l'inchiesta

giovedì 1 Agosto, 2024

In Trentino ci sono almeno quattro orsi problematici: nessuno di loro è radiocollarato

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Fari puntati su M91 e sull’orsa del falso attacco a una turista a Molveno. In Val di Sole si cerca di identificare gli esemplari avvistati nei paesi

Kj1 era l’emergenza, un’orsa definita «ad alto rischio» protagonista di 7 episodi di incontro con l’uomo culminati con l’aggressione al turista francese Vivien Triffaux due settimane fa. La sua rimozione tramite abbattimento è l’unica strada che la Provincia ha ritenuto di seguire, portandola a termine. Ora che l’emergenza è passata però, torna a essere imperativa la gestione, che passa innanzitutto dalla prevenzione, per evitare una politica sui grandi carnivori di costante urgenza. Gestione che passa anche e soprattutto dai radiocollari come ha detto con enfasi Piero Genovesi, massimo esperto di Ispra, nella sua intervista al «T» di ieri. Anche perché le situazioni da monitorare non mancano, sono quattro i casi, forse di più, in questo momento all’attenzione della Provincia, dei forestali e del servizio faunistico.
M91 ricercato
Il caso che preoccupa di più è quello di M91. Si tratta dell’orso protagonista di un incontro con un turista mantovano il 27 aprile scorso su un sentiero sopra Molveno. Sono le dinamiche di questo incontro ad aver fatto salire il livello di allerta. Era avvenuto sulla strada forestale che da Baita Ciclamino porta al rifugio Croz dell’Altissima nella Valle delle Seghe sopra Molveno all’imbocco del Gruppo del Brenta. L’escursionista aveva raccontato che, durante la discesa a valle, un orso lo aveva sorpreso alle spalle. Stando al rapporto dei forestali, il turista aveva testimoniato che l’orso lo aveva «seguito per oltre un quarto d’ora», fino ad avvicinarsi a due metri da lui. L’esemplare è poi stato identificato in M91 ed allora in zona è stata posta una trappola a tubo con la speranza di catturarlo e radiocollararlo, ma il suo areale, ben più ampio, si estende a tutto il Brenta Meridionale.
Indagini su un’orsa
Altro esemplare sotto la lente di ingrandimento è l’orsa che sulla sponda sud-occidentale del lago di Molveno aveva incontrato una turista svizzera con i suoi tre bambini, lo scorso 10 luglio. I forestali sono alla ricerca anche di questo esemplare. Ma si è fatta strada l’ipotesi che si potrebbe trattare dell’orsa trovata morta nei boschi vicino a Covelo insieme a un suo cucciolo e che con ogni probabilità è stata vittima di un attacco da parte di un esemplare maschio. Saranno le analisi genetiche, condotte dalla Fem sui campioni raccolti dalla carcassa e nella zona dell’incontro al lago di Molveno, a stabilire se l’ipotesi è corretta. Altrimenti le ricerche per identificarla continueranno.
I tanti casi in Val di Sole
Più difficile trattare i singoli casi in Val di Sole. Gli avvistamenti, tra la primavera e l’estate, sono stati molteplici e non è ancora chiaro se riconducibili agli stessi esemplari o se sono tutti casi singoli. Tra i casi più eclatanti c’è quello di Bozzana dove, il 9 luglio, un orso si aggirò a lungo proprio fuori dal seggio dove si stavano tenendo le votazioni per le elezioni europee. Meritevole di particolare attenzione anche quanto successo a Malè nella notte tra il 15 e il 16 giugno, con un orso che fu filmato aggirarsi per le vie centrali del paese proprio poco dopo che era terminata la festa di fine anno scolastico partecipata da tanti giovani. Per questo motivo al momento sono due le trappole a tubo attive sul territorio della Val di Sole.
L’importanza dei radiocollari
Tentativi di cattura finalizzati all’identificazione e al radiocollaraggio di questi esemplari. Uno strumento di gestione «fondamentale» secondo Genovesi. Opinione questa con cui concorda anche Alessandro Brugnoli, dirigente del Servizio faunistico della Provincia che concorda nel ritenerli efficaci «nel senso sia di consentire un monitoraggio attento dei comportamenti messi in atto sia appunto di poter orientare azioni di dissuasione come pure azioni più energiche. È da ribadire, in ogni caso, che i radiocollari non consentono di per sé di prevenire o contrastare efficacemente comportamenti dannosi od anche pericolosi: non sono dei joystick, per usare un parallelo efficace». Il dirigente spiega che al momento, dopo l’abbattimento di Kj1, non c’è nessun esemplare radiocollarato, ma che «sono state posizionate diverse trappole a tubo a partire da mese di maggio in diverse zone del Trentino occidentale». La Provincia ha in dotazione i migliori radiocollari sul mercato e Brugnoli conferma che c’è l’intenzione di aumentare il numero di esemplari radiocollarati. «L’intenzione c’è – conclude il dirigente – Orientandosi primariamente su alcuni soggetti confidenti o problematici a cominciare da M91, ma non limitandosi a questi: ad esempio, in Val di Sole non essendo nota l’identità degli orsi che si sono avvicinati ai centri abitati l’attività di cattura sarà meno indirizzabile a specifici soggetti.