Economia
venerdì 25 Aprile, 2025
In Trentino 33mila pensionati vivono con meno di mille euro al mese
di Francesco Terreri
Forte il divario di genere, 23 mila di loro sono donne. In un anno i percettori son aumentati dello 0,7%: i dati Ispat

Nel 2023 in Trentino sono stati erogati 195.538 trattamenti pensionistici a 146.334 persone (+0,7% rispetto al 2022). In media ogni pensione ammonta a 17.103 euro annui per una spesa complessiva pensionistica pari a 3 miliardi 344 milioni di euro, in crescita dell’8,3% – e del 35,8% nell’ultimo decennio – e con un’incidenza sul Pil del 13,3% (+0,3 punti percentuali rispetto all’anno precedente). Ogni soggetto beneficiario, che in alcuni casi riceve più di un trattamento, ha percepito mediamente 22.854 euro all’anno. Ma i dati medi nascondono alcune pesanti disuguaglianze. Più di 33mila pensionati e pensionate, il 22,8% del totale, ricevono meno di 1.000 euro al mese. Di essi, 23mila sono donne, 10mila uomini. E ci cono ancora più donne che uomini nella fasscia di chi percepisce da 1.000 a 1.499 euro al mese: 17.300 pensionate e 8.700 pensionati per un totale di 26mila persone, il 17,8% del totale. La proporzione si rovescia nelle classi di importo successive: ci sono più uomini che donne che prendono tra 1.500 e 1.999 euro al mese – in tutto sono il 20,2% del totale – e soprattutto tra chi prende più di 2.000 euro al mese. Si tratta infatti di oltre 37mila uomini e meno di 20mila donne, per un totale di 57.300 beneficiari, il 39,2% del totale. In questo quadro, non stupisce che le donne beneficiarie di trattamenti pensionistici, che complessivamente superano numericamente gli uomini (74.281 contro 72.053), percepiscono in media una quota inferiore: 18.829 euro contro 27.004 euro degli uomini, il 30% in meno. Il gap di genere sale al 39,4% considerando solo le pensioni di vecchiaia e anzianità.
Il quadro è stato fatto dall’Ispat. Le pensioni di invalidità, vecchiaia e anzianità e le pensioni ai superstiti sono le più diffuse, sia per numero che per importo erogato, assorbendo la quasi totalità (95,7%) della spesa pensionistica complessiva. Residuale risulta il peso delle pensioni assistenziali (3,1%) e delle pensioni indennitarie (1,2%). Il 79,4% delle pensioni erogate ai titolari maschi è una pensione di vecchiaia e anzianità; per le femmine la quota scende al 57,3%. Situazione opposta per le pensioni ai superstiti: il 30,4% di queste vengono percepite dalle donne contro il 5,5% degli uomini.
Gli importi della pensione di vecchiaia e anzianità evidenziano un gap di genere consistente. Gli uomini percepiscono infatti un importo più elevato rispetto a quello delle donne: rispettivamente 25.078 euro e 15.193 euro, con una differenza pari al 39,4% in sfavore delle donne. Il divario fra i generi scende se si prendono in considerazione le altre tipologie (invalidità 28,6%; assistenziale -4,6%). Situazione opposta per le pensioni indennitarie e ai superstiti, dove il differenziale è pari rispettivamente al 74,8% e al 63,7% in sfavore degli uomini.
Come detto, il 22,9% dei pensionati dispone di un reddito da pensione inferiore ai 1.000 euro mensili. Si tratta però di una quota inferiore di 2,9 punti percentuali rispetto al 2022. Per genere, le donne con una pensione inferiore ai 1.000 euro sono il 31,6% a fronte del 13,8% degli uomini.
Quattro beneficiari su cinque (80,6%) hanno più di 64 anni e più della metà dei beneficiari (53,2%) ha un’età compresa tra 65 e 79 anni. Tuttavia esiste anche una quota significativa di beneficiari con età inferiore, di cui il 16,6% ha un’età compresa tra 40 e 64 anni e il 2,8% ha meno di 40 anni.
Considerando il reddito medio del trattamento pensionistico sulla base della residenza del beneficiario, si osserva tra le varie zone del Trentino una distribuzione non uniforme delle pensioni. Nel capoluogo e in generale nel Territorio della Val d’Adige si percepiscono i redditi medi da pensione più elevati (26.029 euro). Per contro, la Valle di Cembra risulta l’area con le pensioni medie più basse (20.533 euro). Nelle restanti comunità il reddito medio annuo da pensione oscilla tra i 20.828 della Val di Non e i 22.847 euro della Vallagarina.