
di Tommaso Di Giannantonio
Capannoni, magazzini, edifici residenziali e rurali. Le «case fantasma» sono un calderone di fabbricati, diversi tra loro ma con un ingrediente comune: sono sconosciuti al fisco. Non sono mai stati dichiarati al catasto, quindi per anni – spesso decenni – i loro proprietari non hanno pagato neanche un euro su questi fabbricati. In Italia si stimano oltre 2 milioni di immobili fantasma, di cui circa la metà sono residenziali. Pochi giorni fa il ministro dell’Economia Giorgetti ha annunciato una stretta. In Trentino i controlli sono partiti da tempo e hanno permesso di scovare 2.300 case fantasma, di cui quasi 500 sono in corso di regolarizzazione.
«Noi siamo partiti due anni fa con un’attività straordinaria degli uffici — ricostruisce Diego Castelli, dirigente del Servizio libro fondiario e catasto — Per prima cosa abbiamo eseguito un controllo automatizzato delle particelle non presenti nella mappa catastale». In pratica è stato utilizzato un software che ha messo a confronto le fotografie aeree del territorio con le mappe in possesso della Provincia. Ed è venuto fuori un numero enorme di case fantasma: oltre 70mila. Un numero, però, non veritiero. «Il computer non è così intelligente: riconosce come “fantasma” fabbricati che in realtà sono traslati solo di qualche metro nella mappa catastale», spiega il dirigente.
Il passaggio successivo è stato quello di selezionare un campione di comuni e verificare di persona gli immobili che risultavano irregolari. Un’attività che inizialmente ha permesso di stimare circa 6mila case fantasma in provincia. Poi, a seguito di ulteriori verifiche, il numero è sceso di nuovo.
«Da lì siamo partiti con il vero progetto — prosegue Castelli — Abbiamo inviato 916 lettere bonarie ad altrettante proprietà immobiliari superiori ai 100 metri quadrati (la superficie di particella, non quella del fabbricato)». La maggior parte dei fabbricati si trova nei principali distretti: 170 a Trento, 160 a Rovereto e 140 a Tione. «In questa prima fase abbiamo deciso di puntare sullo spirito civico della popolazione trentina chiedendo ai proprietari di regolarizzarsi». Dalle risposte ricevute è emerso che 259 fabbricati non ci sono più, sono stati demoliti. «Mentre altri 330 privati hanno presentato il tipo di frazionamento e 143 la dichiarazione di accatastamento», spiega il dirigente. Oltre metà degli immobili, dunque, è stata regolarizzata.
Restano fuori 255 case fantasma. «Entro la fine dell’anno invieremo un’altra comunicazione ai privati e nel caso in cui non si attivassero per la regolarizzazione procederemo d’ufficio. In questo caso è prevista una sanzione».
Il prossimo anno scatterà la fase 2. «Cominceremo ad analizzare le proprietà con una superficie compresa tra i 50 e i 100 metri quadrati: in totale sono circa 1.400», riferisce il dirigente.
In totale, dunque, le cosiddette «case fantasma» sono oltre 2.300 in Trentino: 916 sopra i 100 metri quadrati e 1.400 sotto i 100 metri. La regolarizzazione consentirà di aumentare le entrate delle casse pubbliche, soprattutto dei Comuni.
In parallelo a questa attività di controllo, «stiamo migliorando le mappe catastali, alcune delle quali sono risalenti all’epoca dell’impero austro-ungarico, soprattutto in alta montagna. Oggi — conclude Castelli — le tecnologie ci permettono di avere una maggiore accuratezza della mappa: lo scarto può essere ridotto a 30-40 centimetri anziché di qualche metro come oggi».